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Mikolajki, 3 luglio. Incredibile epilogo del 73° PZM Rally Polonia. Dopo tre giorni di scongiuri, il tempo cambia davvero. Da caldo e secco a freddo e “umido”, e l’ultimo giro, con le due frazioni cronometrate conclusive e l’epilogo del Power Stage, va in scena nella tempesta di pioggia. Dalla polvere al fango, le strade diventano impraticabili, scivolose, e la visibilità si riduce quasi a zero. Sono i colori di un appuntamento con il destino, ed errori e disdette sono in agguato. Tanak, che aveva condotto al comando il Rally per due giorni e legittimato il diritto di trasformare il sogno nella prima vittoria di carriera, è vittima di una foratura nel corso della penultima Speciale. L’estone riesce a concludere ma perde 40 secondi, e si risveglia in un incubo. La vittoria è sfumata. Mikkelsen, che aveva già fatto la bocca a un risultato “onesto”, frutto di una gara accortissima e senza risparmi, vince alla lotteria il suo secondo Rally.
Ci eravamo sbagliati, ieri, i colpi di scena non erano affatto finiti e quelli dell’ultimo giorno hanno ridicolizzato quelli dei due giorni precedenti. Tutti sanno che la pioggia può cambiare le carte in tavola, ma nessuno osava immaginare che, così forte, avrebbe trasformato un Rally “inedito”, ma sostanzialmente controllato e “fluido”, in un infernale episodio di lotta per la sopravvivenza. Mikkelsen è incredulo, Tanak devastato. Bravissimi tutti e due. Prima dell’ultima Prova, Mikkelsen è andato dall’inconsolabile Tanak e ha tentato di incoraggiarlo nel momento difficilissimo. Ha voluto dirgli che sa bene cosa si prova in situazioni simili, perché la stessa, cinica sorte, è toccata un giorno anche a lui. Nel 2015, in Svezia, il norvegese era in testa sino all’ultimo Power Stage, ma per pochi attimi di “terrore”, rimasto fermo in Speciale, aveva perso non solo la vittoria, andata al “Cannibale 2.0” Ogier, ma anche il secondo posto recuperato da Neuville. Per Tanak la differenza, secondo o terzo, è in quel momento troppo sottile, impercettibile. “Essere in questa posizione, in questo contesto, non significa proprio nulla!”
Tanak non ha altre parole, solo comprensibili lacrime amare che non riesce a trattenere. Non abbiamo parole neanche noi, e non ne ha Domenico, testimone dell’attaccamento all’”Ovale” ed esperto che dal fondo della Sicilia ha seguito tutte le fasi del Rally da appassionato e tifoso, del Marchio e del Pilota. Come molti altri si era immedesimato nell’impegno dell’Estone Volante che stava coronando un sogno personale e di tutti i Davide: un giorno più forti di Golia. La carica del tifo per Tanak, infatti, prendeva molta della sua forza dal fatto che una Ford non si aggiudica una prova di Mondiale dal 2012, dal Rally Galles per l’esattezza, vinto da Latvala. La pausa e l’attesa restano aperte. Tanak ha battuto le Macchine di Malcom Wilson, obiettivo dichiarato d’inizio stagione, ma non è ancora lui l’Eroe che riporta il nome di Ford sui titoli e sui palmares. Pazienza, tanta. In ogni caso ha vissuto una grande esperienza di carattere e di talento, che sicuramente gli verrà buona per il futuro.
Raccontata così, sembra quasi che Tanak fosse l’unico pilota meritevole del massimo traguardo. In effetti… potrebbe anche essere, non fosse che nel Motorsport non c’è disciplina dove si possa “scippare” una vittoria. Non si può mandare la palla in rete con una mano, o iniziare l’azione vincente oltre la linea del fallo laterale, e sperare di farla franca. Mikkelsen dunque, ha meritato pienamente la vittoria, che ha ottenuto vincendo una Speciale al giorno e mantenendo sempre altissima la pressione. La sua gara è stata perfetta, anche nel momento in cui era chiaro che l’estone otteneva costantemente più del norvegese con disarmante facilità. Più chiara ancora quando, nella penultima Speciale, devastata dal maltempo e con le chance di ribaltare il risultato ridotte a zero, l’Equipaggio della Volkswagen Polo numero 9 non ha mollato. Se il caso ha deciso la sorte del Rally Polonia, certamente non è a questo che i suoi principali protagonisti si sono affidati.
Dietro è un cesto pieno di alterne fortune e altalenanti performances, con risultati più o meno soddisfacenti e più o meno utili, apprezzabili ma, concediamocelo, di serie “B”. Paddon, terzo e non distante, ma che solo all’inizio è apparso in gara, per poi vivere l’esperienza stressante di chi non può permettersi un nuovo errore, e li evita accuratamente pur continuamente sollecitato. Neuville, quarto, che si è ritrovato con delle note inutilizzabili, a voler spingere, sul percorso spesso cambiato dalla sera alla mattina, e qualche piccolo, “sinistro” problema come la rottura del comando del cambio. Latvala, quinto e mai veramente in corsa per ragioni che vanno cercate nella fisiologica avversione per questo Rally, eppure così vicino, per certi aspetti al “suo” Finlandia, e Ogier, sesto, delle cui frustrazioni abbiamo parlato in lungo e in largo e del quale si può aggiungere soltanto che qui nessuno si aspettava che avrebbe sofferto così tanto il ruolo di apripista. Non fosse altro, comunque, Ogier porta a casa i tre punti e si conferma “giustiziere” del Power Stage.
Sotterrate da sole le Fiesta di Ostberg e di Camilli, e perso definitivamente per strada anche Sordo, un altro che non c’è mai stato, è molto più interessante complimentarsi per le prestazioni delle due Citroen DS3 di Breen, settimo, e Lefebvre, al traguardo per miracolo dopo una “toccata” che gli ha strappato via il posteriore sinistro, ma che comunque ha ottenuto la sua prima vittoria di Speciale, sabato. Dato per scontato che le R5 sono sempre più protagoniste di una Classe a parte che è sempre più frizzante, in Polonia ha vinto Suninen con la Fabia, è addirittura doveroso felicitarsi, invece, per il successo di Simone Tempestini che, in coppia con Giovanni Bernacchini, ha vinto la WRC3 ed è in testa al Mondiale Junior.
Tanak ha battuto le Macchine di Malcom Wilson, obiettivo dichiarato d’inizio stagione, ma non è ancora lui l’Eroe che riporta il nome di Ford sui titoli e sui palmares. Pazienza, tanta. In ogni caso ha vissuto una grande esperienza di carattere e di talento, che sicuramente gli verrà buona per il futuro
La seconda vittoria di carriera di Mikkelsen, la prima risale alla Spagna dello scorso anno, è importante per la Squadra, che torna alla vittoria dopo il Rally Messico (Argentina, Portogallo e Italia all’asciutto per i successi di Paddon, Meeke e Neuville), e per l’Equipaggio. Mikkelsen, infatti, consolida il secondo posto nel Mondiale alle spalle di Ogier, ed è a questo punto che si può fare un punto inetressante della situazione. Siamo a metà esatta della stagione, il Polonia chiudeva la prima metà e il Neste Rally Finlandia di fine luglio aprirà la seconda. Ogier, che ha vinto Montecarlo e Svezia, che quindi non vince da ben cinque Rally e che in Polonia ha ottenuto il suo peggior risultato stagionale, ha comunque capitalizzato al massimo le sue risorse, per esempio anche aggiudicandosi gran parte dei punti Power Stage, ed è ancora saldamente al comando della graduatoria provvisoria con 51 punti di vantaggio, 143 contro i 92 di Mikkelsen. Alle spalle delle due Volkswagen, la lotta per il terzo posto si fa più serrata e, tra le due Hyundai di Paddon e Sordo, ecco riapparire la terza VW di Latvala. Tre Piloti in quattro punti. Vincere dunque le singole prove della Stagione è importantissimo, ma al bilancio di metà stagione è più chiaro che ancor più importante è essere regolari e sfruttare tutte le occasioni possibili per mettere qualcosa in cascina. Ogier, ecco, è il solo Pilota ad essere sempre andato a punti, al contrario di tutti gli altri, una o più volte andati a vuoto.
Certo, sarà che tutti sono al lavoro per il 2017, il maggiore equilibrio di questa stagione rispetto alle due precedenti non sembra il frutto di una maggiore combattività, ma piuttosto di un più generale, se si può dirlo, “rilassamento”. Probabilmente la seconda parte della stagione si dimostrerà più “consistent”, e almeno così il “vecchio” regolamento andrà in pensione lasciando un buon ricordo.