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Monte Carlo, 24 Gennaio. Non c’è neve e non c’è battaglia sul Turini. Il passo è libero e la strada appena umida, dalla parte della discesa. Meno rischi del previsto, ma meno ancora sono quelli che Sébastien Ogier intende correre. Il Campione del Mondo ha due minuti di vantaggio sul compagno di Squadra Andreas Mikkelsen, quasi due e mezzo sul redivivo Thierry Neuville, e ha già vinto anche la Prova Speciale di apertura dell’ultima giornata del Monte-Carlo. Per il fuoriclasse francese, man mano che il momento si avvicina, sussiste solo una vaga incertezza sul da farsi nell’ultima Col de l’Orme – St Laurent, televisivo Power Stage che “attizza” sempre un po’ di più dell’intrinseco valore dei tre punti in palio per il vincitore. Ma la situazione generale invita alla massima prudenza, e niente può essere oggetto di ripensamenti, né l’ordine delle priorità, né la stessa classifica, che soddisfa tutti. Volkswagen è in clima di vittoria e di doppietta, Hyundai in odore di debutto eccellente della i20 2016 New Generation, e di recupero del suo Pilota numero 1, Neuville. Insomma, non c’è pressione. Il Monte-Carlo 2016 ha già spremuto abbastanza i suoi ospiti, falcidiati a manciate, e non c’è categoria, ormai, a rischio di rivoluzioni.
Ma la tentazione è troppo forte, e c’è il solito record di mezzo. Ogier parte ancora indeciso, poi cambia marcia e assale anche il Power Stage finale. In fondo, ha già vinto tre volte a Monte Carlo, due di fila con VW, e il quarto deve essere un successo esemplare. Detto fatto. Neuville ha un problema alla trasmissione della nuova i20, Paddon lo stesso alla “vecchia”, sempre valida due porte coreana. Mikkelsen, diventato famoso per la scelta molto personale della gommatura, tiene all’urto, e Sordo riesce a invertire la tendenza con quello che, fino alla misurazione di Ogier, è il miglior tempo provvisorio sull’ultima Speciale del Rally.
Tre Monte-Carlo consecutivi è un “gallone” che porta Ogier nell’Olimpo storico insieme a Munari, Makinen, Rohrl, e la Volkswagen, 35 vittorie su 40 Rally, insieme a Stratos e Delta, Audi e Porsche
Pochi attimi ancora, e il responso è completo, definitivo. Vincono ancora Ogier e Ingrassia. Di poco, di misura nell’ultima frazione. Ma è quanto basta per chiudere vincendo metà delle sedico prove speciali in programma e per sottolineare la quarta vittoria al Monte-Carlo con un tratto emblematico e straordinariamente beneaugurale. Si ricomincia da tre, tre Titoli di Campione del Mondo consecutivi, per il Pilota, il Navigatore e la insuperabile Polo R WRC, e con immutata “acredine”. Tre Monte-Carlo consecutivi è un “gallone” che porta Ogier nell’Olimpo storico insieme a Munari, Makinen, Rohrl, e la Volkswagen, 35 vittorie su 40 Rally, insieme a Stratos e Delta, Audi e Porsche
L’estroverso, “creativo” e sempre più simpatico Andreas Mikkelsen è secondo. Il norvegese è riuscito a contenere il ritardo sotto il muro dell’”onta”, due minuti, per un pelo, e ha costruito il risultato che è non meno che prestigioso per la sua carriera nel corso della terza tappa, con la “trovata” delle gomme chiodate per passare sulle piste da sci della seconda Speciale.
Neuville ha dimostrato che la sua classe non è acqua, e soprattutto che non è stata… annacquata dalle incerte vicende della stagione scorsa.
Terzo è Thierry Neuville, con due vittorie parziali, che ha davvero sofferto per il cedimento della trasmissione, due sole ruote motrici, nell’ultima Speciale. Una gran bella notizia. Per il Pilota soprattutto, e per il contesto generale Hyundai troppo, a torto evidentemente, chiacchierato. Il Pilota ha dimostrato che la sua classe non è acqua, e soprattutto che non è stata… annacquata dalle incerte vicende della stagione scorsa. Nonostante le chiacchiere, appunto, la i20 di nuova generazione è scesa in campo puntuale, rispettando il programma e la tabella di marcia, e rendendosi immediatamente competitiva. Un po’ “grezza”, come è logico aspettarsi da una debuttante, ma rapidamente efficace una volta trovati quei correttivi di assetto, anche macroscopici, che l’avevano resa troppo “flou” nelle prime prove speciali del “Monte”.
Il magnifico duello che aveva caratterizzato le fasi iniziali e centrali del Rally, tra Ogier e Meeke, è venuto meno, come abbiamo visto, a partire dalla 12ma Speciale, circostanza cronologica che contrassegna anche l’uscita di scena di Latvala, incappato poi in una punizione di tipo “esemplare” per non aver rispettato alla lettera il regolamento dopo aver urtato uno spettatore (o fotografo?) nella sua uscita di strada. “Esemplare”, perché la “lettera” fa finta di non tenere conto del fatto che non è successo praticamente nulla. Pubblicità sicurezza, sempre opportuna, comunque. Peccato per entrambi, ma soprattutto per il Pilota Citroen che è stato grandissimo e, per la verità, l’unico in grado di spostare l’ago della bilancia fuori dal solidissimo equilibrio Volkswagen.
Ugualmente, peccato per Robert Kubica, che inizia non al meglio la stagione inaugurata con la collaborazione, non è lecito sapere se estemporanea o “futuribile” con l’italiana BRC.
La sensazione che emerge dal Monte-Carlo numero 84 è che il “pacchetto” tecnico si stia compattando. Sarà che Volkswagen soffrirà dell’addio di Jost Capito? Probabilmente, almeno in parte, sì, è tutto da vedere, ma la sensazione è che Ford, Hyundai e Citroen abbiamo recuperato qualcosa della distanza che le separava da Volkswagen. Tenuto conto che il 2016 è un anno di transizione in vista della nuova regolamentazione 2017, i fuochi d’artificio visto a monte Carlo dicono che l’ultima stagione dell’attuale configurazione regolamentare potrebbe essere una delle più interessanti e combattute.
La sensazione che emerge dal Monte-Carlo numero 84 è che il “pacchetto” tecnico si stia compattando
Citroen è stata sfortunata con Meeke, ma ha promosso definitivamente Lefebvre, quinto assoluto. Ford ha ottenuto un grande risultato grazie al ritorno di Mads Ostberg, ottimo quarto, di Hyundai abbiamo detto. Non detto, invece, della nuova, avvincente battaglia delle R5, con la nuova Fiesta in bella vista grazie al “declassamento” intelligente di Elfyn Evans, di oltre due minuti più veloce delle Fabia di Lappi e Kremer.
Ricordando i due secondi posti ottenuti da Fabio Andolfi e Luca Rossetti, voltiamo pagina e passiamo alla prospettiva svedese, con il secondo Rally mondiale che arriva giusto tra due settimane.
Foto: Manrico Martella - Fabien Dufour - Frank Finnish - Jakub Pojmiz