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Trier, 20 Agosto. La resistenza di Mikkelsen agli attacchi di Ogier, bella, dura fino allo spartiacque della prima Panzerplatte Lang. Anzi, fino a quel punto del Rally Germania 2016 “edition”, la “terza” guida Volkswagen osa addirittura e regola con una certa autorità, ma di misura s’intende, il Campione del Mondo. Questo accade nella fase delicatissima delle prime tre speciali del mattino di sabato quando, dopo aver vinto la prima, Mikkelsen riesce comunque a mantenere vivo il “contatto”, e aperto il confronto, con il più esperto compagno di Squadra. La faccenda è delicatissima per tutti, il meteo non è chiaro e scegliere giusto diventa quasi impossibile. Troppo dure le gomme di Ogier nelle prime PS, troppo morbide nella lunghissima volata del finale del primo giro. Contraria la situazione di Mikkelsen, ma con le stesse caratteristiche di incertezza, di difficile confidenza con le piste di cemento mangiato dai carrarmati del campo militare di Baumholder. Ma la seconda tappa non è destinata ad essere risolta sul filo dell’incertezza e dei decimi di secondo, come è accaduto fino alla penultima prova del mattino. Arriva dunque la “lunga”, oltre quaranta chilometri e un dedalo di incroci, curve secche, blocchi di cemento e prati a bordo strada, e la storia prende un’altra direzione. Una vecchia, ben conosciuta direzione!
Un tempone, sono stupiti per primi proprio i suoi avversari, e Ogier si installa definitivamente al comando della trappa. È la speciale chiave del Rally, non solo perché è la più lunga e difficile, ma perché costa cara all’Equipaggio Lefebvre-Moreau, vittima di un incidente dopo 12 chilometri. La Macchina tocca sui paracarri a lato della strada e urta violentemente, l’Equipaggio è evacuato in elicottero, e le notizie che tardano creano preoccupazione, ma per fortuna l’incidente non ha preso la piega che si è temuto in un primo momento. Pilota e Navigatore sono fuori pericolo ma restano in ospedale, il navigatore viene operato subito per ridurre la frattura di una caviglia. Spingevano troppo? Volevano dimostrare qualcosa di prematuro? O semplicemente volevano mettersi in mostra agli occhi dell’ancora indeciso Matton per un posto nella Squadra Citroen? Forse solo sfortuna, peccato, auguri comunque.
In testa al termine della prima tappa, e vincitore della Speciale di apertura della seconda, Mikkelsen non si è più ripreso dalla legnata della prima Panzerplatte, e il sabato sera sembra un po’ la vittima designata del giorno. Non è così, non del tutto, ma in un certo senso Ogier ha indirettamente umiliato proprio con il compagno di Squadra, al quale ha offerto le peggiori strade che poteva conciare con i suoi passaggi devastanti. Per una volta partire per primo è un vantaggio, e Ogier ce l’ha messa tutta per portare sull’asfalto che dovrebbe pulire tutta la sporcizia che poteva raccogliere ai bordi delle curve. Mikkelsen ci ha provato, per un po’ ha resistito, poi si è arreso. Tutto qui. Il podio diventa un rebus. In tre per due posti. Oltre a Mikkelsen, in calo ma tenace, bussano Sordo, che ha vinto il Rally Germania nel 2014 con la Citroen, e Neuville vincitore nel 2014 con la Hyundai. Adesso corrono entrambi con la i20 New Generation, corretta evoluzione della Macchina precedente e giusto presupposto della 2017 che muove i primi passi in privato.
Giusto che siano i due Piloti Hyundai i cacciatori di Mikkelsen e del Podio. Hanno esperienza, ma la interpretano in maniera totalmente differente. Neuville non trova pace, Sordo è zen. A giudicare dal freddo risultato, la pazienza dello spagnolo vince, ma se si guarda allo scarto fra i due al termine della tappa, tre decimi di secondo, diventa difficile dire quale attitudine sia la migliore
Giusto che siano i due Piloti Hyundai i cacciatori di Mikkelsen e del Podio. Hanno esperienza, ma la interpretano in maniera totalmente differente. Neuville non trova pace, Sordo è zen. A giudicare dal freddo risultato, la pazienza dello spagnolo vince, ma se si guarda allo scarto fra i due al termine della tappa, tre decimi di secondo, diventa difficile dire quale attitudine sia la migliore. In concreto Sordo non ha sbagliato, non ha strafatto, non ha approfittato troppo dell’esperienza sugli asfalti cementati del Germania, e la curva piattissima della sua gara lo porta alla fine della seconda tappa a ridosso di Mikkelsen. Neuville è uscito di strada, ha perso il servosterzo, ha sbagliato gomme, si è come al solito lamentato, anche quando ha vinto due speciali di fila, pur corte, ed è ancora lì. Il belga sembra una star capricciosa, e forse è giusto che abbia anche lui la sua piccola rivincita, conteso, se si può dar retta alle chiacchiere, da Citroen che lo vuole per la sua “bomba” C3, Toyota che non può arrivare da flop, e Hyundai che è al crocevia del suo futuro. Comunque, sono in tre in un fazzoletto di quattro secondi. Oltre a Ogier che andrà a caccia dei punti Power Stage, quindi, la domenica svelerà anche l’evoluzione del confronto per i restanti posti del podio. Stando così le cose, s’intende.
Alla fine della seconda tappa, la più lunga del Germania numero 34, non c’è da rimanere stupiti, e probabilmente la domenica è già scritta, e incrociamo le dita per Tempestini che sta volando in testa alla Junior. Ma è a un altro a cui alludiamo. Ogier, metà delle prove speciali vinte tra quelle disputate e trenta secondi di vantaggio, torna ad occupare la posizione che si è guadagnato in tre anni di dominio assoluto, e che solo un capriccio di pur buone intenzioni regolamentari ha oscurato per ben sei mesi, diciamo dal Rally di Svezia. Ora, i giochi non si possono dire fatti, manca ancora, infatti, l’’ultima tappa del Rally, ma intanto l’impressione è che il tri-Campione sia riuscito a togliersi qualche sassolino dalle scarpe.
Ogier, metà delle prove speciali vinte tra quelle disputate e trenta secondi di vantaggio, torna ad occupare la posizione che si è guadagnato in tre anni di dominio assoluto, e che solo un capriccio di pur buone intenzioni regolamentari ha oscurato per ben sei mesi
Dovesse, come gli auguriamo, riuscirci, la polemica è già servita, e si veste dei colori della risposta per le rime che qualcuno ha già dato alla provocazione di Jost Capito a Kris Meeke. Che si dirà ora, che dirà il Boss in partenza, adesso che Ogier è super avvantaggiato dall’ordine di partenza? Niente, tuttalpiù che c’è giustizia, finalmente!
Foto: Manrico Martella, Jakub Pojcmz, Fabrizio Buraglio, PURE WRC AGENCY