WRC 2021. Pre-Croazia Recap. Mondiale tutto da scrivere

WRC 2021. Pre-Croazia Recap. Mondiale tutto da scrivere
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Prima prova 100% asfalto del Mondiale 2021. Apre Rovanpera leader, Neuville, Ogier, Evans e Tanak all’inseguimento. Intanto, Ibride al palo, Kenia in rettilineo di… partenza, Finlandia e Svezia… “spostati”. A Evans lo Shakedown
22 aprile 2021

Zagabria, Coazia, 22 Aprile. Accidenti! Già passati quasi due mesi. Distratti - che dico! - travolti da una campagna vaccini a tappeto, il tempo è volato. Comunque ci siamo. Terza prova del Mondiale WRC 2021. È il debutto della Croazia nel club dei paesi che hanno ospitato il Campionato almeno una volta. Tra i Balcani va in scena un Rally per molti versi curioso e misterioso. Almeno per come vanno le cose di questo mondo in battaglia, o per quello che succede e può ancora succedere attorno a noi. Vediamo di mettere in riga i presupposti, lasciando come nostro solito da parte pronostici e “anticipazioni”, di solito sterili, e rimandando i commenti alla “fattura” del risultato.

Intanto è la prima su asfalto. 100% asfalto. Debutta la Croazia e debutta anche la gamma delle Pirelli per questa superficie, la terza in tre prove. Dire asfalto è come dire nulla, se non si hanno riferimenti ed esperienza specifica, e in ogni caso è dire a metà se c’è il sospetto che possa piovere. Beh, potrebbe non piovere… ma stanotte forse. Tutti hanno provato tutto, tre mescole, anche le Cinturato per “umido spinto”, ma in condizioni test, ovvero lontani dalla real life della corsa, soprattutto quella in questione. Infatti bisogna aggiungere che in Croazia i Piloti troveranno asfalto di tutti i tipi, e quindi si può dire che c’è ampio margine di miglioramento, sia per i talenti che per gli improvvisatori. Comunque, tutti sullo stesso piano.

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Allora c’è chi se la prende ancora con l’ordine di partenza. Giusto o sbagliato, a questo punto inutile, qui ancora di più. Forse in qualche caso è solo un nervo scoperto. Chi parte prima sull’asfalto generalmente gode della superficie pulita, chi segue può trovare sporcizia. È un dato di fatto che non fa nemmeno più notizia. Capita che Rovanpera sarà il primo a partire. D’altra parte è anche la prima volta che il finlandese è in testa al Mondiale. Il più giovane leader della Storia, per la statistica. Semmai Kalle è una spina nel fianco dei senatori del Rally, campioni o aspiranti tali. Neuville, Ogier, Evans, Tanak. Tutti, in questa circostanza, sulla stessa barca, tutti inseguitori. Ogier ha vinto Monte-Carlo, Tanak Arctic Finlandia. Rovanpera, Evans e Neuville non hanno ancora vinto nulla, ma scommetterei che è quest’ultimo il meno soddisfatto. Evans deve solo lavorare, maturare, come si dice. Ogier non deve aggiungere niente, e non c’è bisogno che confermi una volta di più con i fatti i suoi appetiti. Tanak ha dimostrato che c’è lui e che c’è la Hyundai. E magari che si può riprendere quel discorso di futuro e di contratti. La Toyota c’è sempre stata, Ford resta non pervenuta. Però di M-Sport si dice che, dopo i bagordi del 2017 e 2018, grazie Ogier, il seguente periodo di digiuno potrebbe finire. Non, tuttavia, per via dell’upgrade di motore già previsto per il Croazia e che prelude al congelamento 2022 (se ci sarà, in questo senso, un 2022). Se solo arrivasse un pilota come si deve e non gente a mezzo servizio! Senza togliere nulla a Greensmith e Suninen, qui “declassato” a WRC2, e tantomeno permettendoci di giudicare le intenzioni del 26enne Adrien Fourmaux, che debutta sulla Fiesta WRC in un clima di confronto tra giovani promesse particolarmente acceso. Così, ecco che si torna a parlare di Mikkelsen, e per estensione di uno dei tanti assi senza volante o in procinto, magari, di esserlo. Una cosa deve essere chiara, correre i Rally, soprattutto ad altissimo livello, costa molto. Vietato sbagliare, perché le aule delle corti d’appello sono per lo più deserte. e prima che si ripresenti un'occasione...

Insomma, 20 prove speciali in tre giorni, per un totale ormai “classico” di circa 300 chilometri cronometrati, il Croazia appena promosso al massimo rango “rischia” di diventare il primo spartiacque della stagione ancora tutta da scrivere. In ogni caso il Rally si incarica di attribuire le candidature al titolo di “re dell’asfalto” ormai quasi in disuso nel WRC. Ricordando che le ultime due gare su questo tipo di superficie le ha vinte Jari-Matti Latvala, che quindi saprà dare ai suoi Piloti, ora che è Team Manager Toyota Gazoo Racing, qualche buona dritta di più.

Stagione in pieno, si direbbe. La macchina logistica del Kenya, che presuppone il trasferimento del “set overseas”, è in moto. Una buona notizia. Così come lo sono quelle degli spostamenti dei prossimi Finlandia, anticipato agli inizi di Ottobre, e dello Svezia dell’anno prossimo, la cui base è trasferita a Umea, 600 chilometri a Nord di Stoccolma, per garantire condizioni climatiche più… coerenti. Segna il passo, invece e speriamo per poco, il lavoro sull’ibrido della versione regolamentare 2022. Dopo i primi, probanti test delle 3 Magnifiche, Compact Dynamics, il fornitore unico della spinta elettrica, ha richiamato tutte le unità e le batterie per un “aggiornamento”. Visto che certi “aggiornamenti” di solito si possono fare anche a distanza, c’è da pensare a un problema maggiore, e di conseguenza a un ritardo nell’evoluzione delle nuove Rally1. Magari importante.

Intanto è tempo di Shakedown… sui meno di 5 chilometri stretti, sconnessi e parecchio alberati di Medvedgrad Evans è imbattibile. Dapprima il solo Rovanpera riesce a tenere il passo, anzi a fare meglio, del gallese. Poi si fa sotto dapprima Tanak, che scavalca Ogier per il terzo posto, poi Neuville, che all’ultimo tuffo ottiene il secondo tempo. In un’alternanza perfetta Toyota-Hyundai, i migliori 5 sono nell’arco teso di un secondo e mezzo. In evidenza Katsuta, con la quarta Toyota, e Formaux, con la prima Ford.

Tutti hanno potuto farsi un’idea più precisa di che razza di asfalto stiamo parlando!

 

© Immagini -Toyota TGR-DAM, RedBull Content Pool – Hyundai Motorsport - Pirelli

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