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Mikolajki, 3 Luglio. Quando al poker ti “entra” un tris di prima mano, fai fatica a contenere l’entusiasmo. Quando, invece, nella prima mano del Rally di Polonia le carte sono Ogier-Mikkelsen-Latvala la sorpresa non c’è, ma resta l’entusiasmo. È la prova, una in più se mai ce ne fosse bisogno, dello strapotere Volkswagen sul terzo Campionato da quando è entrata in scena la Polo WRC. La prova che comunque tu ordini i fattori, il prodotto non cambia. Ma la leadership di tre Vokswagen su tre non toglie nulla allo spessore della 72ma edizione del Rally, anzi. Stabilito che, come a scuola, i buoni stanno da una parte, e i… meno buoni dall’altra, le motivazioni e gli argomenti d’interesse comunque non mancano.
Ed è un po’ come la storia di una scalata, quella delle cordate Ford, Citroen e Hyundai che si ingegnano e si impegnano per conquistare almeno uno degli “ottomila” del WRC, lasciando agli dei il dominio incontrastato dell’Everest del Rally Mondiale. Ora che si corre sullo spartiacque della stagione, sei prove già alle spalle del Polonia, e sei ancora davanti, Ogier ha incamerato tutto tranne qualche “piccolezza”. I Rally di Argentina e Portogallo, andati rispettivamente a Meeke e Latvala, e i soli punti del Power Stage di Montecarlo come premio di consolazione a Meeke, Loeb e Latvala. Il resto è suo, del Campione in carica lanciato verso il… tris, che si prende un buon acconto anche nella prima giornata “vera” del Rally di Polonia.
Mikkelsen in cerca di rivalsa
Dire che Ogier non sbaglia nulla è, oggi, come scoprire il buco alle conche, ma giova ricordare che in questa sorta di classifica della perfezione il fuoriclasse francese è sempre più solo, e che la candidatura avanzata così chiaramente al termine del primo giorno rischia di fare indispettire anche quei piloti che, forse più del leader maximo, hanno le carte in regola per invertire almeno per un giorno la tendenza. Vedi Andreas Mikkelsen.
Il norvegese è partito caricato di adrenalina e tritolo, deciso a far scoppiare l’avversario e a riprendersi quello che lui considera un po’ come il maltolto, ovvero la vittoria mancata non per molto lo scorso anno. Ma Mikkelsen ha fatto tutto da solo. Ha vinto in apertura di giornata balzando in testa alla corsa, copione personale rispettato, ma alla sera il suo risultato è come una tassa, noiosa anche se piccola, due secondi e un decimo, giusto quella scivolata che non ci voleva nella Babki 2 del primo pomeriggio, la macchina finita nel campo e, per pura fortuna, tirata fuori in un baleno.
Sesto l'idolo di casa Kubica
Se, globalmente, la star locale Robert Kubica può ben essere soddisfatta del sesto posto e di una giornata di corsa condotta con impeccabile, inedito equilibrio, c’è ancora chi contento può esserlo solo per metà. Felice al mattino e deluso alla sera è, infatti, Ott Tanak, che ha fatto vedere cose strepitose e che è stato l’autentica rivelazione della prima parte della giornata. La tripletta di Prove Speciali vinte prima che il sole fosse alto è sembrata a un certo punto fatale e definitiva, ma poi sono arrivati i problemi ai freni. È “grassa” se l’estone riesce a mantenere la quarta posizione a sedici secondi da Ogier, pur con un margine sul quinto, Paddon, piuttosto rassicurante.
A proposito di Paddon, l’australiano rivelazione del Rally Italia Sardegna non si è ripetuto così clamorosamente, ma non ha deluso, così come la Hyundai che va trovando, questo è certo, una interessante “quadra” man mano che l’attesa della nuova macchina vira in vigilia. Meno “entusiasmanti” le prove dei suoi compagni di Squadra. Passi per Kevin Abbring, dal quale non si può pretendere che alla prima apparizione spacchi il mondo né che da tester a ufficiale salti un quanto prestazionale, e che comunque è dignitosamente nei primi quindici, ma Sordo e Neuville non ce la raccontano giusta, sembrano correre con il freno a mano tirato e possiamo ragionevolmente dubitare della contentezza del loro “boss”, Michel Nandan.
Citroen in ombra
Illustrata la difficoltà del rebus per la maggior parte dei presunti protagonisti del Rally, non si è parlato della chiave necessaria per risolverlo. Si chiama Goldap, l’azimut tattico della giornata nel quale è avvenuto il cambio di gomme di metà tappa, unica concessione di una gara in cui i meccanici hanno oziato al parco assistenza sotto un sole esasperante. Si è parlato di freni, di resta-coda, di cedimenti pomeridiani, ma la verità è che il problema, e terno al lotto, è stato la scelta delle gomme. Morbide quasi per acclamazione, ma di conseguenza, con la temperatura che è salita e con le condizioni delle strade al secondo passaggio, la scelta si è rivelata per molti sbagliata. Lo hanno ammesso Evans, Meeke, Neuville, Latvala che non si da pace, lui che ha corso 150 volte, e lo stesso Tanak.
Ogier "ragioniere" di lusso
E lo ha ammesso anche Sebastien Ogier. Solo che in questo caso l’ammissione sa più di pietosa bugia per “salvare” un po’ di colleghi. A me non pare un errore, e comunque non è grave. C’è gente, nel Mondiale di oggi, che rompe tutto, dalle sospensioni ai freni, dal cambio alla… macchina tutta intera. Ogier, invece, non rompe nulla. Ogier vola liscio sulla lama del limite, amministra come un computer la proprie risorse e trasforma in perfetta, massima efficienza il potenziale della Polo WRC. Cosa volete che sia, per il campione, farsi una mezza giornata con le gomme troppo morbide, e tenere quelle buone per tempi più difficili! Basta farsi da parte e lasciare sfogare i più eccitati, vincere un paio di Speciali tanto per riprendere in mano la situazione, e amministrare la scivolosità del terreno e il decadimento delle coperture in modo tale da conservare un paio di secondi di vantaggio sull’arrembante compagno di squadra.
“Boss” Jost Capito ha fatto scuola, ed è ragionevolmente soddisfatto.
Boss Jost Capito ha fatto scuola, ed è ragionevolmente soddisfatto
Tre macchine in testa all’intervallo, un buon margine potenziale da amministrare, una compattezza di fuoco da far paura e quell’alone di invincibilità che è l’obiettivo di tutti i budget spesi nello Sport.
Invincibile il Team, imbattibile il Marchio, e ora stai a vedere che anche il Gruppo si allinea agli obiettivi. È vero, infatti, che Nasser Al-Attiyah, al momento leader in pericolo del WRC2 è uscito di strada e di scena molto presto, ma lo strapotere Ford nella categoria potrebbe anche essere sul punto di capitolare, se è vero che le nuove Skoda R5 sono cresciute a dismisura e che, oggi, sono in testa alla categoria con Lappi e Tindeman.
Piero Batini – Manrico Martella