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Barcellona, 23 Ottobre. Occasione più unica che rara di vedere in azione gli Dei del Rally sulla più originale e complicata delle prove Mondiali di quest’anno, il Rally di Spagna apre le porte della sua prima tappa al risultato a sorpresa, ma è ricondotto sui binari della logica più “agghiacciante” quando sull’ultima Speciale del giorno Sébastien Ogier assesta il suo raffinato e letale jab e manda knock down l’avversario che più di ogni altro sogna, quasi avanzandone il diritto, di batterlo: Jari-Matti Latvala.
Dai fuochi d’artificio iniziali del Montjuic, la Montagna di Barcellona “tempio” di Expo, Olimpiadi e Formula 1, il Rally si sposta immediatamente nel Sud Ovest della Catalogna, nel teatro di Salou e delle montagne rocciose dell’immediato interno tra Tarragona e Lleida. 300 chilometri in totale, 128 dei quali sulle otto Speciali, solo un remote service. Ecco il programma della prima giornata del Rally Spagna Catalunia-Costa Daurada, unico della serie mondiale 2015 che si sviluppa su terreni misti terra-asfalto.
Il clou della giornata è la Tierra Alta, una speciale in cui le sezioni di terra e di asfalto si alternano per comporre il più lungo settore cronometrato, oltre 35 chilometri, della tappa, ma ogni chilometro è buono per introdurre ad un cambiamento drastico dell’assetto della corsa. È il motivo per cui Ogier non si è risparmiato neanche nella brevissima prova inaugurale di Barcellona.
Con Ogier frustrato dal regolamento che “concede” al leader del Mondiale l’handicap di “pulire” le strade, c’è spazio per alcune proposte, anche inedite, che scaldano immediatamente gli umori degli appassionati. Ostberg regala alla DS la prima Speciale, ma si fanno vedere alle sue spalle sia Paddon che Kubica.
Il polacco vince la successiva Caseres e passa al comando, e riesce a mantenere la leadership provvisoria anche nella prima, corta Bot vinta da Tanak. Non c’è dubbio: con Ogier indietro di dieci secondi e alle prese con la “pulizia” c’è un grande movimento teso a rilevarne la posizione abituale approfittando della situazione favorevole. Il terreno cayalano, scivoloso e abrasivo, intanto, si “mangia” le gomme.
È a quel punto, dopo la Montjuic e le quattro PS del venerdì, che arriva la prima Terra Alta. Si incrociano le traiettorie e alterne fortune centrifugano i protagonisti della prima ora. Ostberg percorre un terzo della Speciale con una foratura lenta, Mikkelsen perde i freni nel tratto d’asfalto, Kubica arriva al traguardo con una gomma floscia sull’anteriore e una forata nel bagagliaio. Con i cinque minuti di ritardo il fortissimo, è ora di dirlo, Kubika sparisce dalla testa del Rally e, dal trentesimo posto lancia i suoi anatemi e le sue incomprensioni. Senz’altro il polacco è sfortunato, ma la sensazione è che qualcosa non abbia funzionato a dovere.
La prima Tierra Alta è vinta da Latvala in un tripudio di approvazioni, ma il finlandese, in ritardo nelle prime Speciali, “deve” lasciare strada a Ogier che conquista la testa del Rally. Appena 8 decimi di ritardo, Latvala ne è cosciente, sono niente, ma adesso arriva il secondo giro, le piste in terra sono più pulite, quelle d’asfalto più “sporche”. E si ricomincia, la prima scrematura ha privato gli appassionati del contributo di agonismo eccellente di Ostberg, sceso al quinto posto, e di Kubica, KO, ma ritrova immacolato il duello tra i due leader del campionato, e con esso il tema fondamentale di questo scorcio di epoca Volkswagen.
Salgono anche le quotazioni di Tanak, terzo, e sono quelle che tengono banco durante il secondo giro… fino alla seconda Tierra Alta. L’estone, infatti, vince sia la Mora d’Ebre che la Bot al secondo passaggio, scavalca Ogier e si avvicina pericolosamente a Latvala. Ostberg, invece, vince la Caseres 2 ma non riesce a riprendere Sordo che, intanto, ha corso da manuale per la gioia del suo pubblico.
Il Rally torna alla Tierra Alta per l’ultimo passaggio della giornata, ed è ora di ridefinizioni e di capolavori, come se fino a quel punto si fosse scherzato. Tre Volkswagen si allineano all’arrivo della lunga Speciale “mista”, ed è la Polo R di Sébastien Ogier che sbaraglia il campo con un’esecuzione che strappa un sorriso extra anche allo stesso Campione del Mondo, giusto per l‘eccezionale per la bontà del lavoro.
È incredibile come Ogier abbia potuto avere una visione così chiara dell’intera giornata, al punto da amministrarne perfettamente le variabili negative e presentarsi nella migliore condizione globale per battere incondizionatamente, nell’ultima Speciale, avversari pur in grande stato di forma.
Latvala paga e scende al secondo posto, quattro secondi soltanto al rintocco del “gong”, e il finlandese ha bisogno di un po’ di tempo per ritrovare il sorriso e la motivazione.
Difficile, in quel momento, rendersi conto della perfezione del “lavoro” del compagno di Squadra. Un capolavoro, appunto, di tattica e di pazienza. È incredibile, infatti, come Ogier abbia potuto avere una visione così chiara dell’intera giornata, al punto da amministrarne perfettamente le variabili negative, come partire per primo o l’usura normalmente eccessiva delle gomme, e presentarsi nella migliore condizione globale per battere incondizionatamente, nell’ultima Speciale, avversari pur in grande stato di forma.
Si rientra al Parco di Assistenza di Salou, incastonato nel turistico PortAventura, il più famoso parco tematico di Spagna, e c’è una mezz’ora in più di tempo per le operazioni sulle macchine. La seconda tappa del Rally di Spagna, infatti, è quella dell’asfalto, e le World Rally Car devono essere “ribaltate” per il cambio di assetto. Altre otto speciali sabato, e non è finita.