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USA, 5 Gennaio 2024, Italia, 29 Febbraio. Race For Glory è il film che riporta a una realtà molto diversa, al romanzo del WRC degli anni d’oro, di quegli ’80 di un’epoca ancor più lontana della sua distanza cronologica. In quegli anni è un altro mondo, fatto di coraggio tecnologico e genio umano, di grandi guerre a tavolino e appassionanti sfide su terra e asfalto, di fango e ghiaccio e di doversi inventare, di interpretazioni e spionaggio. Race Of Glory riporta sullo schermo la vicenda esaltante del confronto tra Audi e Lancia nello scenario dell’incredibile stagione 1983. Il film uscirà nella sale americane il 5 gennaio, e approderà in quelle italiane a fine Febbraio. Troppo tempo da aspettare. È tempo di fantasticare per far passare più velocemente il tempo.
Race Of Glory (Audi VS Lancia) è stato diretto da Stefano Mordini e porta sullo schermo Riccardo Scamarcio nel ruolo di Cesare Florio e Daniel Bruhul in quello di Roland Gumpert. Sono i boss, rispettivamente, dei Team Lancia e Audi impegnati in un WRC che, allora, era uno degli spettacoli sportivi più seguiti al mondo. La sceneggiatura è di Filippo Bologna, di Mordini e di Scamarcio e la produzione italiana e inglese. Non tedesca e, cosa più importante, il film è “ispirato a vicende reali”. Dico non-tedesca perché tifo per una versione fortemente… di parte del racconto, e importante perché l’”ispirazione” sottintende una grande libertà di interpretazione e di narrazione. Nel deliberato distacco dal rigore della verità è, così, possibile portare enfasi in vicende che sono leggendarie e, tuttavia, far emergere verità nascoste affidandole alla protezione della libera fantasia.
Da tifoso e appassionatamente legato a quell’epoca, a quelle Macchine e a quei Piloti, mi piace l’idea di veder raccontate con l’estro del caso epico le dimensioni del confronto tra Lancia e Audi, per molti, quasi tutti i versi su due piani completamente diversi. Audi aveva cambiato la faccia del WRC portando in scena la “Quattro” e vincendo i Mondiali 1981 e 1982, Lancia era affamata di quella gloria delle Fulvia e delle Stratos che si stava allontanando. La storia indulge sulla scelta di una 037 macchina da corsa pura a due ruote motrici, leggera, precisissima, imbattibile in certe, ma non tutte, condizioni, da contrapporre a quello che era già stato indicato come il destino definitivo del WRC: 4 ruote motrici. Si è a lungo parlato di scelte, ma in realtà bisognerebbe fare un passo indietro e riscoprire che la prima, clamorosa 4x4 vincente era stata la Jeep Wagoneer di Gene Henderson, poliziotto di Dearborn, Michigan, capace di innescare una rivoluzione e, allo stesso tempo, di scatenare “l’inquisizione”. Il risultato fu che a credere e perseverare nello sviluppo della trazione integrale da applicare ai Rally furono per primi proprio i tedeschi, mentre la concorrenza lasciava correre il tempo mollemente disinteressata in una falsa confort zone di protezione regolamentare.
La 037 da contrapporre alla Quattro fu il meraviglioso canto del cigno di una filosofia ormai destinata all’obsolescenza, portata tuttavia alla consacrazione dalla determinazione assoluta a farne un oggetto perfetto da gestire in modo più che perfetto, sopra la perfezione. È lì che aspettiamo il film, nella verità vera della sfida tra il favorito complesso teutonicamente gigantesco, ma un po’ rigido e pachidermico, e la piccola task force che si muoveva con la libera agilità di una gazzella, perfettamente sintonizzata con quella vetturetta incredibile e con imprevedibile, fondamentale reattività di quel genio che è Cesare Florio.
Rivivremo in Race For Glory la storia di un Campionato inimmaginabile e avvincente, del Titolo Piloti a Hannu Mikkola ma il Costruttori a Lancia, di un Walter Rohrl riluttante a impegnarsi sull’intero arco del Campionato, di trucchi e di colpi di genio, come il sale sulle strade del Monte-Carlo o le 4 Lancia schierate sugli asfalti del Corsica, di quella cintura di sicurezza non voleva saperne di allacciarsi (e il tempo passava lasciando sollevare la polvere), o di come 400 esemplari obbligatori possono anche essere 200… più 200.