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Barcellona, 25 Ottobre. Se si pensa a quanto costa, in termini di impegno e di sacrifici, e non parliamo di soldi, organizzare un Rally di Campionato del Mondo WRC, allora bisognerebbe restare ancora un paio di giorni in Spagna per abbracciare uno a uno i mille, per la stragrande maggioranza volontari, che hanno reso possibile lo stupendo Rally Spagna Catalunya-Costa Daurada, 51ma edizione della serie. Edizione regale, ma del resto stiamo parlando del Reial Automobil Club de Catalunya, che diamine!
E quando qualcuno vorrà fare un film sul WRC non dovrà preoccuparsi di trovare il migliore sceneggiatore. Gli basterà riprendere la trama del Rally di Spagna di quest’anno, e l’Oscar sarà servito su un vassoio d’argento, così come all’oceano di pubblico accorso sulle strade della Catalogna è stato offerto il “live” di un evento incredibilmente avvincente.
Fino a tre chilometri dalla fine del Rally il titolo poteva essere “Il Trionfo Divertito Di Ogier”. E infatti il Campione del Mondo* aveva stanato dal cilindro del suo talento una gara perfettamente… atipica, rassicurata dopo la foratura di Latvala nella 12ma Speciale, e stupendamente gestita sul filo del rasoio del rischio, senza mai oltrepassare il confine della sicurezza. Piano quando le condizioni non erano perfette, fortissimo quando tutto era certamente sicuro. Poi è arrivato il Power Stage.
Dopo aver vinto tutti i Rally, dopo aver assicurato a sé stesso e alla Squadra il terzo Mondiale, e dopo aver dimostrato che la disavventura del Corsica era solo sfortuna, Ogier è caduto nella trappola del programma che non va mai in archivio, i tre punti televisivi dell’ultima PS, il Power Stage che ad ogni Rally rinnova le verginità della sfida. Caduto nella trappola sono parole grosse. Ma il risultato parla in questo senso. 8,3 chilometri della Duesaigues, 12,1 KM in tutto, una curva a sinistra, il guardrail a destra a protezione dallo strapiombo.
La scivolata di lato, forse favorita dalla precedente compressione sul canale di scorrimento dell’acqua a bordo asfalto, la perdita di controllo e la botta fatale. Addio al Rally di Spagna. La nota c’era, e anche mezzo secondo di vantaggio all’intermedio. E allora? Cose che capitano, cose semplici, che però fanno molto rumore, un boato di clamore quando accadono così inaspettatamente e alla persona meno “sospettata” di diventarne protagonista… negativo. Domenica da ricordare, all’alba Valentino che prende a calci nella carena Marquez e all’ora della tortilla Ogier che si ferma definitivamente a un cancello!
Le bandiere nazionali erano già state agganciate alle drizze dei pennoni sul podio. Giù tutto, via quella francese e su quella spagnola, per il tripudio dell’orgoglio nazionale che va in delirio per il terzo posto di Dani Sordo. Un muro di neve aveva fermato Mikkelsen in Svezia a tre chilometri dalla fine dell’ultima PS, e uno d’acciaio ha reso incompiuta l’opera di Ogier in Spagna, ancora a tre chilometri dalla conclusione del Rally. Cicli del destino? No circostanze che si ripetono facilmente quando tutto è portato al limite, e che fanno parlare perché sembrano riequilibrare la distribuzione delle dosi di buona e cattiva sorte.
Giornata Mikkelsen. Si scopre che quando si parla di Piloti così bravi anche quel pizzico di arroganza che sembra trasparire dalle loro parole è talvolta reale, magari un po’ ambiziosa, consapevolezza. Mikkelsen aveva appena detto che si sentiva davvero vicino ai due compagni di Squadra in quanto a potenziale e competitività, e l’ultima tappa del Rally di Spagna è stata davvero la giornata del ventiseienne, simpatico e solare norvegese di Oslo.
Quattro speciali vinte, le altre due ancora a Latvala per un altro en plein Volkswagen, e così il Power Stage, la tappa e, finalmente, il primo Rally della carriera. Proprio vero, se Mikkelsen ha rotto il ghiaccio in questo modo, ci sarà da tenerlo in forte considerazione e a bada l’anno prossimo.
E Latvala? Beh, la sua piccola rivincita se l’era presa al Corsica quindici giorni prima, già in atmosfera post Mondiale, e quella foratura lenta nel corso della 12ma Speciale, subito dopo il problema all’impianto frenante delle prime due speciali di quel giorno, era stato ben più che un monito e un ben più che chiaro messaggio. Che il finlandese aveva “ascoltato” e assorbito, e tradotto nella decisione di accettare un risultato pur sempre molto onorevole in luogo di andare a prendersi altri rischi.
Lavala non ha nulla da dimostrare, le incertezze della prima parte della sua stagione sono acqua definitivamente passata, e il ruolo del secondo Pilota in seno al Team Volkswagen acquisito. Solo che ora c’è davvero da chiedersi che cosa significa, oltre all’evidente salto di qualità, la prima vittoria di Mikkelsen. Per cancellare ogni sospetto di animosità, è bellissimo il commento che Jari-Matti dedica al giovane compagno di Squadra alla sua prima vittoria: “Nel Power Stage ho corso in maniera perfetta con una Polo R assolutamente perfetta. Non potevo andare più forte. Vuol dire che questo ragazzo ha vinto con pieno merito, e che merita un grandissimo rispetto!”
Anche Dani Sordo merita rispetto. Ha inteso cancellare i dubbi che aveva alimentato con le prestazioni decisamente opache di buona parte della stagione, e ci è riuscito. Ma è altrettanto importante che, prima forse di chiunque altro, quei dubbi li aveva già messi da parte proprio Michel Nandan, il “Boss” che proprio alla vigilia del Rally di Spagna gli aveva restituito la fiducia sacrificando questa volta Neuville sull’altare di Paddon.
Il terzo posto di Sordo è un gran colpo, perché è stato ottenuto in un clima davvero arroventato e al termine del Rally più complicato, terra e asfalto insieme, della stagione. Gli spagnoli non hanno mai smesso di avere fiducia nella bravura del loro Pilota, ma all’appuntamento del Rally di Casa questa fiducia era anche un raddoppio della pressione.
Da una parte Hyundai e l’esigenza di concretizzare il secondo posto nella classifica Costruttori, dall’altra l’orgoglio e la vigilanza quasi asfissiante del suo pubblico. Sordo ha fatto… finta di non sentire, e ha corso al riparo dalla pressione utilizzando dell’emotività solo il carattere positivo e di spinta, e al termine di una corsa eccezionalmente incisiva e regolare, merita ampiamente il terzo gradino del podio.
Sotto al podio la faccenda si fa più ingarbugliata, e non è più una questione di Piloti quanto di Squadre e di Marche. Sordo ha fatto il suo dovere perfettamente, e tutti quelli che l’hanno vista correre in Spagna concordano che la i20 va forte. Il problema di Hyundai, ma a quanto pare alla Marca di Seul i problemi in questo momento non mancano, è che la Squadra Citroen (ma dovremmo dire DS?) ha piazzato alle spalle di Sordo sia Ostberg, bella gara anche se inizialmente sfortunata, che Meeke, mentre Paddon e Neuville sono entrambi, e entrambi con buone ragioni, più indietro, e ora le DS3 Citroen Total Abu Dhabi “volano” con 4 punti di vantaggio. Ancora suspense verso il premio di consolazione della graduatoria delle fabbriche che verrà assegnato nel Regno Unito.
Un muro di neve aveva fermato Mikkelsen in Svezia a tre chilometri dalla fine dell’ultima PS, e uno d’acciaio ha reso incompiuta l’opera di Ogier in Spagna, ancora a tre chilometri dalla conclusione del Rally
Finale vorticoso di un Rally travolgente. Anche il WRC2 ha il suo momento di pathos. In Spagna vince Tidemand, ma per un solo decimo di secondo Nasser Al-Attiyah e Matthieu Baumel conservano il terzo posto che vale al “Principe del Qatar” il Titolo mondiale, secondo consecutivo. Per il fenomenale Asso del Qatar e per il formidabile navigatore francese è il terzo Titolo in quindici giorni, ideale sigillo di una stagione trionfale in Cross-Country Rally, nel Campionato del Middle East e, ora, nel Mondiale WRC. Senza dimenticare la strepitosa vittoria alla Dakar!
Prepariamo la trasferta finale del Mondiale 2015 in Galles. Ombrelli e stivali di gomma già in valigia!
*Ogier è “ufficialmente” leader di una classifica ancora “ufficialmente” provvisoria, dunque bisognerà attendere l’annuncio “ufficiale” della FIA per incoronare “ufficialmente” il Campione.