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Montecarlo – Lo scenario è di quelli che hanno già ospitato alcune delle più belle pagine della storia del motorsport a livello planetario. Le cime innevate nei pressi del Principato di Monaco – anche se, in tutta onestà, si corre nei dintorni di Gap – sono il teatro della prima prova del mondiale rally 2017. È un campionato molto atteso, come non se ne aspettavano da anni, vuoi per le vetture che sono divenute più aggressive – quasi 380 CV di potenza unita ad un’aerodinamica esagerata – vuoi per il piacevole ritorno di Toyota in questa specialità, ma le premesse per assistere ad un’annata esaltante ci sono tutte.
Ma concentriamoci su Montecarlo, o meglio, su cosa voglia dire seguire da vicino una tappa del mondiale rally.
Per prima cosa, il “prezzo del biglietto” è nullo: è, come nel ciclismo, la competizione che viene a cercare lo spettatore, che passa direttamente sotto casa sua, con uno strepitio ed uno scoppiettio assordante ed esaltante. Non sono le persone che devono recarsi negli autodromi, perché le “arene” non sono altro che alcuni tra i più belli scenari naturali che esistano.
Pensiamo, per un attimo, al celeberrimo Col de Turini, il simbolo della manifestazione: è un passo oramai mitico, al pari del Giau, del Pordoi, del Mortirolo. È una di quelle località che, solo a nominarle, fa venire un brivido agli appassionati, e che anche i non addetti ai lavori hanno sicuramente sentito almeno una volta nella loro vita. Gli spettatori arrivano in forze, armati di materiale da campeggio, vestiti pesanti e tanto spirito di avventura. Nel corso di una prova speciale, il pubblico era talmente numeroso da costringere gli organizzatori ad annullare la tappa per motivi di sicurezza, anche a seguito di quanto accaduto nella notte di giovedì a Paddon.
A Ford, Citroen e Hyundai si è aggiunta Toyota, con una Yaris che ha impressionato nel primo appuntamento della stagione
Le auto sono le vere protagoniste. Scegliere di utilizzare vetture del Segmento B non ha fatto altro che avvicinare ancor di più la gente comune alla manifestazione: “piccolo”, infatti, non è per nulla sinonimo di “lento”, anche perché i trattamenti a cui le squadre sottopongono queste piccole belve sono davvero importanti, sia sotto il profilo meccanico che aerodinamico.
A Ford, Citroen e Hyundai si è aggiunta Toyota, con una Yaris che ha impressionato nel primo appuntamento della stagione. Se è vero che Sebastien Ogier quando è in giornata si dimostra un rivale difficile per tutti, gli uomini guidato da Tommi Makinen hanno saputo realizzare un prodotto valido: la base è buona e, come ha dichiarato lo stesso team manager, il vero valore dell’auto non è ancora minimamente stato mostrato. In vista della Svezia, dove arriverà lo sterrato – vero terreno di caccia della Gazoo Racing – le premesse per replicare il risultato ci sono tutte
Citroen è invece quella apparsa più in difficoltà, mentre lo squadrone Hyundai orfano di Paddon ha dovuto rinunciare anche a Neuville che, fino alla penultima prova speciale di sabato, aveva in mano il pallino del gioco.
Ogier, passato dalla Volkswagen alla Ford a seguito del ritiro dalle competizioni della casa tedesca, ha saputo gestire al meglio la Fiesta WRC Plus, andando a vincere il Rally di Montecarlo proprio davanti alla Yaris di Latvala, suo ex compagno di team e forse vera “sorpresa” della competizione. Nonostante il digiuno da quasi 20 anni, infatti, Toyota è riuscita in qualcosa di difficilmente realizzabile all’esordio, dimostrando capacità e spirito di adattamento.
Montecarlo si rivela un posto magico, dove lusso e sfarzo si intrecciano ad imprese sportive di varia natura, tutte destinate a tracciare un’immagine indelebile nela storia dello sport e delle vetture che rappresentano.