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Monte Carlo, Principato di Monaco, 21 Gennaio. Le Ford Puma M-Sport vanno forte, Sébastien Loeb fortissimo. Un monstre. Talento assoluto al di sopra delle condizioni, fisiche, di suolo, ambientali. È come se, passando da un tipo di corsa e vettura ad un'altra, l’asso alsaziano ricaricasse le batterie. Non più una questione di tempo e di età, solo di tempo contro il cronometro. Incredibile, bellissimo! Probabilmente siamo ai limiti del regolamento, che è fatto per gli uomini e non per i marziani.
Venerdì asciutto. Loeb e la Galmiche piazzano subito una doppietta. Ai danni di Ogier e Evans sulla prima, la Roure-Beuil, e di Tanak e Neuville redivivi, nella seconda, la Guillaumes-Péone-Valberg. Loeb si avvicina inesorabilmente a Ogier, più “sporco” - o prudente? - nella doppia circostanza (ma non dimentichiamo che il Campione in carica è quello che “esplora” le condizioni delle strade e il fuoriclasse recordman parte per ultimo). La Val-de-Chalvagne / Entrevaux, terza speciale, o ultima del giro, è più complessa. C’è ghiaccio qua e là, e Ogier paga. Loeb manda giù la mannaia. Battendo chiaramente Evans e Neuville, e vistosamente Ogier, Loeb sale al comando. 10 secondi di vantaggio su Evans, e 13 su Ogier, da dividere equamente tra Pilota e Macchina, formidabili, anche se il risultato sembra più una moltiplicazione di qualità congiunte. Il resto della truppa inizia ad accusare il ritmo e perde terreno.
Il secondo giro è inizialmente una variazione sul tema, Loeb ancora il più veloce, Ogier e Evans inseguitori. Diverso il secondo passaggio sulla breve Guillaumes - Péone - Valberg, che porta sotto le luci dei riflettori il sin qui anonimo Greensmith. l’inglese vince la prima Speciale della carriera, e batte Ogier che fa meglio di Loeb. Situazione stazionaria in attesa del verdetto del secondo giorno. Arriva dunque la Val-de-Chalvagne - Entrevaux, 17 chilometri. Il finale è di nuovo favorevole a Ogier che si impone su Neuville e Tanak, per un piccolo segnale di avvicinamento delle Hyundai. Loeb è quarto e restituisce a Ogier 4 secondi e mezzo. Non cambia nulla, il margine dell’alsaziano, in testa alla corsa dopo due giorni, è ancora limitato ma chiaro, circa dieci secondi al Campione del Mondo e ormai oltre 20 a Evans, che si a sua volta “scollando” dalla testa della corsa. Neuville, Breen e Tanak arrancano, e non parliamo dei giovani Rovanpera e Solberg, cui il “Monte” fattura già oltre due minuti di ritardo.
Sospetti tecnici. Così come fu all’introduzione del regolamento WRC+ nel 2017, le Ford dell’atelier M-Sport hanno una marcia in più. Nelle mani di Loeb, così come fu per Ogier allora, il fatto sembra evidente, ma anche il neo-acquisto Breen diventa testimone dell’ottimo lavoro. Fourmaux, invece, ha preso un granchio: credeva di poter volare ma si è ritrovato in un atterraggio “severo” oltre il guardrail giù nella scarpata della terza Speciale, la Roure - Beuil. La prima auto dell’era elettrica ad andare distrutta è dunque una Puma, ma il “collaudo” dice che la “gabbia” del telaio tiene. Stabili le Toyota, Yaris WRC velocissime ma apparentemente più critiche nel controllo (e quindi è giusto che il migliore risulti Ogier) e un pelo indietro le Hyundai. Come se al contesto delle i20 Coupé fosse venuta a mancare una spinta di coerenza, ossia la benefica pressione Adamo. La Squadra è affidata sul campo alle direttive di Julien Moncet, che però è il tecnico responsabile dell’unità mista termico-elettrica che oggi si chiama powertrain. Poi, per tutti, può anche essere più una questione di regolazioni che di misure chiave, come la distribuzione dei pesi con l’introduzione del telaio più “libero” e dell’unità elettrica, ma intanto il “sospetto” è questo.
Sabato, 5 prove speciali per 92 chilometri d Gara, l’ordine di partenza cambia. Vedremo come se la cavano Loeb e Ogier più vicini e a ruoli invertiti.
© Immagini -Toyota TGR-DAM - Red Bull Content Pool – Hyundai Motorsport – Ford M-Sport