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Llandudno, 13 Novembre. Il primo giorno è quello delle più lunghe, “mitiche” prove speciali del Rally GB Galles, Sweet Lamb e Hafren, il secondo, sabato, è il giorno più lungo in assoluto con 142 chilometri di Speciali e, infine domenica, è il giorno del Power Stage e delle Prove più a Nord della Corsa. Una autentica saga di “più” per l’ultima tappa del Mondiale WRC 2015, che comprende anche la speciale atmosfera che si è creata sin dalla vigilia e dalle prime battute ufficiali dell’evento. Titoli “che contano” tutti assegnati, resta il quadro delle Coppe minori da definire, quel secondo posto che scotta nella classifica dei Costruttori, e poi è tutto prospettiva futura più o meno certa. Già prima dello shakedown è gossip, misteri e gialli. Mikkelsen che non si presenta alla “prova generale”, per esempio, e vola a casa per un controllo medico. Mistero. Un malore? Un infortunio? Niente, non una scintilla di dato. Semplicemente, e più genericamente non si può, il vincitore del Rally di Catalunya “non si è sentito bene”, e i medici del Team Volkswagen Motorsport lo hanno consigliato di completare la procedura di controllo a casa, con i suoi. Tutto a posto, gli esami hanno dato, tutti, semaforo verde, Mikkelsen rientra nella Grande Isola e la sua Polo R WRC è pronta per il via della prima tappa. Intonsa.
Gianluca Linari. Giallo. Lo “esporta” sul social, freddamente, Nicola Arena, il suo navigatore. Il Titolo Produzione è loro se arrivano al traguardo del Rally di Gran Bretagna. Altrimenti se lo giocano Rendina e Carchat. Nicola continua, va giù pesante. Alla loro Subaru hanno forzato il cofano, e il motore è pieno di terra e sabbia. Qui prodest, vuole forse dire? Per fortuna hanno trovato un altro motore e partono, come se niente fosse. Ma niente non è.
Poi c’è il gossip, naturalmente, come in tutte le grandi occasioni, o anche per fare grandi le occasioni incerte. Si va da Becsy che fa colazione a Petter Solberg che, eroe del Rallycross moderno, sembra portare in Galles la nostalgia del WRC che lo ha visto Campione del Mondo nel 2003. Si parla di Hyundai, e dell’avvicendamento Neuville-Paddon per questa occasione, speciale e straordinaria in cui è in gioco il… secondo posto tra i Costruttori, e si sparla di Toyota, che sarebbe in netto ritardo sui programmi di lavoro per il grande ritorno nel Mondiale previsto per il 2017. Prima si diceva che erano troppo decentrati, in quell’angolo di Germania, ma non era dato sapere se quell’essere lontani voleva insinuare un più accusatorio… fuori dal mondo. E c’è chi dice già che Tommy Makkinen è stato scelto per l’occasione per fargli fare… da capro espiatorio.
Un sacco di Piloti ci terrebbero a vincere l’ultimo Rally della stagione. Per esempio Ogier, perché vuole vincere sempre, ma c’è chi lo farebbe volentieri per dimostrare qualcosa all’ultimo tuffo
E si parla del tempo, e anche qui è mistero. Fango, pioggia, addirittura nebbia, grandine o neve. In quest’angolo di Europa, tranne l’afa è tutto possibile. Ma intanto l’alba del primo giorno è stupenda. In terra no, c’è solo da scivolare. Il segreto è farlo nel modo migliore e stando al limite, ma dalla parte buona, del rischio. Per gli ultimi mille e cento chilometri del Mondiale WRC 2015, le ultime 19 speciali per gli ultimi 312.6 chilometri contro il cronometro.
L’anno scorso vinsero ancora loro, Sebastien Ogier e Julien Ingrassia, per l’ottava volta nella stagione al termine di una roulette che fece vedere i sorci verdi a Meeke, Latvala e Mikkelsen, che fu l’ultima volta in cui si poteva riconoscere il vero Neuville, e che portò sul podio anche la Citroen dell’ignaro Ostberg e la Ford dello stupendo Mikko Hirvonen, al suo ultimo Rally… WRC (quest’anno il finlandese è passato alla Dakar e al Team Mini). Un sacco di Piloti ci terrebbero a vincere l’ultimo Rally della stagione. Per esempio Ogier, perché vuole vincere sempre, ma c’è chi lo farebbe volentieri per dimostrare qualcosa all’ultimo tuffo, e chi perché si sente “in obbligo” di portare a casa dei punti, magari dopo averne persi per strada qualcuno di troppo. E sì, c’è anche chi non disdegnerebbe, vincendo in casa come Meeke o Evans, di fare di colpo un tal figurone da risvegliare l’interesse per le loro rispettive, difficili posizioni contrattuali.
Lo shakedown dice ancora Ogier, ma certamente il Galles non è il Rally ideale per avventurarsi in un pronostico. Farlo vorrebbe dire lanciarsi a rotta di collo nella nebbia. Come è stamani in Galles. Massima incertezza, buon per il pubblico.