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Per me, McLaren è una spina nel fianco. Sarei disposto a firmare la sospensione a tempo indeterminato della Formula 1, per non dar scampo a Jost Capito e farlo rimanere nel WRC. È un dilemma che non ci riguarda, direte voi, ma… ci riguarda eccome! La notizia “ferale”, diffusa a gennaio, ci lascia ancora delusi, “traditi”. Certo, volendo proprio essere onesti, si capisce che le sfide sono sfide, e quando si insinuano con le forme di una dea nell’orgoglio e nell’ambizione, non possono che essere raccolte. Quindi da una parte ci dispiace che Jost Capito lasci la Squadra e l’ambiente, modificato irreversibilmente dal Team che più di ogni altro ha segnato il presente del WRC, ma dall’altra non possiamo che essere felici per lui. In ogni caso sentirsi così coinvolti in una scelta che tutto può fuorché riguardarci, ci fa pensare che il segno lasciato da Jost sia ancora più fondamentale, e che abbracci una sfera che non può essere soltanto tecnica. In altre parole, pensiamo che nel mondo dei numeri perfetti di un successo sportivo e tecnologico così eclatante come quello di Volkswagen nel WRC, ci debba essere una forte componente umana, di genio e di anima. Quindi ci limitiamo a dire che ci dispiace, ma che “capiamo”!
Jost Capito. “Anche a me dispiacerà quando la mia strada divergerà da quella di Volkswagen! È la Mia squadra, il Team che abbiamo cresciuto insieme e con il quale abbiamo saputo vincere…”
Mi spiace, non è di questo che volevamo parlare, il presente è talmente ricco di spunti che è un peccato andare a “ficcare il naso” nel futuro. Torniamo ai giorni nostri dunque.
JC. “Sì, sono d’accordo, il presente è fantastico, ci sono quattro costruttori, e presto saranno cinque, coinvolti. Questo non era mai successo nella storia del WRC. C’è da essere veramente eccitati dalla prospettiva, e intanto è un buon motivo per lavorare ed essere pronti già da ora alla prossima stagione. È il motivo per cui siamo particolarmente concentrati sullo sviluppo della Macchina del prossimo anno, e non troppo su quella di quest’anno.”
Forse è per questo che la stagione pare diventata, se non incerta, almeno più aperta? O è piuttosto una questione che alberga da un’altra parte?
JC. “Io penso che sia soprattutto lo stesso Ogier a mettere pressione su sé stesso. È comprensibile, Sébastien è un autentico sportsman, ed è chiaro che corre per vincere. È altrettanto chiaro, tuttavia, che è messo dai regolamenti in una situazione nella quale vincere è difficilissimo. Specialmente in questa parte del Mondiale, Messico, Argentina, Portogallo e Sardegna, quattro Rally in fila nei quali partire per primo è un grande svantaggio.”
Di conseguenza, anche Jost Capito si sente sotto pressione?
JC. “Io vedo e penso ad altro. A cose più eccitanti. Hyundai ha fatto un grande salto in avanti nell’ultimo anno, la loro Macchina è molto buona, e il gap con la nostra sta diventando più piccolo. Ma questo fa parte del gioco, e rende le vicende più emozionanti. Poi c’è Latvala. Jari-Matti può vincere dei Rally, e non tutti i risultati negativi che ha ottenuto quest’anno sono colpa sua. Ciò nonostante conserva una buona attitudine. Per non parlare di Mikkelsen, che è in una buonissima posizione nel Mondiale.”
Tutti sanno che se sei nel Motorsport e ti capitano simili opportunità le devi prendere, è successo e ho continuato ad avere il completo sostegno del Team. La Squadra mi ha sostenuto nella decisione e negli ultimi mesi, e anche per questo le sono infinitamente grato
Il fatto che si sappia che cambierai Squadra incide sull’atmosfera del Team, o hai saputo mantenere lo stesso livello di buon affiatamento con lo staff?
JC. “Nessuna cattiva attitudine. Continuiamo a lavorare con il massimo della concentrazione 24 ore su 24 sette giorni alla settimana. Il Motorsport esige questa particolare dedizione. È così qui e sarà così in McLaren, è un aspetto troppo importante della nostra attività. E poi, sono stato incaricato di costruire questa Squadra, questa è la mia Squadra e non ci possono essere cattivi sentimenti o sensazioni. Tutti sanno che se sei nel Motorsport e ti capitano simili opportunità le devi prendere, è successo e ho continuato ad avere il completo sostegno del Team. La Squadra mi ha sostenuto nella decisione e negli ultimi mesi, e anche per questo le sono infinitamente grato.”
Ti hanno sostenuto, ma forse non gli piace che tu te ne vada…
JC. “Se a loro non piace che io me ne vada, c’è anche una parte di me a cui non piace. Sono onorato di aver avuto questa opportunità, di dirigere la McLaren in Formula 1, ma se ho avuto questa fortuna, è semplicemente perché il Team Volkswagen è così grande. Se non lo fosse, se non avessimo fatto un lavoro così buono, non avrei forse mai avuto una tale opportunità. Per questo sanno e devono sapere che sono grato a tutti loro, a tutti quelli che mi hanno sempre supportato e sostenuto, tutti quelli che non si sono mai tirati indietro, neanche in questa situazione.”
C’è un riferimento abbastanza recente, ma non così felice, che mi fa venire in mente questa domanda: Hai fatto in modo che la Squadra possa andare avanti senza di te?
JC. “La risposta va dettagliata. Sì. L’ho fatto, ma non perché il lavoro per l’anno prossimo inizierà quando io non ci sarò. L’ho fatto, lo abbiamo fatto, perché è nel programma del futuro l’obbligo di pensarci con buon anticipo. Sono fiducioso, abbiamo già lavorato e stiamo lavorando per l’anno prossimo, e sono convinto che il Team continuerà a correre e ad operare nello stesso modo e con lo stesso successo.”
La verità è che ogni categoria del Motorsport ha i suoi punti deboli e le sue emozioni forti, e sicuramente la Formula 1 è uno Sport eccitante
Passerai, anzi tornerai ancora, dalla terra all’asfalto. Che sensazioni ti da questa idea?
JC. “Sono già stato in Formula 1 prima, con Sauber, e ancora sull’”asfalto” con altre realtà. In fin dei conti ho passato più tempo della mia carriera sull’asfalto che sulla terra dei Rally. Ma sono stato anche molto nel fuoristrada… posso dire che vengo dal fuoristrada, che le mie origini sono lì, dove ho corso. La verità è che ogni categoria del Motorsport ha i suoi punti deboli e le sue emozioni forti, e sicuramente la Formula 1 è uno Sport eccitante.”
Cosa conta di più, l’ambizione, la nuova sfida, o una certa stanchezza magari sopraggiunta nella situazione attuale?
JC. “Non penso che si possa parlare di stanchezza. È sempre difficile vincere un Campionato del Mondo, così come non è facile mantenere il “momentum” del Team anno dopo anno. Lo si vede in molti Sport, vincere e poi decadere. Il Team cambia, cambiano le motivazioni, gli stati d’animo, e spingere forte per cercare di mantenere al massimo livello il morale e le motivazioni è un lavoro sempre emozionante. D’altra parte quando ero un ragazzo ero tifoso di Bruce McLaren, l’ho seguito quando ha fondato l’Azienda e costruito le sue prime macchine da corsa. Ho sempre avuto un grandissimo rispetto per il Marchio, e per me è stato un onore quando Ron Dennis mi ha fatto la proposta. Sarà un onore guidare questo Team, un onore lavorare con McLaren in Formula 1. C’è anche l’ambizione, certo, ma soprattutto un senso di grande onore e rispetto.”
Insomma, sei un ambizioso, o un professionista alla ricerca dei massimi traguardi e del massimo livello di operatività?
JC. “Io credo che le due cose non possano vivere separate, e che abbiamo una bisogno dell’altra. Sei vuoi essere un buon porofessionista devi averne l’ambizione e dunque essere anche ambizioso. Sono stato un Pilota, nelle corse il migliore modo di operare è vincere, e dunque l’ambizione spinge in quel senso, altrimenti non fai un buon lavoro. Non vincere non è il modo giusto di stare nella corsa, non vincere è davvero noioso.”
Un ambizioso in senso letterale, dunque, positivo. E come hai fatto a mantenere sempre così alta la motivazione nel Team Wolkswagen? Che tipo di relazione hai stabilito con i tuoi Piloti? Fratelli, figli, collaboratori?
JC. “Ne abbiamo già parlato, credo. Un po’ tutte e tre le cose, direi. Ho sempre considerato i Piloti come dei figli, ma soprattutto perché come i figli hanno differenti attitudini, e quindi hanno bisogno di differenti tipi di approccio. Non credo, d’altronde, che mi vedano come un padre, ma piuttosto come un amico. In definitiva, tutti percepiamo la stessa esigenza di convertire il nostro lavoro in successo, e questo porta a non avere mai degli atteggiamenti sostanzialmente diversi, a considerare l’uno diverso dall’altro, su livelli differenti. Penso che sia questa la ragione che li fa sentire felici, e di conseguenza felice il Team.”
Ho sempre considerato i Piloti come dei figli, ma soprattutto perché come i figli hanno differenti attitudini, e quindi hanno bisogno di differenti tipi di approccio. Non credo, d’altronde, che mi vedano come un padre, ma piuttosto come un amico
E come dobbiamo considerare, per esempio Latvala? Forse si considera più veloce o migliore? È per questo nervoso?
JC. “Non direi. Latvala conosce bene le sue capacità e le sue possibilità. Non ha avuto moltissima fortuna quest’anno, e d’altra parte avere Ogier nella stessa Squadra è sempre una grande sfida. Ogier è stato Campione del Mondo tre volte di fila, e Matti vorrebbe essere Campione anche lui. Ma per vincere dovrebbe essere… Ogier, oppure deve prendere qualche rischio di più. Non è un affare facile, perché sono convinto di avere i due Piloti più forti del Mondo. Ogier ha avuto un avvio di stagione migliore, e ora Latvala per recuperare deve prendere dei rischi.”
Ti sei innamorato di Volkswagen, o sei sempre super concentrato nella tua funzione, sui tuoi obiettivi?
JC. “Mi sono innamorato ad ogni incarico che ho avuto. Forse è questa la ragione per cui ho mantenuto delle eccellenti relazioni con tutti i miei ex colleghi. Sono sempre stati dei bei tempi, e non ho mai avuto rimpianti. Mi è successo sempre così e penso che mi capiterà ancora un futuro, non cambierò.”
Sarà difficile per Volkswagen trovare una soluzione al “problema” che hai creato loro?
JC. “Non credo. Penso che siamo sulla buona strada e che abbiano una buonissima soluzione. Sì, penso che avranno una buona soluzione al mio “problema”!”
Forse non sarà così buona se porterai Ogier via con te, per farlo correre in Formula 1?
JC. “No, Ogier è troppo “vecchio” per la Formula 1!”
Quale è la tua opinione su questo mondo? Gli manca qualcosa?
JC. “Penso che il WRC sia su un buon livello. Quando guardi quello che è stato fatto negli ultimi anni, noti che ha avuto uno sviluppo davvero buono. Sono altresì convinto che il WRC abbia ancora un grande potenziale da sviluppare, e credo che lo sappiano tutti i diretti interessati, la FIA, i Promoter, gli Organizzatori. Penso che tutti stiano lavorando forte, e credo che già l’anno prossimo, con il nuovo regolamento e con l’arrivo di Toyota, vedremo delle belle novità. Cinque Costruttori coinvolti, è davvero una circostanza emozionante!”
Regolamenti. A proposito. Sei d’accordo con quelli nuovi che portano a battesimo le nuove Macchine per la prossima stagione?
JC. “Io credo che i regolamenti siano stati elaborati dopo lunghe discussioni tra la FIA, i Costruttori e gli Organizzatori, e credo che sia la strada giusta. Direi perfetta per lo Sport, il giusto passo successivo. Non troppo costosa per i Costruttori, ma le Macchine saranno più interessanti comunque, e molto più sicure. Direi che è un grande passo in avanti per quanto riguarda la sicurezza, un passo veramente positivo in questi termini.”
Una sorta di naturale evoluzione del precedente regolamento?
JC. “Sì, ogni paio d’anni sarebbe opportuno introdurre dei correttivi e dei miglioramenti, insieme a qualcosa di nuovo. Direi che è un bene, io credo, per qualsiasi Sport.”
Io credo che i regolamenti siano stati elaborati dopo lunghe discussioni tra la FIA, i Costruttori e gli Organizzatori, e credo che sia la strada giusta. Direi perfetta per lo Sport, il giusto passo successivo. Non troppo costosa per i Costruttori, ma le Macchine saranno più interessanti comunque, e molto più sicure
Un’”evoluzione” auspicata anche per quanto riguarda la norma che costringe Ogier a partire sempre per primo?
JC. “Credo che sia una cosa sulla quale stanno discutendo. Il problema è riconosciuto, e penso che nuoccia allo Sport. Per Ogier il problema è che non è sportivo creare così tanta differenza a suo svantaggio, quando per definizione lo Sport dovrebbe fare di tutto per mettere tutti sullo stesso piano. E non è bello neanche per chi è avvantaggiato, perché nessuno sportivo vero può essere soddisfatto se vince grazie a un vantaggio prestabilito. È imbarazzante! E non è giusto che il miglior Pilota, il miglior Team e la migliore Macchina finiscano in situazioni in cui non hanno nessuna chance di vincere. Non è Sport, è danneggiare lo Sport. Uno svantaggio per un Pilota è uno svantaggio per lo Sport. Figuriamoci quando gli svantaggiati sono addirittura tre o quattro. Vado a vedere le prove speciali, e quando vedi passare Ogier, lo vedi che Seb è il migliore, ma quando guardi le classifiche ti accorgi che ha perso del tempo. Come è possibile che accada questo? Come si fa a capirlo? Ma questa è una cosa che sta facendo molto rumore, e che sempre più persone stanno capendo. Penso che il regolamento, al riguardo, cambierà!”
Lezione di musica. Abbiamo “Capito”. Il Motorsport che vince è il concerto di un’orchestra che riunisce i migliori solisti. L’abbiamo capito ascoltando il migliore Direttore d’Orchestra. Ci ha detto tutto? Ancora non ci torna tanta tranquillità. Siamo disposti a fare un po’ di fantamotorsport. Possibile che Volkswagen lasci andar via Capito con tanto fair play? Non è che, magari, lo ha mandato in avanscoperta, in “ricognizione” con l’idea di raggiungere l’ambiente della Formula 1? Non che, magari magari, si è messa in testa di comprare McLaren e “ricompattare” la vecchia Squadra?