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Alghero, 10 Giugno. La prima telefonata dall’abitacolo della 208T16 di Peugeot Sport Italia è arrivata mercoledì mattina. Piccoli commenti, pensieri, sensazioni “live” raccolte sul terreno, filtrate dalle Pirelli e trasmesse al Pilota. E da questi a noi. Paolo Andreucci e Anna Andreussi partecipano alla sensazionale prova del Mondiale WRC perché in occasione del 50° anniversario del Pilota, la Filiale italiana della Marca francese ha ben pensato a un regalo a tema.
Paolo Andreucci. «Adesso siamo a Pattada. Nel pieno delle ricognizioni del Rally Italia Sardegna. Stamani eravamo sul Grighine, dove sono state tracciate quelle che saranno le prime speciali nel programma del Rally Italia Sardegna, dopo la prova-spettacolo di Cagliari del giovedì sera. Poi tocca alle altre, a intermittenza, una dietro l’altra. In tutto una dozzina di tracciati per un totale di 23 PS, Abbiamo visto passare anche le moto del Sardegna Rally Race. Con auto e moto, quest’anno l’Isola va fortissimo, è… la più veloce del Mondo!»
Siete a passeggio, insomma…
PA. «Altro che passeggiata! Questa gara è difficile, incasinata. Insomma, bellissima. Il terreno è davvero duro. Molti sassi, spaccature del terreno. Sono piste bellissime, ma molte le hanno tracciate da poco, e preparate per il passaggio del Rally, cosicché sono “fragili” e si potrebbero rovinare facilmente con il susseguire dei passaggi. C’è sempre il rischio di trovare dei sassi che chi è passato prima ha smosso.»
Ma siete contenti?
PA. «Ma che scherzi? Siamo contentissimi. È un’avventura, un Rally stupendo, anche un’occasione unica. Anna forse un po’ meno, magari stava volentieri un po’ di più a casa, ma io sono contento. Qui bisogna stare attenti all’equilibrio familiare! Bisogna dare tutto in gara, certamente, ma anche tirare fuori il massimo quando siamo a casa.»
Capisco, tosare l’erba, portare a passeggio il cane, cose di questo genere…
PA. «Ma si, speriamo che Anna resista ancora un po’.»
Atmosfera a poche ore ormai dalla partenza del Mondiale in Italia?
PA. «Atmosfera speciale! E tanto da fare, una grande eccitazione, Piloti eccezionali e una macchina organizzativa imponente. I tempi di “lavoro” sono stretti, ci sono un sacco di cose da fare. Si parte la mattina, panino, e via fino alla sera. C’è sempre da preparare qualcosa o da provare qualcos’altro. L'attenzione alla macchina è tanta. Anche per quanto riguarda le ricognizioni la concentrazione è elevata: se ti succede qualcosa sei fermo e non riesci neanche a completarle. Si inizia a rischiare già da lunedì, e per tre giorni è già musica di estrema attenzione. Sono tante prove speciali, sono molti passaggi.»
La Macchina è la stessa dell’Italiano?
PA. «La macchina è bellissima, come la gara. Ma al Mondiale devi impostare le cose in modo diverso. Come in famiglia, con molta… attenzione! Dove puoi andare, via, a manetta, ma dove è brutto non devi neanche pensare di osare, devi togliere gas e stare attentissimo, sennò non arrivi. C’è anche il fatto che nella nostra categoria corrono anche le “Regional”, sono macchine derivate delle WRC, solo con una flangiatura ridotta, e sono chiaramente avvantaggiate, soprattutto più robuste perché costruite sulla base di vetture che devono sopportare ben altre sollecitazioni. La R5 è concepita per situazioni diverse, e bisogna stare molto attenti a non oltrepassare il limite dell’utilizzo per cui è stata progettata e realizzata. Stare attenti, insomma. Ma bisogna vedere. Magari le strade non si “sfondano” troppo e possiamo pensare di andare forte anche noi.»