Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Nairobi, Kenya, 25 Giugno. Chiedo scusa. Avevo immaginato un copione “attendibile” per il Safari Rally del ritorno al Mondiale. Invece ho peccato di...immaginazione, il Safari di oggi andava preso come uno di quelli della Storia e non è cambiato molto del suo carattere particolare: un Rally infernale, micidiale per i mezzi, delicatissimo per gli Equipaggi. Il risultato al termine della prima tappa è significativo e si esprime con un termine catastrofico ma estremamente realistico: ecatombe.
Non cronaca, il resoconto della prima giornata è un bollettino di guerra. L’”antipasto” Oliver Solberg, alle prese con le prime “negatività” a partire dallo Shakedown, è niente. Quasi routine. Il norvegese figlio di… papà Petter finisce la sua gara anzitempo con lo chassis danneggiato (in realtà un cedimento della gabbia protettiva, non riparabile). Finisce qui anche il secondo tentativo del ragazzino chiamato a sostituirsi nell’”investimento” Loubet.
Ma, appunto, è solo l’inizio. Tre speciali per ciascuno dei due giri, come di consueto mattina e pomeriggio. Neuville parte meglio di tutti e si installa al comando scavalcando l’Ogier protagonista della primissima ora del Rally, in leggera difficoltà sul fondo molto scivoloso. Nulla di “sospetto”. È la Chui Lodge, 13 chilometri, prima speciale del giorno e… ultima “normale”. Si passa subito al pezzo forte, la prima Kedong che, con i suoi 32 chilometri, è la più lunga del Rally. Nessuno sa che sarà anche la più dura, micidiale sui due passaggi del venerdì.
“Saltano” Evans e Sordo. Più o meno lo stesso “errore”, un sasso “sottovalutato” o visto in quella frazione di istinto troppo tardi. Le ruote della Toyota e della Hyundai reagiscono più o meno con lo stesso risultato. Fine del cinema. Per Evans è quasi una beffa, mancavano poche curve alla fine della Speciale. Il gallese riconoscerà le sue colpe ma invocherà le circostanze attenuanti. Legittime, direi.
Iniziano i guai anche per Ogier. Il francese accusa una rottura progressiva della sospensione posteriore. Il fuoriclasse è abile (magari anche un po’ fortunato) in ogni tipo di circostanza e riesce a portare macchina e guasto fino al parco di assistenza di Naivasha (le Speciali del giorno sono tutte a Nord del lago omonimo). La consolazione è magra, poiché Ogier lascia 30 secondi sulla lunga e oltre un minuto e mezzo sulla successiva Oserian, terza della serie giornaliera. È un ritardo “normalmente” abissale, chissà se lo è anche con un Kenya di questo tipo.
È il momento in cui, anche per l’assottigliarsi del fronte di “rappresentanza”, sale sul palcoscenico del 69° Rally Kalle Rovanpera. Dopo che Neuville ha vinto tutto fino a quel momento, il finlandese lancia la sua sfida personale. Vince la quarta e vince anche la prima del secondo giro, seconda Chui Lodge. In questo modo si sostituisce al belga in testa al Rally. Neuville è comunque lì, a un secondo, e Tanak, malgrado lamenti una povera confidenza con l’assetto della Macchina e una grande fatica, sta facendo una delle gare più belle dell’anno.
Poi la “micidiale” Kedong, e la Storia si fa tesa. Neuville decolla, vince e torna in testa, nonostante una foratura lenta nel finale, Rovanpera rallenta sui sassi del finale e torna a dieci secondi dalla testa. Il ritardo di Tanak sale a 40 secondi. Il ritmo è elevato. Evidentemente troppo, a meno di non essere padroni di una certa classe e della situazione. Impossibile dire se lo si può essere davvero. Intanto escono di scena anche Prokop e Canobbio, quest’ultimo “visitato” anche dai medici.
Il disastro arriva vestito da colpo di scena perfetto. Rovanpera riparte all’attacco, deciso a risolvere il duello da subito. Invece la sua Toyota è inghiottita da un destino di fesh-fesh, quella “misteriosa” (a non essere Dakariani) trappola di polvere finissima che è come l’acqua, ma è borotalco rosso, ed ha effetti violenti, perché ingestibili, e spesso fatali. La corsa di Rovanpera finisce in un… insabbiamento mentre corre alla cieca nella polvere impenetrabile. Ora potrà raccontare ai colleghi cos’è il fesh-fesh! Neuville vola, è il termine più adatto e realistico. Tuttavia il Safari “fattura” anche al belga, una foratura, una delaminazione di pneumatico e un’incertezza di funzionamento del motore. Un po’ di fortuna, Neuville riesce ad uscire dalla Speciale. Si direbbe l’occasione di Tanak, ma anche l’estone fora a perde quasi un minuto, ed è pari e patta. Si rifà vivo Ogier, che vince l’ultima Speciale del giorno prima di un riposo che farà riflettere.
La morale è un po’ strana. Guai per tutti, e tutti ancora in gara. Evans e Sordo torneranno in regime di SuperRally, e così Rovanpera. Neuville ha conservato la leadership provvisoria, Tanak ha più o meno mantenuto la distanza, nel frattempo Katsuta eredita il secondo posto a 20 secondi e Ogier è quarto e meno di due minuti. Si salvano anche le due Ford di Greensmith e Fourmaux, quinto e sesto. Niente di “definitivo”, per come sta andando il Safari Rally. Ci si chiede: come mai tutto questo? Qualcuno azzarda una risposta sbrigativa. Il Kenya è sempre lo stesso, le Macchine di oggi no. Sono troppo basse, fragili in un rapporto impari con il terreno africano.
© Immagini: Toyota TGR-DAM - Red Bull Content Pool – Hyundai