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Deeside, 30 Ottobre. No rain! No rain! Come a Woodstock il pubblico reclama un fine rally da estate e eccezionalmente, magari moderatamente, adeguato all’anticipo di date che è venuto con la pazza idea di inserire nel calendario Mondiale del WRC il Rally Cina, poi annullato con buona pace (e contentezza) di quasi tutti. Il Signore si commuove e concede una mattina non piovosa, ma ugualmente molto umida, cosicché le condizioni del terreno nel sottobosco delle leggendarie foreste del Galles sono forse migliori per gli spettatori, ma non certo per gli Equipaggi alle prese con l’ultima tappa del Galles 2016. Ogier non parte per primo, ironia della sorte di un anno da dominatore strozzato da un regolamento che lo prende in giro, puntualmente, fino a domenica mattina, ma la musica non cambia.
C’è del lavoro da fare. In Corsica, il Rally di casa e Volkswagen hanno consegnato al Pilota e al Navigatore il quarto Titolo Mondiale consecutivo, e a quel punto facevano 11, e adesso tocca all’Equipaggio restituire il favore e consentire alla Marca, Volkswagen per chi non fosse riuscito ad intuirlo, di diventare Campione del Mondo Costruttori… per la quarta volta consecutiva. Apparentemente, sulla strada dell’en plein record di quella che di lì a qualche ora passerà alla storia come l'invulnerabile era Volkswagen, c’è solo un fattore psicologico che viaggia, come un treno, sotto le mentite spoglie di un pilota, Ott Tanak.
L’estone, infatti, è il colpo di scena vivente del Rally Galles edizione numero 72. Sarà la certezza che disputerà la stagione 2017 da Ufficiale Ford M-Sport, sarà quell’allineamento di astri che consente ad un buono di diventare un giorno super, sta di fatto che Tanak non lo poteva pensare così veloce, e costantemente veloce, nessuno. Nemmeno i suoi più incalliti sostenitori, come sempre numerosi e… rumorosi.
Il fattore psicologico sta nel fatto che quando il migliore si trova sulla strada un Pilota che lo batte, e a più riprese, a volte perde la testa e fa una stupidaggine. Forse, tuttavia, nel quadro descrittivo del Campione Ogier bisognerebbe includere di default l’assoluta refrattarietà del fuoriclasse francese a cascare in una simile trappola, e la storia si spoglierebbe di qualsiasi tensione. Il Rally diventa come un modulo da compilare, diligentemente e senza commettere errori. Da una parte il Galles è dunque il Rally di Tanak, dall’altra lo è ancora una volta del Campione del Mondo.
Tanak è il colpo di scena vivente del Rally Galles edizione numero 72. Sarà la certezza che disputerà la stagione 2017 da Ufficiale Ford M-Sport, sarà quell’allineamento di astri che consente ad un buono di diventare un giorno super, sta di fatto che Tanak non lo poteva pensare così veloce, e costantemente veloce, nessuno
Tanak mette le ruote nel posto giusto, infallibilmente, e allo stesso tempo sostiene un ritmo indiavolato. Non fosse la penultima prova del Mondiale sarebbe la migliore promessa e garanzia di una stagione al fulmicotone, ma è comunque nel ritmo e nella caparbietà a stare davanti che Tanak si mostra come perfetto protagonista del Rally. A dimostrarlo un curriculum di giornata stellare, costellato di sei vittorie sulle altrettante Speciali rimaste da disputare nell’ultima Tappa della Corsa, che portano al lusinghiero “bottino” di 12 vittorie su 22 PS, al successo in due delle tre Tappe del Rally e alla conquista anche dei tre punti della vittoria nel Power Stage. Probabilmente Ott Tanak non avrebbe potuto fare di meglio. O forse poteva, Ogier permettendo, svegliarsi prima e partire con lo stesso risultato, in modo da rovesciare la situazione venutasi a creare al termine delle prime due Speciali, allorché Ogier con un secco due a zero aveva preso immediatamente il volo lasciandosi alle spalle un fossato di 12 secondi rivelatosi “inguadabile” per l’estone volante.
Da lì in poi il Rally ha visto crescere costantemente Tanak, fino all’en plein capolavoro di domenica, e non dimentichiamoci dei meriti del Team DMack, ma allo stesso tempo offerto un non meno avvincente capitolo della stupenda opera di Ogier, artista incommensurabile nella tecnica di gestione del Rally e del patrimonio di vantaggio acquisito. Retorica tesa ad enfatizzare l’abilità del francese? Beh, concedetecelo, e rimandatevi a un particolare curioso. Dopo due speciali Ogier aveva dodici secondi di vantaggio, al termine del più bel Rally dell’estone, il ritardo di Tanak era di dieci secondi. Vuol dire che abbiamo assistito un po’ inconsapevoli a due modi di interpretare lo stesso evento. Da una parte in modalità “flat out”, Tanak, dall’altra in mode “surgical”, Ogier, preciso come un laser a lasciarsi erodere poco alla volta, come gutta cavit, un vantaggio che solo lui poteva gestire, rimanendo in testa per 22 su 22 prove speciali, e rendere di conseguenza incolmabile.
Forse poco spettacolare, ma il Rally del Galles 2016 è il teatro di un doppio capolavoro realizzato con tecniche antitetiche, capace di dare un’idea molto bella dell’estrema qualità del WRC.
Un testa a testa, e niente altro nel report da Deeside? Ebbene sì, con una sola “assoluzione”, quella di Thierry Neuville autore di un “lungo” di mattina presto, ma soprattutto di un terzo posto che, seppure messo in ombra dal duello di testa, ha un significato importante. Intanto è il risultato che porta Hyundai al secondo posto nella graduatoria Mondiale dei Costruttori, un premio meritatissimo che la Casa coreana non aveva mai avuto l’onore di ottenere, ed è anche il sesto podio, il quarto consecutivo, del Pilota più discusso degli ultimi due anni, che si conferma invece veloce e costante. Il finale di Mondiale dirà, ma lo sta già dicendo, se Neuville tornerà ancora ad essere quel vice-Campione del Mondo migliore promessa degli anni 2010, ma intanto il passo avanti fatto in Galles con la “collaborazione” delle disdette di Mikkelsen e Latvala, fermati da un similare problema di trasmissioni, mette in luce anche la necessaria freddezza con il quale il Pilota belga, fresco di intelligente conferma per il futuro Hyundai, si candida di nuovo ad un ruolo di attore protagonista per i Mondiali che verranno.
Nient’altro da dichiarare, Paddon si è fatto vedere, poco e a ritmi alterni, e Meeke lo si è visto nell’ombra di sé stesso (ma alla fine bisogna riconoscere che la DS3 ha disputato un’eccellente ultima stagione “inerziale”). Nulla da dichiarare anche da parte di Sordo e Ostberg, in classifica ma talmente lontani da chiedersi se correvano con una R5, distante ma avvincente categoria “monomarca” che invece ha messo in fila le Skoda di Lappi, Tidemand, Suninen e Kopecky.
Quasi una “consuetudine”, invece, il riconoscimento a Simone Tempestini e Giovanni Bernacchini, in Corsica Campioni del Mondo Junior e in Galles Mondiali WRC3.
E ora? 18 novembre, Rally Australia.
Foto: Manrico Martella, Fabrizio Buraglio