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Villa Carlos Paz, 24 Aprile. Piove a Villa Carlos Paz, e la nebbia avvolge le Speciali sulle montagne, dove volano i Condor e gli Assi del WRC, ma non gli elicotteri, e le vie di accesso alle speciali sono sbarrate agli spettatori. Le alture dell’ultima giornata del Rally Argentina sono avvolte nel mistero e vietate agli umani. Poche notizie, molta attesa, e la tensione che nei giorni scorsi era sotto controllo va istantaneamente a fondo scala. Poi il cielo si rischiara, e il teatro della grande sfida, almeno nella parte finale, si illumina. È Francia contro Nuova Zelanda, ma non è Rugby. È Sébastien Ogier, trenta secondi di ritardo, contro l’Astro nascente Hayden Paddon, mai così vicino alla consacrazione. Il Rally soporifero di venerdì, e svegliato bruscamente sabato dall’incidente che ha tolto di scena Latvala, diventa epico.
Ogier, secondo alla vigilia con un ritardo di quasi mezzo minuto, recupera sette secondi al termine del primo passaggio sulla El Condor – Copino vinta da Ott Tanak. Guida al limite, ma non oltre. Paddon, quarto dietro anche a Mikkelsen, non si spiega l’incertezza di alcuni passaggi con il motore in stallo, suspense, e parla di Prova terribile nella nebbia e tra i sassi, cercando di non scomporsi. Ma non sembra tranquillo. È chiaro che sinché Ogier non decide di rischiare il tutto per tutto la situazione rimane nelle mani del neozelandese, e quindi si va al successivo match point.
La Mina Clavero - Giulio Cesare sconvolge il Rally, molto più di quanto abbia fatto il cedimento di Latvala il giorno prima. Quello che era stato un Rally solo a tratti interessante diventa di colpo la sfida del secolo, all’ultimo sangue. Ogier decide, come era da aspettarsi, di giocare il tutto per tutto. Rompe gli indugi e si lancia in un’esecuzione da manuale, perfetta, “violenta”. Stravince la Prova, e mette di nuovo ordine tra le aspettative degli avversari, tutti e indistintamente relegati alle sue spalle ad un ruolo da comprimari. Il gioco è cambiato. Più di tredici secondi a Sordo, quasi venti a Paddon che conserva la leadeship, ma con un vantaggio ridotto ad appena due secondi e 6 decimi. Si salva Marcos Ligato, il profeta in patria che fa ribollire il sangue degli argentini. Il francese ritrova quell fredda attitudine con la quale, descrivendo fatti a suo parere del tutto normali e complimentandosi con se stesso per la buona velocità, tende a demolire gli avversari anche sul piano psicologico. E Paddon questa volta non ha parole, non le trova. Accenna ad un problema di asseto non risolto, le gomme, ma è piccola cosa. Ammette lui stesso che non c’è molto da dire.
Così la finalissima Power Stage del secondo passaggio sulla El Condor – Copina, cielo ancora più plumbeo, diventa la Speciale dell’anno. Il Rally, iniziato giovedì al tramonto, è completamente azzerato e si risolverà con gli ultimi, mitici e micidiali 16 chilometri. Sui piatti quasi in perfetto equilibrio della bilancia, da una parte Paddon a un passo dalla grande occasione della vita, e dall’altra il Campione imbattibile, forte di un crescendo finale che lo ha riportato a ridosso del neozelandese. È sfida aperta, ma chiusa a qualsiasi idea di tatticismo. Gas a fondo.
La finalissima Power Stage del secondo passaggio sulla El Condor – Copina, cielo ancora più plumbeo, diventa la Speciale dell’anno. Il Rally, iniziato giovedì al tramonto, è completamente azzerato e si risolverà con gli ultimi, mitici e micidiali 16 chilometri
Tanak, Neuville, Ostberg e Sordo si migliorano in successione, ma sono solo giochetti preliminari per riscaldare gli animi, inutili perché se l’aria della montagna è ancora fredda e umida, l’atmosfera della passione dei tifosi è già torrida, bruciata dall’attesa del duello finale. Il diversivo ce lo offre ancora lui, Jari Matti Latvala, che tocca di nuovo e ferma la Polo R all’ottavo chilometro della Speciale. Scende in mezzo alla pista e cerca di rimediare, ma il danno non gli consente di ripartire. Gara conclusa, malissimo. Peccato.
Entra in pista Ogier, che si avvicina impadronendosi degli intermedi registrati prima del suo passaggio, ma nel finale è più sporco e conclude al secondo posto alle spalle di Sordo, cinque decimi più “lento” dello spagnolo. “Non potevo fare di più, niente di più che guidare e uscire da questa Speciale così dura!” Scende di macchina e si unisce ai compagni vicino al podio per seguire l’arrivo di Paddon. Ogier ha fatto tutto quello che poteva e doveva fare. Ora c’è solo da aspettare. E quando il fuoco si sposta sulla i20 di Paddon è per scoprire che il neozelandese, che una PS prima non aveva più niente da dire, ha disintegrato gli intermedi e sta volando via più veloce del Condor, più rapido di Ogier. Paddon si esprime ora in un altro modo, in un’altra lingua, più spettacolare ed eloquente. All’arrivo è ovvio tripudio, sbalorditiva constatazione. Non solo non ha perso nulla di quei due secondi, ma ne ha addirittura aggiunti 11 e 11 e mezzo a Sordo e Ogier. Paddon e la i20 vincono il Rally YPF Argentina 2016. Giganti! Hayden Paddon, il suo primo successo Mondiale, il primo neozelandese vincitore di una Prova di Campionato del Mondo WRC. Straordonario, Pilota stratosferico! Un amico mi sussurra: “Te lo avevo detto, è lui il nuovo Crack!” Il navigatore di Paddon, John Kennard, sembra averci sentito, e comunque aggiunge: “Hayden diventerà Campione del Mondo.”
Volkswagen non riesce a migliorare il suo già strepitoso record di 12 vittorie consecutive, e Ogier non riesce a vincere l’Argentina, da due anni “stregato”. Ogier e Mikkelsen sono comunque sul podio, ma solo il secondo pare davvero contento per la vittoria del Kiwi.
Hayden Paddon, Geraldine, regione maori di Canterbury, Isola Sud, ha compiuto 29 anni durante le ricognizioni del Rally Argentina. Chissà se è lì che ha pensato al suo regalo di compleanno. Dal 2007 in compagnia fedelissima dello stesso navigatore, John Kennard, il Pilota neozelandese è partito nel 2002, portato al debutto dal padre-Pilota Chris che già prima lo aveva avvicinato ai Kart, ma è solo nel 2007 che inizia a farsi largo, con il debutto nel WRC di casa, in questo “mondaccio di scalmanati”. In tutto questo tempo coltiva diligentemente il ruolo di idolo dei Kiwi vincendo, o tutt’al più piazzandosi, quei mitici Rally che si corrono all’altro capo del Mondo, Otago, Whangarei, Wairarapa, Nelson, diventando tre volte Campione Nazionale e, nel 2011 ancora con il sostegno dei suoi fans, Campione del Mondo Produzione.
Dal 2014 qualcuno crede seriamente in lui, lungimirante Hyundai, e lo associa al progetto di sviluppo della i20 nelle sue ormai multiple declinazioni, lo catapulta in prima Squadra già lo scorso anno, e quindi lo “blinda” con un contratto di tre anni. La chiave di volta è l’inizio di stagione. Coinvolto, ma non stressato, nel ballottaggio tra le due Squadre Hyundai, in Argentina, per esempio, non porta punti alla Marca, Paddon ha il compito di correre senza pressione l’ultima stagione prima dell’arrivo della nuova Hyundai WRC del capitolato 2017. È una mossa intelligentissima, quel fattore ambientale determinante che senz’altro contribuisce alla sua maturazione agonistica.
Dal 2014 qualcuno crede seriamente in Paddon, lungimirante Hyundai, e lo associa al progetto di sviluppo della i20 nelle sue ormai multiple declinazioni, lo catapulta in prima Squadra già lo scorso anno, e quindi lo “blinda” con un contratto di tre anni
Hayden capitalizza tutto, la crescita tecnica, l’evoluzione delle i20 e il clima no-stress che lo trasforma in un Pilota vincente e di ghiaccio. Il primo segnale è il secondo posto ottenuto in Sardegna lo scorso anno, il secondo quello lanciato in Svezia quest’anno con la i20 WRC New Generation, e il terzo, direi, la vittoria al Rally Otago di Casa con la i20 R5. L’Argentina conclude la prima parte della parabola della carriera di Paddon e, come già fu lo scorso anno per Meeke, è la bacchetta magica che trasforma un Pilota in un Vincente. È la prima volta, e così per la Nuova Zelanda che finalmente ha un Pilota vincitore di un Rally Mondiale. Avanti tutta verso il 2017 della rivoluzione calma, è arrivato un altro Gigante.
Ah, un’ultima cosa. Su Jari-Matti Latvala sono scesi fiumi d’inchiostro, che l’hanno dipinto in tutti i modi, perlopiù definendone i contorni negativi. La maggioranza tende a colorare il finlandese come un inetto, incapace di controllare gli eccessi, sempre deleteri. C’è chi dice che se l’uomo è l’unico animale che può inciampare due volte sulla stessa pietra, Latvala è l’uomo che può farlo più volte ancora, e chi sostiene che accanto al Pilota dovrebbe sedere il suo psicologo. Non ha mai vinto due volte consecutive, e il Messico di un mese fa è stato suo, ed ha sempre saputo offrire lo spettacolo e il calore senza compromessi di grandissime gesta e di madornali errori, trascinando i suoi sostenitori dal cielo all’inferno nell’arco di una prova speciale. Proprio come è successo durante la 14ma del Rally Argentina. Noi siamo dalla parte dei sostenitori, incondizionatamente, crediamo che Volkswagen debba molto al Pilota finlandese, e crediamo anche che Jost Capito lo abbia perfettamente… capito.
Noi siamo dalla parte dei sostenitori, incondizionatamente, crediamo che Volkswagen debba molto al Pilota finlandese, e crediamo anche che Jost Capito lo abbia perfettamente… capito
In un modo molto latino che mi ricorda un suo connazionale Campione straordinario dell’Enduro, Mika Ahola, Latvala è il sinonimo di quella generosità che trascina l’entusiasmo più genuino e spontaneo. Insomma, è ancora il Pilota più giovane ad aver vinto un WRC ma non è diventato Campione del Mondo lo scorso anno, come aveva spavaldamente dichiarato, ed è ormai difficilissimo che possa farlo quest’anno, ma il WRC e i Rally devono molto a questo geniale e irruente Campione. Tutto questo per esternare il nostro dispiacere per il clamoroso epilogo della Corsa di Latvala, e per passare oltre l’eventuale polemica che sta nascendo attorno al fatto che si sia trattato non di un errore del Pilota ma di un cedimento della Macchina. Poco importa, il fatto è che sono stati sfortunati in due, Latvala e Volkswagen. E anche questo Jost, che gli ha fatto rimettere in sesto la sua Polo R per consentirgli di disputare il Power Stage, l’ha… capito!
Latvala ringrazia i Meccanici, che gli hanno ricostruito la Macchina, ringrazia anche la robustezza della Polo R, riparte, ma non è la faccia serena, allegra del Latvala che conosciamo. Corre, ma a velocità di crociera, e non gli andrà bene neanche domenica. Ma il Suo Rally era già finito il giorno prima.
Classifica Finale Assoluta. 1.Paddon, Hyundai, 3h40m52.9s, 2.Ogier, VW, +14.3s, 3.Mikkelsen, VW, +1m05.2s, 4.Sordo, Hyundai, +1m17.1s, 5.Østberg, Ford, +4m56.7s
Foto: Manrico Martella, Federico Baratella, Santi Monti, Gustavo Tissera, Javier Leali, Walter Esper - PURE WRC, Hyundai