WRC Catalunya: parla il “killer” Sébastien Ogier

WRC Catalunya: parla il “killer” Sébastien Ogier
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Un tema ricorre nel WRC. Volkswagen e Ogier stanno “uccidendo” il Mondiale. Allora, prima di giudicarli, intanto andiamo a conoscere i “Killer”. Iniziamo da “Jesse James” Ogier
23 ottobre 2015

È stato facile vincere il terzo Mondiale consecutivo?
Sebastien Ogier: «Sembra facile. E in effetti le cose sono andate benissimo da subito, abbiamo vinto molto e siamo diventati Campioni del Mondo prima della fine del Mondiale, come i due anni precedenti. Ma non è stato così facile. Ogni Rally è stato combattuto, e ci è capitato di vincere anche all’ultima Prova Speciale. È vero, quest’anno ho corso facendo pochissimi errori, e forse rischiando meno che negli anni scorsi. Ma non è mai scontato riprodurre questo tipo di performance. E se devo pensare all’anno prossimo, quello che so già che dovrò fare è combattere allo stesso modo, e avere gli stessi stimoli e gli stessi motivi delle ultime tre stagioni per dare, e ottenere, il massimo».


Domanda “limite”. Hai vinto tutto, perché sei qui in Spagna? Perché correre anche le ultime due prove del Mondiale?
«Perché sono qui? Di sicuro perché posso correre con un po’ meno di pressione addosso. Beh, la verità è che mi metto sempre sotto pressione, perché voglio correre sempre al massimo e ottenere sempre la migliore prestazione. Diciamo che un buon motivo è che mi piace lottare per ottenere nuove vittorie. In questo modo posso trovare sempre muove e costanti motivazioni. C’è un’altra ragione. L’ultimo Rally, in Corsica, è stato un po’ frustrante, non un Rally fortunato e tra l’altro era il mio Rally di “casa”. E allora diciamo che vorrei ripartire in un modo più positivo e ristabilire le buone cose». 

ogier montjuic wrc 2015
Ogier in azione nella prova-spettacolo ai piedi del Montjuic di Barcellona


Hai già vinto questo Rally, come tutti gli altri ormai. Ti piace davvero il Rally di Spagna?
«È un grande evento, su questo non ci sono dubbi. Quello che lo rende speciale è che abbiamo una doppia sfida, su terra e su asfalto insieme, e questo è grande anche per gli spettatori, per i tifosi. Questo mi piace del Rally di Spagna».


Dove vuoi arrivare?
«Dove voglio arrivare? Non lo so. Se devo dire la verità non ho progetti a lungo termine. Mi piace correre e vivere step by step. So che l’anno prossimo farò ancora il Mondiale Rally, e con assoluta certezza con lo stesso obiettivo: vincerlo. Ma non posso dire per quanti anni lo farò ancora, non so se un giorno avrò un interesse per qualcosa di diverso. Potrebbe anche succedere, ma in fondo al momento so che voglio continuare a correre nei Rally, e continuare a vincere!».


Insomma vincere ti piace ancora allo stesso modo?
«La verità è che non mi piace affatto perdere, e l’unico modo per evitarlo è continuare a vincere. È per questo che bisogna continuare a lottare con tutte le forze». 

Dove voglio arrivare? Non lo so. Se devo dire la verità non ho progetti a lungo termine. Mi piace correre e vivere step by step. So che l’anno prossimo farò ancora il Mondiale Rally, e con assoluta certezza con lo stesso obiettivo: vincerlo

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Hai dato un’occhiata alla nuova Polo R che correrà a partire dal 2017 con il nuovo regolamento?
«No, so che il Team ci sta lavorando, ma io non l’ho ancora guidata. Forse la prima volta che lo farò sarà alla fine dell’anno. In ogni caso è ancora un prototipo, uno sviluppo ancora lontano dalla macchina definitiva che avremo nel 2017».


Dicono che il Pilota di Rally è il più completo. Più completo del Pilota della Formula 1. Tu che ne pensi?
«Che sono lusingato che si dica così di noi. Ma penso che il confronto sia un po’ difficile, e non si può risolvere con un sì o con un no. È vero che i Piloti di Rally corrono su terreni e situazioni molto diverse e in continua mutazione, ed è vero che corriamo affrontando scenari anche un po’ pericolosi. Ci dobbiamo insomma adattare continuamente e rapidamente ad una gamma molto estesa di situazioni, su terra e su asfalto, partire con i sole e finire con la pioggia, con le stesse gomme. I piloti di Formula 1 lavorano invece moltissimo su dei parametri di base che sono noti e per i quali hanno dei riferimenti, i circuiti, ma è vero che spingono la specializzazione e il perfezionismo a livelli incredibilmente alti. In ogni caso penso che se si parla di vincere, sia il Pilota di Rally che il Pilota di Formula 1 si sottopongono a un lavoro di affinamento totale ed estremo, che in ogni caso merita la massima considerazione».


Quale è la grande sfida di un Campione?
«Penso che la grande sfida di un Campione, non solo nei Rally ma in ogni sport, sia quella di… continuare ad esserlo. È molto facile, credo, una volta che si comincia a vincere, iniziare a rilassarsi o a vedere svanire la motivazione. Penso che quello che ogni Campione deve fare è tenere i piedi per terra, e ricordarsi quanto costa arrivare a quella particolare posizione e quanto sia importante mantenerla con lo stesso metodo di lavoro. È quello che io cerco di avere sempre in mente, affrontando ogni rally con lo steso approccio, con lo stesso impegno e con la stessa attenzione per ogni particolare della preparazione. Credo che devo continuare in questo modo». 

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