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Bastia, 2 Ottobre. Non si può dire che non ci abbia provato. Non uno solo giorno che Kris Meeke non abbia voluto far vedere quanto valgono la sua classe ormai esplosa e la Macchina con la quale vive uno stupendo anno sabbatico. Anno d’oro, che proietta il super confermato Pilota Citroen tra i più forti Piloti in attività, forse secondo al solo Sébastien Ogier. Visto venerdì, a un pelo da Ogier, visto sabato, davanti a Ogier, ma visto in entrambi i giorni colpito duramente dalla sfortuna o dall’eccessiva verve. E visto finalmente nello splendore del 70mm, come dicevamo delle pellicole, nella giornata finale del Rally Francia. Vincitore delle due Speciali, dominatore della tappa e del Power Stage, implacabile e imprendibile, su un altro pianeta. Ora, i casi son due. Anzi, tre. O Yves Matton vuole vendere cara la pelle della DS3 pronta per la pensione, oppure questa DS3 è già una C3 “travestita”. Terzo caso, il cocktail di anno sabbatico, seguìto a quello del primo successo in Argentina, e di conferma del contratto dopo una stagione di battibecchi infiniti con il suo “Boss”, ha messo le ali all’irlandese.
Mettiamoci pure che a Ogier poteva interessare di finire in bellezza, ma ancor di più di non correre rischi dopo il bottino pieno dei due primi giorni del Rally, e che quindi abbia deciso di tirare definitivamente i remi in barca infischiandosi anche dei tre punti del Power Stage, e mettiamoci pure che non tutti i protagonisti più in vista del Mondiale non fossero nella loro giornata felice. Mettiamoci pure che sia Neuville che Mikkelsen non hanno concluso il Rally “pulitissimi”. Metttiamoci quello che vogliamo, insomma, ma anche facendo il massimo sforzo alla ricerca delle solite circostanze attenuanti, la “mazzata” della domenica del Rally di Francia è potentissima. La "legnata“ è nella Antisanti - Poggio Di Nazza, 53,78 chilometri, 35 secondi al ritrovato Paddon e via così fino al minuto, un abisso di distacco che la dice tutta, e una “rifinitura” eccellente, preziosa, nella Porto Vecchio-Palombaggia, mezzo secondo sui dieci chilometri del Power Stage a Mikkelsen, e uno e mezzo a Ogier, che significano molto, non solo per l’aspetto televisivo del colpaccio.
Peccato che, chiaramente, se le dimensioni dell’affermazione domenicale di Meeke portano acqua al valore della prestazione pura, il Rally era comunque già assegnato, e così le posizioni sul podio, per cui il risultatone ci stava ma non deve sorprendere troppo. Peccato perché il finale del Rally ci fa rimpiangere ancora di più il grande spettacolo del duello tra Meeke e Ogier, perso per una circostanza maldestra e uno strafalcione del britannico.
Detto di Meeke e della sua impresa, che è una di quelle che, come capite, scalda il cuore, è giusto riprendersi dalle emozioni e rivalutare il complessivo del Rally di Sébastien Ogier, che cose altrettanto impressionanti aveva già fatto vedere sia venerdì che sabato, e che aveva il sacrosanto diritto di andare alla conclusione a mani basse. Può sorprendere che abbia alzato le mani nel Power Stage, ma la verità è che seguire Meeke nella sua “folle corsa” portava con sé delle grosse incognite, per cui è plausibile che la commissione grandi rischi di VW Motorsport, da oggi presieduta da Sven Smets, abbia optato per una risoluzione più accorta e sicura.
Del resto Mikkelsen, con il terzo posto praticamente sicuro ci aveva messo un fermo, e la questione del quarto Mondiale non poteva essere risolta in Corsica. Adesso arriva la Spagna. Ogier ha 195 punti, 68 più di Mikkelsen e 83 più di Neuville, che si è ripreso bene ed occupa ora la terza posizione nella graduatoria Mondiale. Al francese basta ottenere un podio, un terzo posto più un punto di Power Stage, e sarebbe cosa fatta bene se il Titolo personale arrivasse insieme a quello dei Costruttori al termine del 50° Rally della Squadra Monstre che ha cambiato la faccia del WRC. Per oggi e per il primo impegno ufficiale del nuovo direttore di Volkswagen Motorsport bastano la 40a vittoria della Polo R WRC in 49 Rally disputati, e il 36° successo dell’Equipaggio Campione del Mondo, il quarto quest’anno.
Poche briciole per gli altri, quelli che restano fuori dal podio e a cui vanno riconoscimenti di cortesia. Fatta eccezione per Craig Breen, che porta a casa e a Citroen un gran bel quinto posto, che potrebbe valergli un contratto, magari a mezzo servizio ma quanto basta per fare un altro anno in una buona famiglia. C’è una certa desolazione alle spalle dell’Ogier e del Meeke di oggi. Mikkelsen ha ben figurato al suo 75° Rally, ma non ha mai dato l’impressione di minacciare la leadership di Ogier, e difatti il massimo che ha ottenuto è un “pareggio” con il suo compagno di Squadra. Neuville ha morso il freno, ha vinto una speciale sabato, ma non ha sbagliato e non si è lamentato, come fa di solito a gran voce. Quando si è accorto che il differenziale non andava, ha finito il giro e ha chiesto, garbatamente, un cambio all’assistenza. Sta diventando grande, il belga. Giudizio neutro per Paddon, che non si riconosce sull’asfalto, anche se domenica è stato l’unico che ha provato a star dietro a Meeke nella “lunga”, per Latvala, che non si capisce come mai abbia avuto problemi ai freni per ben due giorni (forse si provava del materiale da… scartare?), e per Sordo, terzo all’inizio del Rally ma poi messo in ombra da una foratura. Sicuro che le Fiesta R5 vanno proporzionalmente meglio delle omologhe WRC, basti dire che Evans, non solo per via della Macchina il migliore della stagione WRC2, è ormai a ridosso dell’ultima Fiesta WRC, nel caso specifico quella di Tanak.
E i nostri? Bertelli non ci ha capito nulla con le gomme e con un misterioso problema che non si spiega, e ha chiuso al 17° posto, giusto una posizione davanti a Andolfi che debuttava con la Hyundai R5.
Ah, un’ultima cosa: Simone Tempestini e Giovanni Bernacchini sono Campioni del Mondo! Junior? Sì, e da dove hanno cominciato, a 22 anni, alcuni degli dei di oggi? Congratulazioni, non era mai successo. Perché non andiamo a dirlo, che so, a Toyota che non sembra non decidersi a mettere insieme l’Equipaggio ufficiale delle Yaris 2017? Ah, già, il Titolo vale a Tempestini sei gare di WRC2 2017 con una Citroen R5.