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Trier, 21 Agosto. Tocca dirlo sottovoce: le tre Polo R del Signor Capito sono al comando del Rally di Germania. Non è la prima volta, certo, ma la tradizione recente vuole che le Volkswagen siano cattivi profeti in Patria. Se si deve pensare a un esorcismo, si potrebbe dire che i tedeschi abbiano deciso di distrarre il fato e di sacrificare la più rappresentativa delle “alternative” del Gruppo, nella fattispecie la Skoda Fabia R5 del lanciatissimo Esapekka Lappi, fermato subito nel corso della seconda speciale del giorno da un incidente.
Così, dopo otto delle 21 prove del programma del delicatissimo e cruciale week end tedesco, otto volte le Polo R sono andate alla doppietta, e “solo” sette alla tripletta, interrotte nella martellante serie vincente dal podio di Sordo nella 8a Speciale e dall’ex aequo di Meeke con Mikkelsen nella quarta. Il risultato globale al termine della prima giornata di gara, dita incrociate, parla chiaro.
Sebastien Ogier forse rimanderà la conquista del terzo Titolo Mondiale consecutivo in favore dell’en plein della Squadra, che sarebbe l’atteso colpo di spugna sulle due precedenti edizioni del Rally dai casa, da dimenticare a causa di problemi ed errori ingigantiti dal contesto e, a dire il vero, unica nota stridente, ben più dalla stonatura tecnica argentina, di una serie già epica. Ogier rimanderà la conquista del Titolo, forse, ma intanto manda alle stampe la cronaca di un’ennesima prova-capolavoro, aggiudicandosi sette delle otto PS disputate e mettendo in chiaro che non è disposto a concedere neanche un metro agli avversari, neanche si tratti del compagno di Squadra Latvala, magnificamente e “apparentemente” imbattibile in Finlandia.
Acqua passata, il tempo di un giro di assestamento e poi tutto diventa più chiaro. Ogier inizia con un uno-due che spiazza momentaneamente Latvala. Il finlandese, però, si mostra più efficace nella terza, la lunga (24 chilometri) Moselland, e dopo la successiva vittoria di Ogier nella Mittelmosel, si va al riposo del primo stop assistenza con Ogier in testa di un solo decimo di secondo su Latvala. In quel momento, Mikkelsen è “tranquillamente” terzo a quindici secondi e deve far ben poca fatica a proteggere le spalle del team dall’attacco solo formale di Meeke, quarto a venti secondi. L’impressione è che ci si troverà ad assistere ad un altro duello all’”ultimo sangue” tra Ogier, chirurgico sulle corte, e Latvala, più deciso sulle lunghe speciali. Ma non è così, il secondo giro modifica l’impressione e polarizza la perfetta condotta di gara di Ogier, che vince tutto e, alla fine, prende le distanze dal “rivale” lasciandolo dieci secondi più indietro a chiedersi che cosa non va. Ma Latvala non si nasconde dietro a un dito e la risposta la trova subito: Ogier è molto veloce, più di lui, e soprattutto più costante e sicuro. Period.
Giorno uno di tre dice che, alle spalle della pattuglia acrobatica delle tre Volkswagen, è quasi caos. Fino alla quinta speciale l’unico titolo di merito in qualche modo all’altezza del trio di testa è quello di Kris Meeke, ma l’irlandese non tarda a fare arrabbiare Yves Matton, e nella successiva Waxweiler scivola su una macchia di… terra portata sull’asfalto dalle macchine passate prima di lui. Esce di strada e riparte con le orecchie basse. Veloce, sì, l’eroe argentino, ma forse un pelo disattento. O forse sotto pressione, tra l’incudine di un risultato da ottenere a tutti i costi per riscattare il contraltare delle prove post Argentina, e il martello del suo Boss che non gliele ha mandate a dire. Certo, posto che le Ds3 non siano tutte da rifare, e non sembrerebbe, anzi, Meeke è un “pezzo” per il momento chiave, ma anche un cavallo pazzo a cui far mordere un po’ il freno. Forse per il 2017, con l’avvento delle macchine del nuovo regolamento di ispirazione transformers, la casa francese ha qualcosa di rivoluzionario nel cassetto, ma al momento la situazione è tutt’altro che felice, e se proprio si deve parlarne è per rilevare che, tra tante anche sfortunate circostanze, una delle quali è senz’altro lo strapotere delle Polo, la nota più positiva viene dalla gara di Stephane Lefebvre, promosso per l’occasione nel Mondiale WRC e immediatamente al centro della sostanza con un decimo posto, giusto alle spalle del Compagno di Squadra Osberg, che parla da solo.
Sempre in considerazione del fatto che oltre le Volkswagen attualmente c’è ben poco spazio per gloria autentica, stanno andando molto meglio le Hyundai, che se non altro sono in linea con una realistica tabella di marcia stagionale. Tornati con i piedi per terra e messa da parte la straordinaria, storica doppietta del 2014, e sempre per rimanere in un’atmosfera più umorale, sembra aver sortito un effetto positivo la scelta “tattica” di Naddan di mettere paura, a Dani Sordo direttamente e a Thierry Neuville trasversalmente. Sta di fatto che lo spagnolo si è improvvisamente risvegliato e il belga si è sentito pungolato, forse è anche l’aria di casa, così vicina alle prove di questo Germania, ed entrambi si sono finalmente dati da fare per stare direttamente alle spalle del trio VW, seppure a una certa, consistente distanza. Il podio, stando così le cose, è ad un tempo vicino e lontanissimo ma, vicinissimi tra loro e sempre combattivi, Sordo e Neuville si sono alternati in quarta e quinta posizione per tutto il giorno, scontentando Paddon che, pur motivato dalla promozione annunciata per l’Australia, non è riuscito a far meglio dell’ottava posizione provvisoria.