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Jyväskylä, 30 luglio. Valli a capire, certi eventi. D’un tratto strisciate infinite di pronostici vanno a farsi benedire e le sorprese prendono il sopravvento. Ti dispiace considerarle tali, e così le sorprese diventano colpi di scena o riscatti, ma la situazione reale non cambia. C’è qualcosa di nuovo nell’aria, anzi di… strano. Campioni inarrivabili costretti a un ruolo da co-protagonista, eroi nazionali che non mordono abbastanza e inseguono frustrati, macchine che non stanno in strada (e i loro Piloti che se ne lamentano). Poi arrivano un Pilota e una Macchina, nella circostanza a mezzo servizio, e le suonano a tutti, indistintamente Campioni e Rivelazioni, Esperti e Capitani Coraggiosi. Tocca considerarli una sorpresa, ma non è onesto per quel Pilota e per quella Macchina, e poi non è la prima volta che accade, e quindi è un vizio o un dato di fatto.
Eccoli, i fatti all’ordine del giorno. Kris Meeke e la Citroen DS3, un Equipaggio e un Team in regime di tregua, quest’anno, per prepararsi dignitosamente al grande ritorno l’anno prossimo, con una nuova Macchina. Un Rally ogni tanto, tanto per tenere tonico il sistema, ma la testa già altrove. Le quattro Speciali vinte venerdì, e la leadership conquistata e mantenuta, seppure di misura su Latvala, avevano permesso che si guardassero le cose da un’altra prospettiva, ancora difficile da dare per certa, ma le quattro Speciali vinte sabato sono una sberla di tale potenza da far impallidire non soltanto il povero, e incolpevole Latvala, ma l’intero schema del Rally più veloce della stagione. Ma non basta, il colpo di grazia, o almeno qualcosa di molto simile, non arriva alla fine del duello a decretarne la fine, ma subito, all’inizio, ed è ambientato cinicamente nella Prova che è l’icona del Rally Finlandia, la SS13 Ouninpohja.
Una trentina di chilometri di montagne russe, di concatenazioni di curve e di dossi, di salti e di curve cieche, il tutto a medie da capogiro in uno scenario spettacolare. Una prova speciale vertiginosa, emblematica e fatale per le velleità del Pilota di casa, da quel momento residue e poco o per niente convincenti. È la svolta. Meeke dice che non ha mai guidato con così tanto piacere e così efficacemente, e Latvala ammette che è andato al massimo e di più, che oltre non sarebbe stato sensato spingere, ma che è stato inutile, inefficace contro la bravura del Meeke di oggi. La forbice, al termine di quella Speciale, è di tredici secondi, un’enormità anche per la più tenace corazza psicologica. Latvala manda giù l’amaro calice, la Polonia insegna che non bisogna darsi per vinti fino alla fine del Power Stage, ma il terzo Finlandia consecutivo, e il quarto della carriera, si allontana. Meeke vincerà altre tre prove speciali, Latvala neanche una, e alla fine della seconda tappa l’Ufficiale Citroen andrà al riposo con la corposa sensazione di avere il Rally in tasca. 41 secondi di margine per passeggiare nelle due più due prove speciali di domenica. Ma la Polonia insegna… Insegna o è soltanto un diversivo?
Che succede? Le Polo non vanno più forte come un tempo? Forse un pelo meno, si tratta ormai di materiale a “calo”, ma le medie di Latvala non lo confermerebbero. Il sistema VW non è più così imbattibile? Anche di questo dubito. È che Citroen e Meeke hanno trovato un equilibrio perfetto, che non è solo tecnico ma anche e soprattutto psicologico, tale da portare al massimo dell’efficienza un “pacchetto” che è ormai a saldo. Ma il pacchetto è ancora buono, molto buono, e lo conferma un altro fatto “strano” della seconda tappa del Finlandia, il terzo posto di Breen, che pure è andato molto bene, e giustamente è la lieta sorpresa del Rally, ma non benissimo.
Fatto sta che il fossato tra i primi due, Meeke e Latvala, e gli inseguitori all’attacco del terzo gradino del podio, è imbarazzante per l’allegra compagnia che più che un backup sembra una retrovia. In 30 secondi sono in sei a disputarsi un terzo posto di lusso occupato a rotazione. Breen, che è in vantaggio, ma con un margine ridicolo, Tanak, che nonostante una seconda foratura, è quarto al termine di un recupero furibondo che, metterei la mano sul fuoco, non è ancora finito, l’invisibile ma non meno evidente Ostberg e Mikkelsen, che è stato terzo ma poi è sceso al nono posto per un’uscita di strada, come quella di Ogier ma meno “dolorosa”. E in mezzo, quinta e sesta, le due Hyundai, Neuville fino a venerdì sera terzo e Paddon rinvenuto da dietro. Il “live” lo tiene Neuville, che continua a non sentirsi “comodo” nella Macchina, che lamenta regolazioni inefficaci, che ribadisce di star dando il massimo, ma che oltre non si può andare. Certo, se l’obiettivo del belga è prolungare il contratto, Neuville non è il miglior PR di sé stesso, e infatti la i20 risulta più piacevole nel secondo giro, una volta trovata la regolazione. Ma è un fatto che né Neuville né Paddon sono così veloci da imporre una qualche autorità, Abbring oltre il decimo posto tanto meno, e evidentemente non lo è neanche la macchina, schiacciata dalla giornata dorata della Citroen di Meeke e dalla resistenza della Volkswagen di Latvala.
E se quel Finlandia è così “incredibile” per Meeke, figuriamoci se non lo è per noi, che abbiamo un debole per la classe di quell’irlandese scopertosi solo lo scorso anno in Argentina e, oggi, un osso duro per gli avversari tutte le volte, per fortuna poche quest’anno, che si presenta a correre
Gli altri fatti. Ogier fermo ancora prima della PS 14, freni, poi ripartito e vincitore di tre speciali, ma troppo tardi e invano, Bertelli e Camilli vittime di incidenti, come succede oggi nei Rally, senza conseguenze serie, ma Simone Scattolin, il navigatore, in ospedale per i controlli.
34 chilometri, due volte la Lempaa e due volte la Oittila. Non manca molto perché un britannico riesca finalmente a vincere in Finlandia. E se quel Finlandia è così “incredibile” per Meeke, figuriamoci se non lo è per noi, che abbiamo un debole per la classe di quell’irlandese scopertosi solo lo scorso anno in Argentina e, oggi, un osso duro per gli avversari tutte le volte, per fortuna poche quest’anno, che si presenta a correre.
Foto: Manrico Martella, Francesco Morittu, Ronnie Sbaragli, Carlo Franchi, Suti Salonen, PURE WRC