WRC16 Argentina. Latvala (VW Polo R) in testa al termine della prima Tappa

WRC16 Argentina. Latvala (VW Polo R) in testa al termine della prima Tappa
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Il finlandese vince 4 delle 8 Speciali del giorno, e conduce con margine di 8 secondi, “giocabile” per il Campione del Mondo. Ottima performance di Paddon, e buona di Mikkelsen. Sfortuna e problemi per Neuville, Tanak e Ostberg, e Bertelli
23 aprile 2016

Villa Carlos Paz, 22 Aprile. Nel WRC tira un’aria strana. Non proprio un vento di tempesta, ma qualche nuvolone carico di pioggia sul suo cielo c’è. Una metafora, eh, in Argentina è autunno, ma il meteo tiene e la serata a venti gradi sul lago è una meraviglia. È che, al service park di metà giornata, questo venerdì che completa la pima tappa di un Rally dall’inizio, come ci aspettavamo, “soft”, c’è tempo per riflettere sui “pettegolezzi”.

È partito forte Ogier, ma Latvala è andato in testa quasi subito, ha vinto le due speciali centrali del mattino e concluso il giro al comando. Neuville, che aveva cominciato bene, quasi subito ha iniziato ad avere i suoi problemi. Sfortunato il belga. Bravo e sfortunato. Questa volta è la macchina, un problema di natura elettrica, il sensore di pressione del carburante disconnesso, introvabile a non essere esperti, e che costa secondi, minuti. Fino a sette. Gara persa. Sistemeranno in due secondi i meccanici all’assistenza. Come si fa a non essere nervosi? La vittoria di Neuville nell’ultima crono del Parque Tematico, sei chilometri, assume un valore simbolico del potenziale di un Pilota che, tuttavia, naviga attorno alla ventesima posizione. Ma, del resto, non hanno saputo o potuto fare meglio né Evans, trasferta sbagliata, né Tanak, idem. A ora di pranzo è Latvala, Paddon, molto bravo, Ogier, e che ve lo dico a fare, Mikkelsen, Sordo e Ostberg. Il più euforico è Latvala, che ammette di mettercela al 101%, il più “onestamente” contento Ogier, che fa da scopa, pulisce le strade ed è lì, a un passo dalla… zampata.

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Torniamo a ragionare. Gli argomenti scottanti, a parte quelli “positivi” per il morale scatenati dalle prospettive del cambio di regolamento e di “codice” da tempo previsto per il 2017, sono a sfondo economico, di sicurezza e ancora tecnico, ma questa volta su scala globale. Il nuvolone è l’incertezza che grava sui Rally di Cina e di Australia. In Cina sarebbero ancora in alto mare, e adesso non ci vorrebbe andare più nessuno, e in Australia il problema è il solito sponsor saltato, le difficoltà a rimpiazzarlo e la candidatura di Perth pronta a rimboccarsi le mani per il Rally Australia. Ma non è facile, né trovare soldi “sostitutivi” ne spostare una storia da una parte all’altra di un continente, per quando uninazionale. Il problema della sicurezza è una spina che si conficca sempre di più sotto pelle. La Mouton sta con il fiato sul collo agli argentini per i fatti del 2015, ma in realtà è tutta la logistica di base dei Rally che è sotto osservazione. Misure straordinarie qui, come abbiamo visto ieri, e recrudescenze dell’ultimo minuto come la chiusura degli accessi al pubblico delle Prove di sabato, ma pensate per essere adottate anche altrove. Non si sa se sono test o reazioni di pura paura, se è un colpo al cerchio e uno alla botte, ma è un fatto che oggi l’ultimo grido è stare a bordo strada col telefonino proteso.

Il nuvolone è l’incertezza che grava sui Rally di Cina e di Australia. In Cina sarebbero ancora in alto mare, e adesso non ci vorrebbe andare più nessuno, e in Australia il problema è il solito sponsor saltato

Ed ecco in atterraggio sulla pista parallela il problema tecnico globale, le nuove macchine in arrivo nel 2017. Vetture più potenti, molto più performanti, forse troppo. È logico chiederselo. La crescita delle prestazioni non dipende solo dalla potenza ma dall’efficienza degli impianti frenanti, delle sospensioni, dei pneumatici, e c’è comunque sempre, la puoi rallentare ma non fermare. In compenso le strade sono sempre le stesse, con le trappole che, pur rimanendo uguali, crescono per livello di insidia. Cresce senza sosta il livello di insofferenza “sociale” per il rischio. E poi il pubblico. Come si fa a tenere un milione di persone a distanza di sicurezza? E gli addetti ai lavori, non sono a rischio anche quelli? E che fai, li sposti fuori, a distanza di sicurezza? E quale è questa distanza? No, non è sempre la stessa, e poi dipende dalla morfologia del territorio. Così, paradossalmente, si rischia di fare un enorme passo indietro e di ripiombare nell’era che mise a nudo l’esagerazione e il rischio delle Gruppo B. E i primi ad avere paura sono proprio i Piloti.

Torniamo in “diretta”. Il secondo giro è un po’ più animato. La seconda Soconcho è di Paddon, ma Latvala vince Samboyo e Santa Rosa, e sembra acquistare sicurezza allungando di poco, ma costantemente, ad ogni passaggio. Il confronto si fa più acceso tra Paddon e Ogier, che si alternano al secondo posto. Questione di decimi a una diecina di secondi di distanza da Latvala. Poi i ritardi si fanno sensibili. Mikkelsen a trenta, Sordo, problemi all’ecceleratore, a quasi un minuto, Ostberg a due. Buona volontà, ma risultati scarsi. Lassù il ritmo è alto. Bertelli, intanto, si è dovuto fermare tra la sesta e la settima Speciale, problemi di motore, poi è uscito di strada nell’attraversamento di un guado.

L’ultimo super test ha un nome nostrano dello sponsor, Fernet Branca. L’argentina è uno dei consumatori record del liquore d’erbe italiano, e coca e fernet sono un “low alcoholic must”. Per noi una novità, una distrazione estiva sul lungo lago di Villa Carlos Paz, perché la giornata si conclude all’acqua santa. Niente che faccia ricordare a questa edizione del Rally Argentina l’inferno dello scorso anno. Cala il sole, entrano a coppie sulla corta, spettacolare prova. Vince Ogier. Latvala è in testa, Paddon terzo alle spalle del Campione del Mondo. Tutto da vedere, e sabato è il giorno dei Giganti, in tutti i sensi.

Foto: Manrico Martella, Federico Baratella, Santi Monti, Gustavo Tissera, Javier Leali, Walter Esper - PURE WRC

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