WRC16 Portogallo. Kris “Jet” Meeke (Citroen) inarrivabile

WRC16 Portogallo. Kris “Jet” Meeke (Citroen) inarrivabile
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Tutto quello che definisce il dominio assoluto è nel glossario “tecnico” del “tester in vacanza” della nuova C3, un altro giorno maestro di serenità e di efficacia. Un lord d’altri tempi per un ritorno al futuro. Ogier fa quello che i i regolamenti concedono
22 maggio 2016

Porto, 22 Maggio. Stasera, se non si va in cerca di misteri, si fa presto. Basta mettersi davanti al pallottoliere e far scorrere sulla prima fila le Speciali, su quella subito sotto il margine di vantaggio e, sulla terza linea dell’abaco, contare i “cocci”. Non c’è bisogno di contorsionismi matematici né di tenere a mente con le dita i riporti. Kris Meeke ha vinto tre delle sei speciali, tutte quelle del primo giro, ha raggiunto e superato il minuto di vantaggio sul triplo campione del Mondo in carica, l’impotente per troppe ragioni Sebastien Ogier, e quindi ha “alzato il piede”, inutile andare in cerca di guai sulle strade disastrate del secondo giro, per chiudere in bellezza e sempre al comando anche la seconda tappa del Vodafone Rally Portogallo. Incredibile, nella doppia accezione di stupendo e… da non credere. Meeke chiude anche il secondo fascicolo della pratica Portogallo con un margine di 45 secondi su Ogier, che ha vinto l’ultima speciale del giorno, e tre di più su Mikkelsen, che si è incaricato di vincere le due di apertura del secondo giro e che si è dimenticato di voler fare una corsa prudente.

Meeke chiude anche il secondo fascicolo della pratica Portogallo con un margine di 45 secondi su Ogier, che ha vinto l’ultima speciale del giorno, e tre di più su Mikkelsen, che si è incaricato di vincere le due di apertura del secondo giro e che si è dimenticato di voler fare una corsa prudente

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Più o meno trasparenti gli altri, a cominciare dal “detentore” del Portogallo, Latvala, e a parte Camilli, bvella sorpresa, e Sordo è sceso di una posizione al quarto posto. Lo spagnolo potrebbe ancora essere considerato in agguato del podio, ma ha l’obbligo di portare l’ultima Hyundai al traguardo, integra. Sia Neuville, panne di carburante, che Abbring, fuori strada, sono infatti out, e ora il rischio è di metaforizzare Paddon e mandare in fumo l’intera operazione Hyundai. Michel Nandan, boss delle i20 e mentore dell’escalation dei coreani, non perde il senso dello humour, la prende con filosofia e si lascia andare alle liriche del “un giorno sull’altare, Argentina, e un altro nella polvere, Portogallo”. A Paddon il perdono era già stato concesso, e non si può impiccare Abbring, che di mestiere fa proprio lo scassamacchine in modo che gli “ufficiali” abbiano poi la migliore i20. A Neuville non poteva andare peggio. Un colpo di maliziosa sfortuna, rimasto senza benzina e buttato il quinto posto, anzi regalato al sorprendente Eric Camilli. Tanto vale andare ad accendere una dozzina di ceri a Montenero.

Yves Matton, l’altro “Boss” che rientrava insieme alla sua Squadra dopo un intervento chirurgico al piede, è invece al settimo cielo, giustamente. La “vecchia”, cara Ds3 non finisce di sorprendere, e il suo Pupillo, sostenuto anche in situazioni indifendibili, riesce a dare al talento un aspetto pulitissimo, puro, esemplare. La “sua” Macchina e il suo Pilota sono in testa alla quinta prova del Mondiale WRC da due giorni, senza esitazioni né brividi, al punto che Meeke si permette di caricare a bordo due gomme invece dell’unica abituale per proteggersi dall’evenienza di una foratura. Il margine di vantaggio quasi gli permette di fare il tagliando. Meeke alla fine ammette, è favorito dall’ordine di partenza, il contrario di quello che succede all’inizio di ogni prova speciale a Ogier, costretto a “pulire”. Fair play da leader, si dirà, ma è tutto vero, al punto da sembrare quasi un mistero.

È un peccato perché non c’è confronto. Il migliore Pilota del giorno corre da solo contro il cronometro e contro le insidie degli sterrati portoghesi, ma non può misurarsi con il Campione del Mondo, che nel frattempo morde il freno, congestionato dai travasi di bile. Può succedere, ora, soltanto domenica, nelle ultime speciali di un Rally già segnato, nel bene per Meeke e Nagl, e nell’utile ma non certo vissuto per Ogier e Ingrassia. Sugli ultimi sessanta chilometri, sulle ultime quattro Speciali dell’Evento, le due Vieira do Minho e le due dell’arena di Fafe con il “mitico” salto, tuttavia, è anche lecito pensare che Meeke se ne infischi delle ovazioni del pubblico, della televisione e dei punti del Power Stage. Sta portando a casa un risultato che si poteva leggere solo nella mente di Dio.

E questo, finalmente lo dico, vorrei che fosse un mistero. No, non è sospettare che sotto al velo di carrozzeria della Ds3 ci sia già la C3 futura. Questo no, sarebbe ridicolo e solo fantastupido. No, il mistero è in quell’allineamento degli astri che produce un esito straordinario. Meeke tranquillo, Meeke senza pressione, Meeke che indovina le gomme e parte “giusto”. Meeke che guida una Macchina “vecchia”, a sviluppo zero, ma che i suoi tecnici conoscono bene e hanno saputo rendere perfettamente equilibrata per le piste portoghesi, non difficili in senso stretto ma delicate. Meeke, infine, che ha saputo mettere tutte questi ingredienti insieme, e farne la pozione dell’imbattibilità. Ma se questo è il mistero, mi viene da chiedere. Se una macchina tecnicamente rimasta indietro può ridicolizzare chi corre sul filo tecnologico dello sviluppo, e se un rilassato Meeke può far finta di avere quei cavalli in più che tutti si aspettano l’anno prossimo, allora, invece di dare oro ai cavalli, non sarebbe meglio dare biada ai somari?

Beh, non esageriamo. Le Volkswagen sono ancora su un altro pianeta, Jost Capito ha ancora le redini in mano, anche se non il portafogli, e Sebastien Ogier è ancora il Marziano. Staremo a vedere cosa ci riserva il futuro.

Foto: Manrico Martella, Demis Milesi, Jorge Cunha, Carlo Franchi, Nikos Mitsouras, Pure Agency WRC

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