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Llandudno, 16 Novembre. E finalmente, la scure Volkswagen cala ufficialmente sul Campionato del Mondo WRC. L’ultimo Rally mondiale, il Galles tredicesimo della serie 2015, è il gala sotto la pioggia e nel fango nel quale le cifre diventano ufficiali.
Volkswagen tira una riga e le somme sulla terza stagione delle Polo R WRC. Il risultato, quantitativamente impressionante, è qualitativamente impietoso. In breve e per usare una formula matematica: non ce n’è per nessuno! Superiorità schiacciante del “sistema” Vokswagen Motorsport, o pochezza degli avversari?
In cuor suo, ciascuno degli avversari della squadra di Jost Capito sa come stanno le cose, sa dove ha sbagliato, ciò che ha sottovalutato, dove ha perso tempo o sin dove poteva arrivare. Sa che affrontava una guerra persa in partenza. Tali avversari, cui va il grandissimo rispetto di non essersi tirati indietro, sanno che dovranno imporre una rivoluzione per incrinare la storia, e affrontare un futuro non meno rischioso del presente e del recente passato.
Ma anche ai protagonisti assoluti del film, che anche quest’anno hanno avuto ben presto la certezza dell’imbattibilità del loro “sistema”, resta un quesito non meno d’attualità: sin dove potrà arrivare l’armata che da tre anni è invincibile? Cosa ancora può sorprendere Capito & Co., che non sia già stato registrato sin dall’inizio del Mondiale 2013 e fino alla fine di quello del 2015? E ancora: quali sono le scelte vincenti alla base del terzo atto di una saga di superiorità persino imbarazzante?
La risposta, un capolavoro di semplicità, viene da Luis Moya, che ce l’ha indicata una volta in Portogallo, e ribadita in Spagna quando anche l’ultimo tassello del mosaico vincente era andato al suo posto. Volkswagen ha sviluppato la Macchina e configurato la Squadra partendo da scelte perfette. Scelte Tecnologiche, logistiche, sportive. Indovinate, anche? Sulla carta, in teoria, sì.
Ma all’atto pratico no, perché il tocco di perfezione viene da un metodo che unisce valori tecnici e umani, che amalgamati alla… perfezione danno l’invulnerabilità. La migliore Macchina, i migliori Piloti, il Miglior Team e la migliore Guida di quel Team. È il budget, c’entra qualcosa? Certo, ma forse che Citroen (o DS) o Hyundai, che si sono contese sino all’ultima speciale dell’anno il… secondo posto tra i Costruttori, hanno operato in regime di ristrettezza o di austerità?
Ma “sbarazziamoci” in un momento dell’ultima giornata dell’ultimo Rally. “Sveliamo” com’è andato a finire, realmente, il Rally Galles di Gran Bretagna. Nessun mistero, ed è presto detto. Tirati i remi in barca, tutti quelli che avevano da perdere anche soltanto un punto hanno concluso difendendo la posizione, ovvero non facendosi neanche sfiorare del pensiero di attaccare quella altrui. C’era, infatti, poco da guadagnare e molto da perdere, soprattutto in chiave Campionato Costruttori.
Del resto Hyundai aveva detto chiaramente già alla vigilia dell’ultima tappa che, per vincere… il secondo posto, ci voleva che capitasse un guaio a Kris Meeke, ma chiariva anche che non si sentiva di augurarglielo. Mai come in questa occasione l’irlandese si è schierato così decisamente dalla parte della Squadra, rinunciando ad ogni velleità personale per portare, anzi per non perdere, quei punti che servivano a Citroen per raggiungere un obiettivo che , vista la situazione generale, era particolarmente ambito.
Meeke, pur vincendo una sola Speciale, ha portato a termine quella che, vittoria in Argentina a parte, favorita da circostanze del tutto eccezionali, è forse la sua più bella gara della stagione. E a questo punto anche Yves Matton, il suo “pungente” Boss, avrà ben capito che tenersi stretto il Campione irlandese è, oggi che termina il Mondiale 2015, la sua unica risorsa certa.
Se il terzo posto di Andreas Mikelsen, statisticamente abituato a quella posizione e ancora accompagnato dalle sensazioni della vittoria che il norvegese ha ottenuto per la prima volta in Spagna, non desta particolare clamore, il Galles di Latvala è il massimo concentrato di emozioni contrastanti. Due volte con il sapore amaro del ritiro in bocca, per colpa sua venerdì e per colpa della macchina sabato, il finlandese si è completamente riscattato domenica quando, certamente senza più alcuna pressione né con qualcosa in più da dimostrare, ha vinto le ultime quattro speciali dell’anno, comprendendo nel mazzo anche l’ultimo Power Stage della stagione.
Tornato nella polvere e uscito di scena Ott Tanak, che alla fine della seconda tappa era riuscito ad impadronirsi della quarta posizione, Dani Sordo e Hayden Paddon sono riusciti a riportare le i20 al quarto e quinto posto. Bene le Hyundai ancora giovani e con molta carne al fuoco, bene lo spagnolo, forse un po’ meno il neozelandese.
La scelta, “collegiale”, di Nandan di affidare a Sordo e Paddon il compito di tentare di sorpassare le Citroen si è comunque rivelata giusta. Peccato solo che né l’uno né l’altro siano riusciti ad impensierire minimamente il rullo compressore Meeke, e che non c’è particolare gloria né utilità nel fatto di aver lasciato indietro lo sfortunato Ostberg, finito anche alle spalle di Evans.
Laggiù in fondo alla top ten fanno più bella figura Kubica, che ha senz’altro raddrizzato un Rally iniziato con il piede sbagliato, e Bertelli, che è ormai Pilota da primi dieci. Per restare in tema di Italiani che contano, è doveroso ricordare Fabio Andolfi e Simone Scattolin, che hanno portato al successo di categoria la Peugeot 208 a due ruote motrici, e il calvario di Gianluca Linari e Nicola Arena nella scalata che porta alla Coppa del Mondo Produzione.
Il tocco di perfezione viene da un metodo che unisce valori tecnici e umani, che amalgamati alla… perfezione danno l’invulnerabilità. La migliore Macchina, i migliori Piloti, il Miglior Team e la migliore Guida di quel Team
Possiamo tornare a Volkswagen, per chiudere, dando qualche numero. Non per voglia di statistiche, ma solo per dare un’idea dei “watt” di potenza. Sabato sera, in chiusura di tappa, Ogier conquistava la 500ma vittoria di speciale, su un totale, “allora”, di 713 disputate dalla Polo R WRC, e domenica va in archivio l’ottavo successo stagionale dell’Equipaggio di punta. Su tredici prove Mondiali, quest’anno solo il Rally Argentina non è stato vinto da un Equipaggio VW. Oltre alle otto affermazioni di Ogier, tre volte si è imposto Latvala, e una anche Mikkelsen che non aveva mai vinto prima.
Per Ogier e Ingrassia doveva essere giorno di festa liberatoria, ma l’equipaggio sceso al termine del Rally dalla macchina con il tricolore francese non aveva la testa in Galles.