WRC Italia Sardegna. 208T16-Live. «Una montagna all’improvviso in mezzo alla pista!»

WRC Italia Sardegna. 208T16-Live. «Una montagna all’improvviso in mezzo alla pista!»
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Fino alla terz’ultima prova speciale Paolo Andreucci e Anna Andreussi sono in testa al WRC2, e soprattutto sempre più dentro la top ten. Poi un paio di intoppi, tanto per rendere più interessante il finale | <i>P. Batini</i>
14 giugno 2015

Alghero - Adesso è caccia all’ucraino. Sette secondi da abbattere, otto per riprendere in mano la situazione. Quattro prove speciali per fare questo. Quelle dell’ultimo giorno di gara. Le buone notizie si sprecano, ce n’è una “drammatica” ma ce n’è anche qualcuna un po’ curiosa. Anna Andreussi e Paolo Andreucci sono in “tornée” in Sardegna, migliori italiani in gara e ottavi assoluti con una macchina di configurazione inferiore.

 

Che sono i beniamini del grande pubblico sardo lo scoprono dai decibel di approvazione che vengono dalla tribune, dai bordi delle strade, dal pubblico di Alghero. L’Equipaggio Peugeot Sport Italia occupa l’ottava posizione assoluta. È un risultato che non era nei programmi, che stupisce tutti, forse ad eccezione dei protagonisti.

 

Paolo Andreucci

«Qui non c’è tempo per stupirsi, non c’è lo spazio neanche per dare un’occhiata a quello che si è fatto e dire, toh, che bella gara! Il risultato viene… senza pensare al risultato. Abbiamo troppe cose più importanti per la testa, troppi sassi sotto le ruote!»

 

Ma la gara sta andando bene…
«Di un Rally come questo non vale nulla dire “sta andando bene”. Gare come queste si dice solo alla fine se sono andate bene o male, e a giudicare da quello che succede a un sacco di amici qui dentro, mi pare che la seconda opzione sia la più gettonata. Quindi lasciatemi tenere saldamente un pugno la… leva di questa slot machine».

andreucci sardegna 2015 7
Andreucci alla fine della seconda giornata era ottavo in classifica assoluta!

 

Terz’ultima PS da cardiopalmo?
«No, da infarto. Sulla strada compare un masso. All’improvviso. Chiedo a Anna, abbiamo sbagliato strada? Ne abbiamo presa una che finisce qui? Non scherziamo, per tutto il giorno pietre dappertutto, e poi all’improvviso dietro una curva e in traiettoria, ne spunta dal nulla una più grossa delle altre, lo stone of the year. Cose che possono succedere solo nei cartoni animati. Correggo la traiettoria, leggi scarto bruscamente per evitare l’impatto, ma la manovra non è sufficiente e “sbrano” la fiancata della 208 T16, che urla per la ferita. Mi fermo, scendo di macchina, accarezzo le lamiere contorte. La mia belva ha la pelle dura. “Aggiusto” con le mani e qualche pedata i danni più vistosi, risalgo in macchina, mi allaccio le cinture, riavvio il motore, resetto il punto con Anna. Di operazioni da cinque secondi, quando ti fermi, ce ne sono tante, il tempo passa e Protasov, il mio avversario diretto, ringrazia».

Penso all’ottimo risultato che abbiamo già ottenuto, e a mantenerlo protetto dalle ingiurie del Rally!

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Ma anche nella prova successiva…
«Quella è colpa mia, ma per favore non lapidatemi, ci pensa già abbastanza la pista del Sardegna a bombardarci di sassi. Dopo la sostituzione dei pneumatici mi sono dimenticato di assicurare la chiusura del portellone e, immancabilmente, questo si è aperto in piena speciale. Altra serie di cinque secondi, Protozof, o come cavolo si chianma, di sicuro non sa come ringraziarmi per il regalo che gli ho fatto. Si vede che eravamo un po’ eccitati, o stanchi. La distrazione è spesso figlia della fatica».

 

Poi l’ultima speciale del giorno, alla carica, e il recupero quasi totale del ritardo. Duello finale in vista?
«Sicuro. Quattro prove speciali per ribaltare nuovamente il risultato. Due e due, compreso il Super Stage. Ma non vi fate fuorviare dalle apparenze. Il risultato finale che ci eravamo prefissati, quello di finire la gara, è quello che resta come il nostro unico obiettivo. Certo, ci ho pensato a “chiudermi una vena” e partire all’attacco. Come l’ho messo dietro nelle prime speciali del Rally, l’ucraino e la sua RRC, penso che potrei recuperargli i sette secondi e concedergli anche un po’ di interessi. Ma ne vale la pena? Vale la pena di andare a rischiare di rovinare tutto? No, penso all’ottimo risultato che abbiamo già ottenuto, e a mantenerlo protetto dalle ingiurie del Rally!»

 

Dobbiamo crederti?
«No!»

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