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Olbia, Sardegna, 3 Maggio. Eravamo rimasti che aveva vinto Evans 101%, che Ogier era tornato al comando del Mondiale ma aveva chiesto più velocità, che Hyundai aveva “rischiato” di dominare e invece aveva preso due sberle niente male. Su queste tre punte acuminate poggiava l’esito del Rally Portogallo, un risultato in un certo “fasullo” per aver rimescolato le carte di potenziali e competitività. Infatti, il Campione del Mondo non era riuscito a vincere e la macchina più veloce non era riuscita a far vincere. Tutto il resto era polvere di stelle. M-Sport in crescita per smuovere il futuro, ordini di partenza come al solito punitivi e recriminativi, Pirelli a posto ma da capire meglio. Dettagli quasi insignificanti, non fosse chiarissimo che basta un particolare per far impazzire l’ago della bilancia.
Rally Italia Sardegna, il Giudice. Arriva come richiesta urgente di prova d’onore. È ora che si apra il sipario sull’azione, per lo spettacolo e per sgombrare il palcoscenico dai falsi scenari di sfondo. Gli intervalli tra un Rally e l’altro sono diventati la redazione del rotocalco. Ogier ha chiesto più velocità? L’ha sentito… Adamo e ha dato “more speed” alle i20 di Tanak, Neuville e Sordo. Ogier smette alla fine dell’anno, come diciamo… tutti gli anni? No, non smette perché vuole l’ottavo e quindi è logico che punti al nono e al sorpasso storico e memorabile. Solo un programma di pochi Rally? No, un impegno su WRC e Le Mans in eternità di Toyota. A proposito: perché nessuno ha ancora parlato di Ogier alla Dakar? Diciamocelo, ci interessa davvero quello che vuole fare Ogier? Che diritto abbiamo di rompergli le scatole per un’anticipazione sul suo futuro, che è cosa personale? Soprattutto, che risposte pensiamo possa, o voglia darci? La sola domanda che ci si deve porre è se sarà al via l’anno prossimo oppure no, perché da questo dipende la possibilità di un’altra stagione del suo spettacolo. Poi, è una variabile che mette in moto tutto il resto del circo, quindi la miccia è lunga.
Un altro prurito irresistibile è la “vertenza” sul diritto di correre i Rally nazionali o minori, sottintesi come test, e la conseguente polemica contro il solito Adamo. Personalmente, mi piacerebbe che si smettesse di parlarne. Per farlo basta prendere in mano i regolamenti e aver la buona creanza di leggerli. Non è tempo perso comunque, e comunque la FIA l’ha fatto e confermato. Le regole relative non si toccano. Dunque se il regolamento dice che non si possono fare più di tot test, ma si può correre nel Campionato Romagnolo del Tortellino, chi può corra, semmai poi si chiacchiererà di “moralità dei ricchi” ma non ci sarà mai più la necessità di chiamare in causa il padreterno per un giudizio universale.
RIS21 Urgente, dunque. Per tornare in noi. Si potrebbe dire urgenza di resa dei conti, ma come si fa a immaginare uno scontro in Paradiso? Nove su dieci, comunque, qui le cose torneranno al loro posto, in una giusta distribuzione di ricompense proporzionate ai valori dell’impegno e della bravura. I Rally massimi hanno questa prerogativa. Naturalmente bisognerà mettere in conto anche le predilezioni, i casi particolari, quel po’ di roulette che trasforma l’emozione in adrenalina. Uno che condensa in sé questi parametri è Dani Sordo, l’”ex” Re dell’asfalto che spopola e vince due volte consecutive il Rally della Terra per definizione, per acclamazione, per entusiasmo e bellezza.
Lo shakedown, pretesto di questa digressione pre-azione, garantisce che più velocità l’hanno avuta Ogier, cui la Yaris è cucita addosso vista la rapidità di adattamento al contesto, suo il primo tempo al primo lancio, ma soprattutto Neuville, Tanak e Dani Sordo, in cambio la promessa, rispettivamente, di non fare più stupidaggini, di capire che la i20 è super, di fare del suo meglio… come negli ultimi due anni di Sardegna.
In Sardegna c’è anche il CIRT, un regalo di contesto e ambientazione, ma un perfetto sacrificio di ruolo. Si corre un Terra nel paradiso della terra, ma quando passeranno le macchine di Campedelli, Andreucci, Scandola (nell’ordine dopo lo shakedown) quegli sterrati magicamente livellati ed esaltanti saranno un calvario per una comparsata dalla falsa connotazione. Un piccolo Rally italiano a far da usciere, solo Venerdì e solo 4 Speciali, che viene in coda e sparisce prima della mezzanotte. Non c’è storia, non si riesce a far in modo che correre in Sardegna sia un privilegio uguale per tutti. Questo non è bello.
Venerdì. Sin parte alle 08:02. Due giri sulla Filigosu-Sa Conchedda e sulla Terranova, pausa Assistenza, 40 minuti, e a partire dalle 14:47 due giri sulle Tempio Pausania e Erula-Tula. In totale 127 chilometri di inferno in paradiso.
Allora: Neuville, Tanak, lo spesso indiavolato Suninen, Ogier, Sordo e Rovanpera (che ha avuto un piccolo problema di sterzo), Evans 7° al termine dello shakedown. Poi sono andati tutti a Alghero per la cerimonia ufficiale di partenza, il podio catalano è un onore che il Rally Italia Sardegna non può mancare.
Noi eravamo già da Gianni e Maria, alla divina Prosciutteria Sant Miquel, in piazzetta tra le mura della Citta fortificata.
© Immagini -Toyota TGR-DAM, Red Bull Content Pool – Hyundai Motorsport Media - M-Sport – WRC.com