WRC 2022. Rally Japan D1+2. In 3 in Testa, poi 2… Intanto 1 in Fumo e molti in difficoltà

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Rally Japan, spettacolo e Pubblico. Ogier parte al comando, poi vede svanire tutto. Sordo, invece, vede andare in fumo la sua i20. Evans, Neuville e Rovanpera il primo giorno, il Campione si sgancia il secondo e, infine, sale Neuville
12 novembre 2022

Aichi, Giappone, 12 Novembre. Ogier, poi Evans, infine Evans. Tanak non pervenuto, abisso dietro, auto e sogni in fumo. Si va alla bella dell’ultimo giorno così. ma si parte da lontano, con premesse quasi commoventi. La prima è per il… silenzio, la seconda per il pubblico. L’azione, infatti, zittisce le zanzare, il rombo dei motori copre le chiacchiere che hanno inondato la vigilia dell’ultimo Rally Mondiale dell’anno. La separazione tra Tanak e Hyundai, covata troppo a lungo, ha dilagato nella fantasia di bene e male informati, e generato la solita onda di scosse a catena che ha fatto vibrare l’ambiente degli appassionati. Tanta… aria fritta. A chi il volante numero 1 (o 2) di Hyundai, Ford di nuovo in lizza per una prima guida, un ritorno da Toyota per rigenerare il primo, e unico, Titolo mondiale dell’estone.

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Non avendo risposte per il quesito fondamentale, l’arena della discussione si anima all’infinito, e quindi disorienta, possibilità a scalare per altri Piloti che oggi ballano tra gradimenti di vario livello e che, comunque, faticano ad essere inseriti nelle top list ideali. Breen, Lappi, Evans, Sordo, Mikkelsen, persino Meeke. Questi i nomi più ricorrenti nel panorama di un nulla di fatto che pare sin troppo ovvio. L’unica verità… vera e provata è che Ogier arriva con un nuovo navigatore, Vincent Landais. Perché non Benjamin Veillas, il primo sostituto di Elena? Vai a sapere, ma sappiamo che uno come Ogier ha bene il diritto di decidere e scegliere per il meglio, a suo insindacabile giudizio. Bene comunque che, finalmente, sia arrivato il Rally a interrompere il torrente di imprecisioni e della parola da bar.

E sin dall’inizio il Forum 8 Rally Japan scalda la platea. Intanto e subito un pubblico meraviglioso. Per entrare al Toyota Stadium di Toyota City, che non è la base quartier generale delle Fiat, se non sbaglio, bisogna fare una coda lunghissima. Chilometri. C’è chi aspetta pazientemente da giorni, uno degli spettatori felici conferma di essere lì da… dodici anni. Sì. Tanto lunga è stata l’attesa del ritorno di un Mondiale in Giappone, e anche quando sembrava lì, dietro l’angolo, ecco che ci si è messa in mezzo la pandemia a farlo rinviare di altri due anni. Bene, finalmente ci siamo. 

L’atmosfera giapponese è eccitante, calda. Shakedown, sushi, la prima specialina-spettacolo, sashimi, prima classifica, saké e la prima notte, arriva quasi tutto insieme. L’uno se lo prende Neuville, buon segno, l’altra Ogier, buna… intenzione. È chiaro che l’ambientazione è più obbligo che occasione, per il Team di Jari-Matti Latvala, di fare bella figura, la migliore, tanto per essere chiari. Ma non sarà facile. Bel ritorno, tutti contenti. Aichi e dintorni sono prontissimi, ma nessuno dubitava. Le cose si ingarbugliano quando il Rally inaugura la seconda giornata e entra… Tunnel della Isegami’s Tunnel, 23 kilometri. È la più lunga, la più dura, la più “misteriosa” del Giappone 2023. Si inizia subito tosti e si sa che il programma è atipico e può riservare altre sorprese.

Pronti via la macchina di Dani Sordo scalda, fuma e poi va a fuoco. Incredibile, ma bisogna stare all’occhio. Per il forte, simpatico e meritevole spagnolo, che già vive la sua avventura quasi sempre in panchina, è un bruttissimo rientro, per Hyundai solo la ciliegina su una torta che non riesce a stare in piedi. il continuo a vederlo come il prossimo Team Principal di Hyundai. Il migliore. Greensmith generoso si ferma appena arriva a via di estintore in aiuto al compagno di avventura, ma niente da fare, resta solo una traccia 3D abbrustolita e le targhe ALZ WR 904 possono essere riconsegnate al PRA.

La gara finalmente va avanti e si dispone sull’asse di equilibrio tutto Toyota Rovanpera-Evans sul fulcro Neuville. Prima che l’ultima del giorno venga cancellata, una barriera divelta dal “passaggio” di Breen in PS4, due Speciali le vince Evans, le altre due Rovanpera. L’inglese va in testa, e ci resta, Neuville appunto si interpone davanti al finlandese già titolato e si installa al secondo posto grazie a una serie ci costanti piazzamenti. I tre di testa chiudono la prima giornata incollati, tutti in 5 secondi. il dimissionario Tanak, che non è andato oltre il terzo posto, è quarto a un quarto di minuto scarso, l’anima locale Katsuta quinto a venti secondi, ultimo di un vero e proprio manipolo di dignitosi. Il resto, infatti, è già disperazione. Greensmith, sesto, è a due minuti! Fuori Sordo e Breen, handicappato Ogier, questo bel Rally sembra volersi arrampicare sugli specchi per soddisfare il diritto sacrosanto del pubblico.

Va detto, la prima giornata è andata nel caos prima ancora che in archivio. L’incendio, Breen che sposta le barriere e costringe all’interruzione della 4° e della ripetizione. Ben presto metà del programma va nel caminetto. Non bastasse la FIA apre un’indagine. Grossa, a dirla così, vero? No, è la solita grossa quando i buoi hanno già lasciato il recinto e ci si affretta a richiuderlo. Un’auto civile è entrata sul percorso della 4°. Vai a sapere perché. È un pericolo. Certo, grosso, ma allora dei campion dei Pompieri, dei trattori, degli altri casi, mai ultimi, che si deve dire? Niente. Teniamo alta l’attenzione e non urliamo solo alla fine.

Il secondo giorno finisce quando da noi… inizia. In Giappone è sera, qui mattino. Bello leggere la cronaca dal pomeriggio come se fosse quella del buongiorno. In ogni caso non è un giorno buonissimo, non il migliore. Il Giappone ha dimostrato di essere un Rally ben difficile, una specie di rebus irrisolvibile per molti. Problemi di assetto, di sottosterzo, di controllo del “diff”, come lo chiamano confidenzialmente tecnici e piloti, bene a destra meno a sinistra. La sola costante positiva sembra essere quella delle gomme. Pirelli hard per tutti, e dalla loro versatilità e refrattarietà al consumo arriva almeno un pensiero in meno. Se si potesse staccare la seconda giornata dalla prima si scoprirebbe che il migliore è ancora lui, Sébastien Ogier che, rientrato in regime di Super Rally, ha meso tutti in fila. Inutilmente, direte voi, visto che è fuori gioco, e invece il fuoriclasse francese è contento, piccoli show e una bella occasione di provare varie, piccole cose. Che sia un buon indizio per il suo impiego dell’anno prossimo?

Evans, invece, non ce l’ha fatta. Non sembra farcela. Quando pareva che potesse riscattare un’intera stagione andando a vincere davanti all’Imperatore e alle mura della Fabbrica, invece, il gallese affannato ha visto erodere il suo pur piccolo vantaggio inesorabilmente, lasciandolo apparentemente senza la possibilità di reagire. Strano, perché fino a metà giornata Evans era riuscito addirittura a incrementare il suo vantaggio. Nervi troppo tesi? Comunque, Rovanpera non gli è più di aiuto, troppi guai e un Rally convertito in test anche per il neo Campione del Mondo, e quindi la bestia nera torna ad essere Thierry Neuville. Al belga va la palma della caparbietà, anche se accompagnata da quella del sempre-un-pelo-in-ritardo. Tiene duro, mette insieme una seconda parte del giorno e, prima delle due ultime specialine (la prima cancellata, tanto per cambiare) rovescia la situazione e passa al comando.

Resta la domenica, ormai quasi sempre un capitolo a Sé quasi staccato e fortemente influenzato dal Power Stage. Sarà duello tra Neuville e Evans, o ormai il trend è tracciato? Riuscirà Neuville a far valere il suo plus?ì

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