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Ginevra, 29 Marzo. È una bella giornata di sole anche in Svizzera e Germania, dove si prendono le grandi decisioni, ma certamente lo ancora di più da noi. In Grecia, poi, è esplosione di primavera e di entusiasmo. C’è una ragione. Non è soltanto una questione di meteo. È la grande, talmente attesa da sconfinare nella novità, notizia del ritorno del Rally Acropolis nel calendario 2021 del WRC. Un messaggio di ritorno al futuro di uno dei Rally più amati, una leggenda della storia. Com’è andata?
Se ne parlava da qualche tempo, la richiesta era elevata, ma la situazione era rigidamente regolata da un difficile equilibrio tra richieste e accordi, programmi e crisi. Il CoViD ha sconvolto l’orizzonte, e la regola, ormai, è… elasticità, vivere alla giornata e navigare a vista. Ce lo ha spiegato meglio, anzi insegnato, un anno intero di sconvolgimenti, con una stagione passata agli archivi quasi per caso, comunque vissuta e sviluppata sul filo del rasoio.
Se ne parlava, dunque, ma concretamente solo dall’anno scorso, quando il governo greco ha deciso di “sponsorizzare” il comitato organizzatore. Ora la voce di conferma dall’adesione al progetto viene dal Primo Ministro Kyriakos Mitsotakis e dal Ministro dello Sport Lefteris Avgenakis. Quindi la notizia non arriva come un lampo a ciel sereno. Tutt’altro. Succede, infatti, che ancora una volta salta il Rally Cile, perseguitato da una situazione difficile cui si somma il CoViD. Da lì era partita la micidiale reazione a catena che ha fatto tremare il Mondiale 2020. Quest’anno si cerca di correre ai ripari giocando d’anticipo, ed ecco che viene annunciato il ritorno del Rally Acropolis. È il ritorno del mito, dell’icona greca del WRC. La data si sovrappone esattamente al forfait cileno, 9-12 settembre, e attualmente l’Acropolis è la decima di dodici prove del Mondiale 2021, dopo la cancellazione del Cile e i “ritiri” di Svezia e UK. Una prova in più nel Vecchio Continente, una in meno “overseas”. Il che conduce al porsi la stessa domanda di un anno fa: è un indice di difficoltà del Sud America che può incidere sui programmi “geografici” del Mondiale? Certamente la domanda è legittima, visto che le tappe transcontinentali implicano la messa in moto, anzi in mare, del “kit” intercontinentale del WRC, per un anno intero mai allontanato dalle banchine del porto di Rotterdam. Con una certa apprensione, adesso aspetteremo buone notizie dal Kenya, fine giugno, e dal Giappone, metà novembre.
Il mito dell’Acroplis, nato nel 1951, condensa da una miscela esplosiva di sterrati di montagna disseminati di “mine”, leggi sassi, un inferno di polvere e un caldo da allucinazioni. Il contesto ambientale fa la sua parte insieme alla patina di storia che avvolge quei luoghi in un’atmosfera di irresistibile, epica classicità. 38 edizioni ormai di leggenda, poi la sparizione del 2013, ultimo anno di Mondiale prima della lunga separazione che si conclude oggi. L’ultima volta mondiale fu la vittoria di Latvala e Anttila, con la altrettanto, ormai, leggendaria Volkswagen Polo. Colin McRae l’ha vinto 5 volte, la maggior parte con Grist, così come Sainz e Moya, Loeb e Elena, Rohrl. Tre volte anche per Miki Biasion insieme a Tiziano Siviero, ’88, ’89, 1993.
L’Acropoli di oggi sarà diverso. Anche la data fissata, adatta più al Cile che alla Grecia, lo dice. Questo era scontato già quando si reclamava a gran voce un ritorno del Rally degli Dei nel circo Mondiale. Ormai definitivamente da parte, ma non dimenticati, i chilometraggi da capogiro, 5-600 lunghezze, le cinquantine di prove speciali, gli innumerevoli “punti di ristoro” per ruote affamate di gomme, e anche una certa atmosfera vagamente naif che riuniva nello stesso entusiasmo organizzatori, autorità e appassionati, anche l’Acropoli dovrà ridimensionare la sua struttura di gara. per fortuna non verranno mai meno l’ombra dell’Acropoli, del Partenone, i profumi di Ouzo e granturco grigliato, le note dei bouzouki che ti fanno muovere sui loro ritmi. Certi luoghi hanno un’atmosfera portentosa. La Grecia è uno di questi. Esemplare. E poi, diciamocelo “modernamente”: i format di oggi sono allineati ai tempi e all’evoluzione dei gradimenti, e non mancano le liete sorprese. I Rally sono e restano avvincenti. Il Rally Italia Sardegna è l’esempio più chiaro e forte del “nuovo fascino” esercitato dal WRC.
Comunque è proprio a Siviero, nostro amico e riferimento unico, incontornabile esperto, che chiediamo un commento, una definizione dell’Acropoli:
Tiziano Siviero: “Non credo esista una definizione dell’Acropolis che non sia già stata coniata. È difficile... ma quella che più mi piace è “il Safari Europeo”. Certo è una definizione che si adatta perfettamente a quello che era l’Acropoli degli anni ‘70 e ’80. L’Acropolis Rally di oggi è quello che definirei come la scommessa di un Paese che ha avuto una parte importante nella storia dei rally. È anche, sia chiaro, la scommessa sul sapersi adattare ad modello di Rally che è sostanzialmente nuovo. Penso che non sarà semplicissimo...”
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