WRC. Tre Marche per 3 anni: il 2022 ibrido s’ha da fare

WRC. Tre Marche per 3 anni: il 2022 ibrido s’ha da fare
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Hyundai ha aderito, il WRC annuncia un accordo di 3 anni con le 3 Marche “implicate” nel cambiamento, Hyundai, Toyota e, più lesta di tutte, M-Sport-Ford. Ora tocca alla FIA inserire il vialibera in un contesto globalmente definito
1 aprile 2021

Ginevra, 31 Marzo. Si direbbe che tra il “sì” di Hyundai e la firma dell’accordo “pentapolare” sia passato un tempo zero. Forse c’era un po’ di apprensione da parte della Federazione Internazionale Automobilistica e del Promoter WRC, dunque meglio mettere nero su bianco subito.

Con il consenso ultimo di Hyundai, che svilupperà una WRC su base i20 N, mentre M-Sport già provava, i tre Costruttori “attivi” nel Mondiale WRC si sono messi d’accordo e hanno sottoscritto con la FIA e il Promoter un contratto di impegno della durata di tre anni. Accordo di che? Accordo sulla presenza “nonostante” l’ibrido, quindi sul nuovo regolamento che diventa attivo l’anno prossimo, e accordo per una durata che consente al nuovo che avanza (lentamente sinora), di prendere forma, di essere svezzato e di raggiungere un livello di efficienza e consenso tali da rilanciare magari per un altro triennio. Magari e contestualmente, anche di esercitare un certo richiamo su altri attori attualmente latitanti o distratti.

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Questo è l’oggetto della firma, il resto deve venire più avanti ed essere definito in tempo per la vacanz… pardon per il WMSC (World Motor Sport Council) tailandese di Giugno. Non c’è molto tempo e non basta ratificare la decisione presa oggi se non si sarà in grado di dare una forma completa al contesto che deriva dal regolamento, ai parametri dell’annunciata riduzione dei costi e al format dei Rally che, con l’avvento dell’ibrido, dovranno rivedere, speriamo in meglio, alcuni aspetti tecnici, scenografici e spettacolari.

Non è poco ma contiamo che, sotto la cenere del Regolamento 2017 “bruciato” in appena cinque stagioni, stia già covando da tempo quell’evoluzione electric-oriented di cui sembra nessuno potrà fare a meno.

Si parla di realizzare delle vetture, le Rally1 del nuovo regolamento, che costeranno meno, magari da inserire in una filiera più “commerciale” prendendo come esempio la “filosofia” R5 maturata in senso Rally2. Si parla del congelamento dell’attuale status del termico, a luglio con l’omologazione, cui affiancare un ibrido standard, della definizione di una cellula di sopravvivenza a carico della FIA, il che azzererebbe i costi di sviluppo dei singoli Costruttori, di abolire questo e quello, differenziali attivi, sesta marcia, di semplificare e ridurre, sospensioni, di fissare parametri che portino a una maggiore durata di certe parti, per esempio certi particolari dell’aerodinamica. Al più presto si dovrà parlare anche di come confezionare le Gare in funzione dell’intervento elettrico, se imporre che venga utilizzato anche in speciale o solo sui trasferimenti, se pensarlo come una sorta di vetrina o di power booster, insomma di come enfatizzare la sua comunque limitata “partecipazione” all’azione.

Il tempo stringe, sicuramente Jean Todt e Yves Matton, Presidente e Rally Director FIA, hanno tirato un bel sospiro di sollievo. Adesso si può lavorare sul complessivo. In santa pace ma rapidamente.

Niente paura. Sarei propenso a credere che il quadro generale sia già stato dipinto da tempo, e che la stesura dei colori forti sia roba che prende tempo, sì, ma ormai è roba di dettaglio. La FIA è già al lavoro da un paio d’anni almeno, ed ha incaricato fior di esperti e di tecnici per un parto che deve essere indolore, innovativo e propositivo almeno quanto lo è stato il precedente, a suo tempo indubbiamente coraggioso e innovatore.

Francamente non vedo grossi ostacoli su questo cammino. Se si è firmato l’accordo vuol dire che si era… d’accordo, le 3 Marche, FIA e il Promoter, anche a dividersi i compiti dello sviluppo globale e della riduzione dei costi. Per i Team è in passo avanti nel coinvolgimento della gestione della disciplina.

Mi piacerebbe tuttavia assistere a un’evoluzione “consapevole”. Non nel senso ormai troppo comune e sfruttato del termine, bensì coscienti che per arrivare dove punta l’intera macchina industriale automobilistica, continuando ad attribuire al Motorsport il compito di dare il buon esempio, bisognerà prima o poi iniziare “cosapevolmente” a tenere conto degli effetti che questa immane evoluzione potrà avere. Corrente, batterie, materie prime, fabbriche, smaltimento. Non vedo ancora un concetto di “filiera consapevole”, una struttura di pensiero e di pianificazione che contempli un’analisi globale di costi e benefici, e mi spaventa leggere che si pensi di assegnare bollini verdi alle centrali nucleari. È anche questa una direzione contemplata, evidentemente, basta guardarsi attorno e provare a contare le torri di raffreddamento sul pianeta, che spuntano come funghi. Vuoi dire che non è più un problema, o un pericolo?

 

© Immagini Red Bull Content Pool – Hyundai Motorsport - WRC – Toyota Gazoo Racing

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