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Monte Carlo, Principato di Monaco, 22 Gennaio. Fino all’ultima Speciale del giorno, la temibile Saint-Geniez - Thoard, sembrava non dovesse cambiare nulla. Verso la fine del sabato del Monte-Carlo era come se tutto il giorno il Rally avesse messo tutti sotto esame, per poi promuovere a pieni voti solo il bellissimo duello tra Ogier e Loeb, allora così nell’ordine, rimandare il solo, impeccabile Breen, “sopravvissuto” alle lame del destino, e bocciare senza pietà tutto il resto della compagnia. Questa era la situazione scaturita dalla differenza dei valori espressi e tradotta in distacchi che negano l’indulgenza. Po è soprattutto una lunga lista di svarioni. Non si poteva, e non si può, nemmeno tirare in ballo la gioventù delle nuove macchine dell’era ibrida, di fatto più vittime che colpevoli degli errori dei loro Piloti.
Invece, dicevamo, ecco l’ultima Saint-Geniez – Thoard, quadrante Sud di Gap, che normalmente d’inverno non fa neanche parte della normale viabilità. Una notte mi ci sono trovato sulla via dell’hotel che avevo prenotato all’ultimo tuffo, e nel buio avevo scoperto che nel periodo invernale la strada è chiusa al traffico e abbandonata. Io, allora, dietro front, loro, gli Equipaggi del novantesimo, dentro per una piccola tortura annunciata. Ed ecco anche la strana imposizione di una scelta di Pirelli da neve o chiodate che non doveva andare nel bagagliaio di un Monte-Carlo generalmente asciutto.
Ed è anche la prova speciale della super scommessa. Sia Ogier che Loeb mettono dietro due gomme chiodate, ma poi decidono per le Pirelli soft. Loeb opta per le "slick", buone per un finale di Speciale asciutto e veloce, dove conta di fare la differenza, ma va incontro a un incubo nella prima parte che diventa il ring del match clou del giorno. Ogier si allinea alla scelta di Loeb e all’ultimo tuffo monta anch’egli due slick. Diventa una sfida ad armi pari e una gara al rallentatore, i due assi impegnati con un filo di gas per non risvegliare i 500 cavalli a disposizione, e si decide sulla migliore, finissima esecuzione di quella tela di ragno di neve e ghiaccio della prima parte della Speciale. Ogier e Veillas sono più bravi di Loeb e Galmiche, che fino ad allora erano stati semplicemente perfetti. Escono dall’ultima Speciale battuti e, soprattutto, con il primo ritardo importante in 13 prove speciali, 20 secondi.
Il Rally resta aperto, si capisce, ma non come lo è stato per due giorni e mezzo. Non si va più a una resa dei conti da Sergio Leone sul Power Stage, mai più in quella stupenda condizione di equilibrio pressoché perfetto che si era venuta a creare. A questo punto, nel corso delle ultime 4 Speciali della giornata conclusiva, uno solo dei due, il recordman del Monte-Carlo, avrà la possibilità di gestire, mentre l’altro, il recordman di Mondiali, dovrà attaccare e non solo, sperare che… Comunque bello, bellissimo Monte-Carlo!
I salvabili. Breen e Nagle sono terzi a un minuto e mezzo. Sembrerebbe una punizione, e in assoluto lo è, ma viste le condizioni quel terzo posto al debutto da ufficiali M-Sport è un elogio alla costanza di rendimento e alla prudenza che, unita all’entusiasmo dell’Equipaggio per la nuova Macchina, è quanto di meglio chiunque potrebbe voler sottoscrivere. Rovanpera e Halttunen. Riscattano l’opaca performance di Venerdì e sono, insieme Ogier e Veillas, i più veloci del Sabato. Salgono di cinque posizioni, e sono quarti a mezzo minuto da Breen e Nagle. Un premio speciale della critica va a Greensmith e Andersson. Dopo aver vinto la prima Speciale della vita, l’inglese biondo-platino ha saputo mordere il freno dell’entusiasmo e correre di conserva al riparo dalle esagerazioni di cui è stato… maestro fino alla scorsa stagione.
La lista nera. Corta e impietosa. 10ma Speciale, Lefebvre e Malfoy, Citroen C3, dopo aver buttato il podio della WRC2, buttano anche la gara uscendo di strada. Campione Mikkelsen ringrazia e va via liscio al comando. 11ma Speciale. Tanak e Jarveoja vanno in spin e lamentano un problema alla ruota, indicativamente una foratura lenta ma Tanak non è sicuro. Evans e Martin, Toyota Gazoo, fino a ieri a podio, escono di strada, riescono a ripartire ma lasciano velleità e 30 posizioni sulle strade del “Monte”. Solberg e Edmondson, Hyundai, escono di strada. 12ma Speciale. Neuville e Wydaeghe rompono una sospensione della i20, l’ammortizzatore sbuca dal cofano. Per fortuna all’Equipaggio riesce una riparazione di… fortuna per ripartire, ma al costo di 4 minuti e due posizioni. Tanak deve arrendersi per non arrostire il motore dopo un’escursione contro le rocce. 13ma Speciale. Per finire Katsuta e Johnston… finoscono fuoristrada con la Toyota School.
Domenica di Power Stage e verdetti. 4 Prove Speciali per 67 chilometri. Non è detta l’ultima parola, soprattutto sulla La Penne – Collongues, 21 chilometri.
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