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Alghero, 10 giugno. C’è una tale forza di attesa, di preparazione dell’evento, che quando questo scatta dai blocchi di Alghero, è come un torrente in piena. Non si riesce a seguirne il ritmo impetuoso, a capire bene quello che sta succedendo… e che intanto è già successo. Qui siamo in presenza di veri e propri colpi di scena, esaltatori di sapidità del già gustosissimo Rally dell’Isola senza fine. Il tenore agonistico è elevatissimo, e su questo sublimano i due i grandi temi della prima giornata completa di gara, la prima tappa iniziata con lo show per i cinquantamila di Ittiri, e proseguita per tutto il venerdì fino all’ultimo dei cento chilometro di prove speciali.+
Tema uno, Thierry Neuville. Tema due, Umberto Scandola. In comune, il belga sfortunato e l’Italiano che non si è mai visto, hanno la leadership provvisoria delle rispettive categorie. Non ve lo aspettavate, vero? No, non ce lo aspettavamo neanche noi. Distratti dai luoghi quasi comuni espressi dal Mondiale degli ultimi tre anni, non siamo riusciti a dare troppo peso alle indicazioni, eppure chiarissime, delle ultime prove disputate. Qualcosa sta cambiando, si direbbe. Dopo l’inizio di Campionato di chiarissima matrice Volkswagen, Ogier primo a Montecarlo e in Svezia, e Latvala vincitore in Messico, Argentina e Portogallo hanno mischiato le carte con i successi di Paddon e Meeke, Hyundai e Citroen.
Ogier che ha quasi il doppio dei punti conquistati dal più diretto inseguitore, Mikkelsen, non riesce più a dissimulare la frustrazione cui lo costringe un regolamento capestro, irrispettoso della qualità del migliore. Nel nome dell’interesse e della tensione agonistica del confronto, il WRC taglia le gambe al suo Campione, costringendolo a partire per primo. Frustrante per il francese, imbarazzante per tutti gli altri, mai in condizioni di affermarsi ad armi pari. Campionato monco della qualità. Senza un eroe che possa affermarsi come tale. Ci ripenseranno, forse già l’anno prossimo, ma per quest’anno si va avanti così, e di questo passo, con Ogier costretto a far fatica per andare a podio, ci vorranno cinque o sei date ancora perché il Mondiale diventi davvero “interessante”. Allora mi direte voi a che serve un calendario di quattordici prove che entra nel vivo nelle ultime quattro e costringe nell’ombra, invece di esaltarlo, il suo Uomo migliore.
E allora ecco cosa accade in Sardegna il primo giorno del Rally Italia. Ogier se la prende con i “legislatori” e aspetta. Aspetta che la sua compagna metta alla luce il pargolo, e in quel caso prenderà il jet pronto sulla pista di Alghero per lui e, abbandonando il Rally al suo destino, sarà a casa con una motivazione senza dubbio più importante degli isterismi del Mondiale. Ma il pupo non arriva, per il momento.
Ogier aspetta, allora, che uno dei suoi compagni di Squadra vada in testa al Rally. Lo dichiara “inevitabile” prima e durante lo svolgimento della Tappa. Ma anche in questo caso aspetta invano. Sì, all’inizio l’avversario… da cui farsi battere sembra poter essere Mikkelsen, sulla carta il meglio piazzato, o Latvala, il meglio motivato, ma si sbaglia, nessuno dei candidati si fa avanti con la necessaria decisione. Latvala vince a Ozieri, sette chilometri e mezzo, Ogier risponde sull’inedita Tula, 15 km, ma a Castelsardo e Tegu, meno di trenta chilometri in tutto, spunta Neuville, che va al riposo del primo giro con un secondo e mezzo di vantaggio e il morale alle stelle.
Il secondo giro parte con un bellissimo assolo di Latvala, che riprende il comando delle operazioni, ma è l’ultimo acuto del finlandese, che nelle restanti tre prove speciali che concludono la giornata si piega a uno “strano”, ma evidente strapotere di Hyundai e Neuville. Se Latvala è ancora in corsa, Ogier a 40 secondi e Mikkelsen a quasi un minuto, fanno la figura dei comprimari. A vederli, soprattutto Ogier, non è difficile notare che il francese guida meglio di tutti e che la Polo R è sempre la Macchina da battere, ma i crono non dicono la verità, o meglio ne dicono una che non è in sintonia con i reali valori in campo. Colpa degli artifici. C’è battaglia, insomma, soprattutto tra Neuville e Latvala, ma non è quella guerra che ci si dovrebbe aspettare e che renderebbe il massimo degli onori ai contendenti.
Certo, se c’è un Pilota che merita una rivalutazione questo è proprio Neuville, e allo stato attuale delle cose si potrebbe dire che il Rally italiano si è incaricato di rilanciarlo. Il belga in Sardegna ha sempre guidato bene, parte indietro e non ha pressione, perché è lo “scarto” della strategia Hyundai, che a sua volta risulta almeno “strana”, ma evidentemente efficace. Non dire ai tuoi Piloti che conti su di loro, e puoi essere sicuro daranno il meglio di sé stessi. Vedi Paddon in Argentina e, oggi, Neuville in Italia. Molte cose “strane”, in questo Mondiale di transizione in attesa delle WRC 2017.
Neuville non può essere più contento, e a fine giornata fa fatica a contenere la felicità. Prima di tutto, tuttavia, ammette che l’ordine di partenza lo ha avvantaggiato, poi la esprime in una forma ancora troppo controllata e inefficace, incaricandosi a malapena di suggerire che il successo parziale è quello che merita e che è alla sua portata quando la macchina è a posto. Una regolazione ai differenziali, insomma, la giusta scelta delle gomme, ed ecco che la i20 New generation risulta non solo molto veloce e sicura, ma anche facile da guidare. Ora Neuville spera di portare la nave fino alla banchina di Alghero, domenica. Buon per Hyundai, comunque, che ci sia un Neuville ritrovato e così in forma, perché Abbring ha “toccato” all’inizio della gara, Sordo fa… orecchio da mercante, sesto alle spalle di Ostberg, e Paddon ha messo la sua macchina nell’erba alta alla fine della settima speciale, dopo aver distrutto il retrotreno contro un albero. Macchina non è riparabile, gara finita.
Certo, se c’è un Pilota che merita una rivalutazione questo è proprio Neuville, e allo stato attuale delle cose si potrebbe dire che il Rally italiano si è incaricato di rilanciarlo. Il belga in Sardegna ha sempre guidato bene, parte indietro e non ha pressione, perché è lo “scarto” della strategia Hyundai, che a sua volta risulta almeno “strana”, ma evidentemente efficace
Mentre si cerca ancora di capire come possa funzionare il Rally, e cioè se l’indicazione del venerdì è abbastanza solida da confermarsi buona anche per i due successivi giorni di gara, sul lungomare di Alghero, a un certo punto, sfilano cinque Skoda, tutte più o meno uguali. Sono le 5 Fabia al comando della R5. Arrivano alla rinfusa, ma è l’ordine che attira l’attenzione. La prima in classifica è, infatti, quella di Umberto Scandola e Guido D’Amore. All’inizio il più veloce delle R5 era stato Suninen, ma Scandola aveva iniziato a farsi sotto dalla terza speciale, e quando, nel secondo passaggio sulla Tula, il finlandese ha commesso l’errore, l’Equipaggio di Skoda Motorsport Italia ha vinto ancora, in totale quattro prove speciali, concluso la giornata al comando, e riparte per la tappa di sabato con un discreto margine di vantaggio. Più che ottimo, e il settimo posto assoluto nella provvisoria è semplicemente strepitoso. Problemi? Nessuno. Ah sì, il crick rotto, finita la tappa con una sola gomma cambiata. Meglio così.
Il primo capitolo si chiude. Doppiamente sorprendente e piacevole proprio per gli esiti inaspettati. Avanti, dunque, con il “tappone” di 170 chilometri. Noi siamo già sulla Monte Lerno, al salto di Miki.