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Porto, Portogallo, 20 Maggio. Rally del Portogallo, quarta prova del Mondiale 2021. Dopo il Croazia, Ogier vincitore è tornato in testa al Campionato. Si è creata una situazione di alternanza bilanciata tra i primi sei della lista. Una ripetizione di Toyota inseguite da Hyundai. Ogier-Neuville, Evans-Tanak, Rovanpera-Breen. In Portogallo esce Breen, entra Sordo. Poi c’è Katsuta che tiene a bada la prima Ford, quella di Greensmith. A questo livello, briciole di punti. È chiaro che Hyundai deve andare all’attacco per invertire la tendenza, ed è altrettanto chiaro che Toyota dovrà difendersi. Nella singolare circostanza, il miglior modo per farlo è attaccando. Nella fattispecie, lo “schema” di Mister Jari-Matti Latvala viene da sé. Ogier amministrerà l’incredibile patrimonio di risorse in suo possesso partendo da una posizione vantaggiosa (anche se aprire la strada è sempre un incubo), Evans e Rovanperà li ritroveremo costantemente all’attacco. Il gallese perché è in corsa con una media… inglese da migliorare, il giovane finlandese perché deve recuperare e farsi perdonare l’errore di eccesso cui si è lasciato andare in Croazia.
L’attacco di Hyundai lo vedo più omogeneo. Tanak è ormai in sintonia con la i20 facilmente “scatenabile”. Miccia accesa. Neuville porta in dote una sorta di nuova maturità (speriamo sia quella buona) che potrebbe scattare grazie alla firma del contratto. Tutti e… quattro, perché il Pilota più ammirato di questi tempi è Craig Breen, e perché in Portogallo scende in campo per la prima volta, quest’anno, Dani Sordo, possono contare sul futuro, che come sempre è la cosa più appetitosa. Hyundai ha sbloccato la situazione ed è al 100% della partita del nuovo regolamento, ibrido, che andrà in vigore il prossimo anno. Questo vuol dire rimboccarsi le maniche, guardare e andare avanti, il più lontano possibile ora per ottenere in vantaggio domani. È quel genere di situazioni che, nel momento in cui si materializzano, è adrenalina pura.
Lo shakedown , inaugurazione del 54° Vodafone Rally de Portugal, vale poco, come al solito. Però è un buon pretesto per parlare di WRC e aggiornarsi. Tre lanci per i più, 4 per Evans, Tanak e Loubet, ben sette per il promettente e volenteroso novellino, Adrien Fourmaux. Il quarto lancio è servito al solo Evans per migliorarsi e per ottenere il tempo da battere e installarsi in cima alla lista virtuale. Evans va forte, questo è fuori discussione, ma quel che sembra più evidente è che va sempre più d’accordo con la Yaris WRC. Al punto da considerarsi in corsa per il Titolo, che dio… ops, Ogier lo voglia o no (e non parliamo di Rovanpera).
In Toyota si è creata quella situazione apparentemente delicata che, invece, per quanto se ne dica, è il sogno di tutti gli allenatori: avere svariati galli nello stesso pollaio. È il premio alle buone scelte, un riconoscimento che risale indietro nel tempo e fa riferimento alla competenza di Tommi Makinen. È stato il fuoriclasse finlandese (4 Mondiali vinti da Pilota, non dimentichiamolo mai) a creare quel “gruppo” che oggi si identifica con il Team da battere. Ha messo le mani sull’insoddisfatto Ogier (la cruda esperienza Citroen), ha dato fiducia a un tester particolarmente affidabile e veloce, Elfyn Evans, e promosso un giovanissimo catapultandolo nella massima serie, Kalle Rovanpera.
Dall’altra parte della barricata c’è Andrea Adamo. Senza dubbio all’Ingegnere bisogna riconoscere un certo rimescolamento delle carte che ha fatto un gran bene all’ambiente. L’idea della panchina lunga, lo stop all’ipocrisia sulle gare nazionali come campi d’allenamento e sviluppo, e la scommessa Tanak “sottratto” a Toyota. Più congeniale ancora a quell’idea di rinnovamento è il senso dell’autocritica del Manager Hyundai, un fenomeno che era praticamente scomparso dalla scena e che riesce a mettere le cose sotto una luce più corretta.
In entrambi i casi il dado è tratto, e sarà verosimilmente il fine stagione a stabilire chi dei due “scommettitori” ha avuto ragione operando in un senso piuttosto che nell’altro. Di sicuro è tutta carne al fuoco di un Mondiale interessante.
Un altro appunto e poi aspettiamo i risultati uno per uno. Peccato Andreas Mikkelsen, costretto a saltare il Portogallo perché risultato positivo al test CoViD-19. Viene meno il capoclassifica del Campionato WRC2, e vengono sottoposti a sicura erosione i suoi 35 punti di vantaggio. TokSport sarà rappresentata da Marco Bulacia, attualmente secondo, ma il Portogallo diventa, così, arena di riscossa per Lappi, Ostberg e, già promosso Fourmaux, Suninen, tutti alla ricerca di una “riabilitazione”, che significa un volante per la massima serie “ibrida” l’anno prossimo.
Ed è Portogallo numero 54, 337 chilometri in 20 prove speciali. 8 Venerdì, 7 Sabato, 5 Domenica, Power Stage compreso. Si comincia con la Lousa, 13 chilometri, e si finisce con la mitica Fafe, 11 chilometri di iconica vertigine. 77 iscritti, serie Peugeot iberica compresa. 10 WRC, quasi 4 volte tante “R5” (o Rally2) distribuite nella categorie WRC2 e WRC3, 8 Junior Fiesta dotati.
© Immagini -Toyota TGR-DAM, Red Bull Content Pool – Overdrive Racing