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Dovenby Hall, Dicembre 2017. Siamo alla vigilia. Tempo di auguri per il Nuovo Anno. Il WRC lo fa di default “citando” l’incredibile storia della stagione 2017 di M-Sport. È il caso in cui il “Buon Anno” non è solo un augurio ma, prima di tutto, un fatto di cronaca, un dato già in archivio. Una storia, appunto.
È il caso di Malcom Wilson e di M-Sport, che quest’anno hanno fatto man bassa. Team a tutti gli effetti privato, la Squadra e “Officina” di Wilson ha regalato a Ford un Titolo che poteva, anzi doveva, essere considerato un terno al lotto, e a Sébastien Ogier (insieme a Julien Ingrassia) il quinto Titolo Piloti, dopo i quattro da un certo punto in poi considerati “scontati” conquistati con la Tedesca. Le vittorie ottenute con gli altri Piloti del Team, Ott Tanak e Elfyn Evans, e la serie impressionante di podi, delineano ancora più “crudelmente” i contorni di un’annata non solo storica ma addirittura fantastica, incredibile, da favola. Vorremmo ribadire. È la Squadra di un Signore del Nord inglese che, dopo aver fatto il Pilota con un discreto successo, ha scritto un capitolo chiave della storia del WRC, mettendo in fila “ufficiali e gentiluomini” come i cavalli e i fantini di Toyota, Hyundai, Citroen. Non ultimo, un successo morale incontestabile: “Seb” è rimasto, ha rifiutato le offerte e resistito alle lusinghe, per rinnovare la sfida con Malcom anche per il 2018.
Tutto questo ha una matrice geografica singolare, o per meglio dire esemplare: Dovenby. È una cittadina di neanche cinquanta case e una tenuta con un ex ospedale dei matti, Dovenby Hall, che oggi è la capitale del WRC, la sede di M-Sport e, prima di tutto, l’Isola che non c’è del Peter Pan Malcom Wilson. Siamo nella contea di Cumbria, 330 miglia da Londra verso Birmingham, Liverpool, oltre Lancaster nella pioggia, di fronte all’Isola di Man. Praterie, foreste e… greggi a perdita d’occhio. Si arriva a Cockermout, e da lì sono 2 miglia e mezzo. Se si arriva allo Ship, l’unica locanda della zona, si è andati lunghi di un centinaio di metri e bisogna fare “U Turn” per prendere il viale che porta a Dovenby Hall.
“Sono nato a Cockermouth – è Malcom Irving Wilson, Cavaliere dell’Impero Britannico che parla - a tre chilometri da Dovenby Hall, dove “risiede” M-Sport e da dove non mi sono mai mosso, sebbene abbia avuto più volte inviti, proposte e spinte, anche pressioni, per cambiare. È casa mia, il posto dove ho sempre vissuto e da dove non mi muoverò mai! Ho avuto diverse opportunità, quando guidavo, quando ho fondato il Team nel 1979. Nessuna così forte da farmi cambiare idea. All’inizio il nostro business lo conducevo da casa, non lontano, e prima ancora dell’accordo con Ford stavo già cercando un luogo dove poter espandere l’attività. Era difficile trovare una location adatta, cercavo e ci lavoravo, anche con l’amministrazione locale. Stavamo arrivando alla stretta finale. Gli amministratori mi proponevano diversi posti, ma ad essere sincero nessuno di quelli mi piaceva troppo o era, secondo me, adatto. Ero dispiaciuto, mi sembrava che non riuscissimo a mettere insieme un quadro comune, che nonostante la buona volontà non avessero la mia stessa visione. Finalmente un funzionario della pianificazione menzionò Dovenby Hall.”
Ci siamo…
Malcom Irving Wilson. “No, non c’eravamo ancora perché gli dissi subito di no. Non so perché, gli dissi che non era il posto giusto. Forse mi erano venute in mente le storie del luogo. Lui insisté. “Andiamo a dare almeno un’occhiata”, mi disse. Non c’ero mai stato, prima di tutto perché era un ospedale per malati di mente, poi perché ci si arrivava da una strada in fondo al villaggio. Andammo a vedere…”
E?
Malcom Irving Wilson. “Wow. Rimasi fulminato. Glielo dissi immediatamente, subito: questo è il posto! Tuttavia ci vollero ancora dodici mesi per comprare il posto. cominciammo a sognare, a pianificare. I lavori iniziarono, finalmente, nel gennaio del 1999, e l’anno successivo M-sport entrò a Dovenby Hall.”
Ci sono anche strane storie su Dovenby Hall. Fantasmi. È vero?
Malcom Irving Wilson. “È vero, ci sono storie. Io non ci ho mai creduto, ma le storie ci sono. Poco tempo dopo che entrammo a Dovenby Hall, venne a trovarci una signora che ci aveva abitato. Guardando in giro, a un certo punto riconobbe un muro del mio ufficio, e disse che quello era il “passaggio” da dove arrivava la “Grande Signora”. Non ho mai visto la “Grande Signora”, mai fantasmi, ma ricordo anche che c’era una stanza dove i cani delle guardie notturne rifiutavano di avventurarsi. Forse c’era qualcosa, non so, ma comunque non ho mai visto né sentito niente.”
Si dice che Ford, in particolare, avrebbe voluto che M-Sport si spostasse. Addirittura negli USA? È vero?
Malcom Irving Wilson. “No, negli Stati Uniti no, ma è vero che avrebbero voluto che ci spostassimo nel Sud dell’Inghilterra. Dissi loro onestamente che mi mettevano in condizione di rinunciare alla loro offerta, che la mia vita e la mia famiglia erano lì e che non mi sarei mosso. Certamente il fatto di aver ottenuto dei buoni risultati li convinse che potevamo fare un buon lavoro anche a Dovenby Hall...”
E cosa vuol dire lavorare in un luogo come Dovenby Hall, abitare e costruire Macchine da Corsa dentro e attorno a un edificio storico del 13° secolo?
Malcom Irving Wilson. “Per me è semplicemente fantastico. È un ambiente di lavoro incredibile. Personalmente ritengo che non possano esistere luoghi migliori per il Motorsport, nessuno in Gran Bretagna e nessuno del genere. Ok, è una mia opinione personale, siamo un po’ fuori mano, non c’è molto qua attorno e non puoi mai accontentare tutti, ma abbiamo 260 persone che lavorano a Dovenby Hall e che mi sembra abbiano sensazioni particolari, buone. C’è anche un altro fatto per cui Dovemby Hall è “utile”. Noi non abbiamo mai avuto problemi a “reclutare” nuovi tecnici, ma è anche vero che la distanza e l’isolamento del posto fa una certa differenza e crea una prima selezione importante: non si arriva fino a Dovenby Hall se non si è davvero motivati!”
C’è un modo speciale per gestire il lavoro della “Fattoria”?
Malcom Irving Wilson. “Non direi, non in modo particolare. Ad essere sinceri, io credo che la forza di M-Sport sia la gente che ci lavora, non io. Molte delle persone chiave lavorano con noi da molto tempo, hanno responsabilità e incarichi e sanno bene cosa ci aspettiamo dal loro contributo. Si guidano da sole.”
L’antico edificio, la Sala dei Trofei, la Factory dove si costruiscono le Macchine che vincono in tutto il Mondo. E una pista che sta nascendo e che, vediamo, è già a buon punto. Che destinazione ha?
Malcom Irving Wilson. “È un tracciato di 2,6 chilometri, che accompagnerà l’attività di nuove facilities. Vorremmo che diventasse una pista di test. Non solo per noi ma a disposizione anche di altri, e non solo per le Macchine da Rally. Certamente, quando tutto sarà pronto, Dovenby Hall sarà una facility unica nel mondo del Motorsport, con una filiera tecnologica e operativa completa, tutto in un unico posto.”
Viene prima il Wilson Business Man o il Malcom Appassionato?
Malcom Irving Wilson. “Io penso di essere sempre stato, prima di tutto, un uomo d’affari. Sì, ho fatto il Pilota, ma ho lanciato la mia operazione molto presto, ero molto giovane, avevo 22 o 23 anni e, del resto, per correre o fare del business bisognava trovare i soldi, lavorare e guadagnare. Questo non toglie che il filo conduttore della mia attività è sempre stata la passione per il Motorsport, per quello che facevo in una direzione e nell’altra.”
Potremmo vedere anche come si costruiscono le Macchine da Corsa di M-Sport, un giorno?
Malcom Irving Wilson. “Certamente. Non abbiamo segreti… e quelli non ve li faremmo vedere comunque!
Grazie Mille, Buon Anno. È stato davvero un Anno Magnifico!
Malcom Irving Wilson. “Grazie, e Buon Anno anche a tutti voi.”