WRC. Toyota Connected e Gazoo Racing. Connessione, mentalità Kaizen, Auto e Futuro… nel Presente

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La rivoluzione Toyota cento anni dopo la… rivoluzione. Erano 20 milioni di cavalli, oggi nel WRC sono… solo 400, ma imbizzarriti. Prospettiva interessante e niente affatto scontata, finestra su un orizzonte tutto da scoprire
14 settembre 2019

Settembre 2019. America. Circa cent’anni fa. Venti milioni di cavalli, tre quarti dei quali impiegati nel trasporto di uomini e cose. Dieci anni dopo. Quindicimilioni di Ford T hanno spazzato via un concetto di mezzo di trasporto sulla breccia da cinquemila anni. È l’alba del trasporto stradale, urbano, “su gomma”, dell’epopea del motore a scoppio, dell’Auto utilità, servizio, piacere, mito. È la deflagrazione di una rivoluzione di cui si fa fatica a comprendere potenza e portata. Una rivoluzione della tecnologia, più importante dell’avvento della ferrovia e dell’aviazione perché ha “connesso” l’individuo all’esercizio e al piacere personale della mobilità. Chi poteva immaginarlo? Pochi, pochissimi. Anche in corso d’opera.

Cento anni dopo, i giorni nostri. Auto, camion, pullman dappertutto. E connessione. Siamo connessi, connessi a vita. Per la vita. E anche per un grande potenziale di stupidità, c’è un film d’animazione, Wally, che lo racconta bene. Siamo connessi “live” con la famiglia, il lavoro, gli amici, l’immaginario nel quale finiamo per immergerci. Un fiume in piena di utilità e confort nel quale si dissimula e scorre alla stessa velocità anche il rischio. Di perdere il controllo non solo di quello che si intende… controllare, ma di noi stessi. Di finire drogati di connessione.

Un giorno scopriamo Toyota Connected. Startup delle startup, il mondo noto e concretamente solido di un numero 1. Toyota lancia e investe su un’idea, la mette al centro di una struttura operativa di nuova concezione e le affida il compito di sviluppare… idee. Toyota Connected, a Plano, Texas, e a Londra, Inghilterra. Non si producono lamiere, motori, oggetti da scaffale o garage, bensì idee nuove applicabili al core business del Marchio, le Automobili. Si imprime a un contesto già avanzato di mobilità la spinta di un ulteriore avanzamento. Lo scopo “semplice” è quello di elaborare l’evoluzione della mobilità nel senso della sicurezza, sì, ma anche del piacere in un modo naturale, congeniale a un miglioramento della vita. In che modo? Catturando il potenziale della tecnologia e mettendolo in corsa verso un traguardo suscettibile di spostarsi sempre più avanti man mano che viene avvicinato. In questo senso Toyota Connected è la pianificazione di un’esplorazione, un viaggio di scoperta organizzato e fortemente strutturato.

Di primo acchito penso che non l’hanno capita neanche loro ma è scorretto. È solo un obiettivo mobile che si sposta sempre più avanti. Il programma poggia su basi chiare, lo sviluppo del confronto tra reale e virtuale in un contesto di connessione controllata e, molto importante, intelligente. Quello che non è chiaro è dove può arrivare tutto questo, perché non c’è un limite, un obiettivo noto al quale riferirsi. Guarda Venezia, YUKÕ, la flotta di Yaris e Prius ibride… già tanto ed è solo l’inizio.

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Si direbbe niente di più e niente di meno che, cent’anni dopo, una rivoluzione della mobilità tanto importante quanto quella che ha condannato il Cavallo e promosso l’Auto. E che capiremo pienamente solo quando il processo sarà già avanti.

Toyota Connected arriva al WRC e lavora a stretto contatto con i Tecnici del Team Gazoo Racing di Tommi Makinen, allo sviluppo del fattore connessione tra la Yaris WRC Plus, gli Ingegneri, la Fabbrica, il Mondiale Rally. In che modo? Acquisendo, elaborando dati, sviluppando idee e software da restituire al Team e a disposizione del Pilota e del Navigatore. E in che modo? Lo chiediamo a Timothy Waltniel, COO, ovvero Chief Operating Officer, di Toyota Connected Europe.

Timothy Waltniel. “Siamo coinvolti nel Motorsport da molti anni. Il nostro primo obiettivo è sempre stato quello di fare auto migliori. Questo è il primo punto. Oggi la complessità dei dati che possiamo raccogliere in questo ambiente è molto elevata, e così il valore che possiamo elaborare e restituire ai nostri clienti. Vogliamo portare loro i risultati di quello che impariamo, e lo stesso agli ambienti della produzione e del nostro business. Vogliamo mettere in circolazione un numero sempre maggiore di veicoli connessi, processare le informazioni che raccogliamo, produrre e, di conseguenza, offrire ai nostri clienti nuovi servizi. Questo è un elemento base della questione. Un altro aspetto su cui siamo costantemente focalizzati è l’evoluzione della mentalità. Siamo qui con il Team, ed è per vincere. Questo è sicuro. Ci troviamo in un ambiente molto diverso che evolve alla velocità della luce. Sapete che il ciclo di una Macchina da corsa è di un paio di anni al massimo, che un software che richiede mesi di sviluppo può essere superato in due settimane. Per questo siamo così coinvolti nel Rally, per questo chiediamo ai nostri migliori ingegneri di sentirsi particolarmente impegnati, di produrre nuovi valori ogni due-tre settimane. Ad ogni appuntamento del Mondiale WRC siamo in grado di fornire al Team Gazoo Racing nuovi elementi, nuove caratteristiche del software di gestione in grado di portare un contributo all’attività agonistica della Squadra. Si attiva una interazione per cui noi diamo a Gazoo Racing la potenza del dettaglio tecnologico del nostro settore, e Gazoo Racing ci riporta quel tipo di massima perfezione… che è semplicemente entusiasmante.”

Quanta gente di Toyota Connected lavora in simbiosi con Gazoo Racing?

TW. “Al momento abbiamo due/tre risorse completamente dedicate all’attività del Team. E alle spalle la struttura di Londra.”

Timothy Waltniel, COO di Toyota Connected Europe
Timothy Waltniel, COO di Toyota Connected Europe

Una task force di fuoriclasse. Sempre “connessa” con il vostro centro di Londra?

TW. “Seguiamo una procedura differente. Acquisiamo i dati direttamente dalle vetture da Gara e creiamo in loco gli argomenti dei nostri approfondimenti basandoci sui set di dati precedentemente acquisiti. Fondamentalmente quello che facciamo è creare degli approfondimenti di analisi combinando, per esempio, i dati provenienti dalle Yaris WRC con le biblioteche di dati ambientali contingenti, quali le condizioni meteo o delle superfici delle strade. I set di risultati che otteniamo sono immediatamente disponibili per gli Ingegneri del Team e i Piloti, per aiutarli a prendere le decisioni migliori. Il lavoro di Londra, in questo caso, riguarda basicamente lo sviluppo dei software di gestione delle operazioni che vengono eseguite sul campo.”

Chi ha rilevato l’opportunità di una collaborazione così stretta tra Gazoo Racing e Toyota Connected? Toyota? Makinen? Avete proposto voi i vostri servizi speciali?

TW. “In verità non è mai stata presa una decisione unilaterale. L’idea è nata durante una discussione spontanea che abbiamo avuto tutti insieme. La decisione è venuta come evoluzione naturale della discussione e in conseguenza dei modi differenti di affrontare aspetti diversi della gestione delle Corse. Siamo partiti subito, con il Rallye Monte-Carlo.”

Può offrirci un esempio di “prodotto” di questa combinazione di forze, dell’apporto di Toyota Connected alle strepitose vicende del Campionato del Mondo WRC?

TW. “Si, certo, un esempio molto semplice è la scelta delle gomme. E l’esempio… più difficile in tal senso è proprio il Monte-Carlo, il Rally nel quale la scelta degli pneumatici è davvero critica. È una scelta che dipende dal timing, dall’ordine di partenza delle Vetture, dai cambiamenti del meteo e delle superfici, spesso drastici e molto rapidi, quando non improvvisi. Inoltre è la prima Gara dell’anno, e il volume di novità da verificare è enorme. Ecco, già in quel caso abbiamo potuto rilevare che i prodotti delle nostre analisi avevano dato dei buoni risultati. Un altro esempio è combinare l’analisi delle temperature di certi componenti della Vettura con eventuali anomalie di funzionamento che riusciamo a rilevare e, in certi casi, prevenire…”

L'approccio Kaizen si basa sulla convinzione che un miglioramento continuo e incrementale determini nel tempo dei cambiamenti sostanziali. In questo caso, nella relazione Toyota Connected e Gazoo Racing, si tratta di una mentalità Kaizen “veloce” che noi possiamo coltivare attraverso le tecnologie di elaborazione dei dati

Capito, vuol dire che c’è il vostro “zampino” anche nell’evoluzione delle sospensioni per la Turchia. Vuol dire che riuscite e rilevare dei dati che, elaborati sulla base dei vostri software, portano a prevedere certe anomalie?

TW. “Diciamo più correttamente che il processamento dei dati rilevati con i nostri software consente di portare dei miglioramenti ai componenti, all’ingegnerizzazione, di conseguenza alle Macchine. In questo senso riusciamo a prevenire. È il principio Kaizen, una filosofia giapponese di miglioramento che è diventato un argomento chiave nell’evoluzione di Toyota già dalla metà del secolo scorso. L'approccio Kaizen si basa sulla convinzione che un miglioramento continuo e incrementale determini nel tempo dei cambiamenti sostanziali. In questo caso, nella relazione Toyota Connected e Gazoo Racing, si tratta di una mentalità Kaizen “veloce” che noi possiamo coltivare attraverso le tecnologie di elaborazione dei dati.”

Riuscite in questo modo a portare ai massimi livelli la reattività del sistema?

TW. “Io credo che portiamo un certo miglioramento nel gioco consentendo al Team di prendere decisioni più ponderate. Contemporaneamente succede una cosa molto importante, e cioè che “importiamo” la mentalità vincente del Team di Makinen nel nostro Team. Portiamo la mentalità, portiamo il Rally a Londra. Il fatto che noi contribuiamo al successo di un Team vincente trasforma i nostri obiettivi. Non è più soltanto portare dei buoni prodotti sul mercato, è vincere! Vincere diventa il nostro unico obiettivo, portarlo al centro di un ambiente del tutto nuovo e in continua evoluzione. È entusiasmante far salire nuova gente a bordo, raccontare loro la Storia e veder scegliere Toyota Connected invece di Google. Sì, è un’esperienza entusiasmante!”

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