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Monza, Italia, 21 Novembre. Epilogo, chiusura, apoteosi. La Stagione 2021 del WRC se ne va salutando da Monza. Rally eccellente? Di più. Adrenalina? A fiumi. Tensione? Da capogiro. Non potevamo pretendere finale più avvincente del film delle World Rally Car ambientato al centro della Storia italiana del Motorsport.
L’ultima scena è quasi commovente, comunque di eccezionale intensità.
La danza durata tre giorni è finita. Elegante, esemplare, magnifica coreografia della realtà. Ha vinto Sébastien Ogier, con lui anche Julien Ingrassia, Toyota e il Gazoo Racing WRT sono Campioni del Mondo!
Domenica, la penultima di Novembre. Parco dell’Autodromo di Monza. La Parabolica, monumento al Tempio della Velocità, si disegna di tratto leggerissimo affiorando dalla nebbia. Tre Prove Speciali per concludere l’ultimo Rally dell’anno. Grand Prix 2, 10.29 chilometri, e due volte Serraglio, 14.62, la seconda in regime di Power Stage. Poi i verdetti.
Le ultime arringhe di un Campionato-thriller eccitante. Neuville vince Grand Prix 2. Ogier e Evans chiudono con lo stesso tempo a un secondo dal belga di Hyundai. Le due Toyota restano “distanziate” di appena mezzo secondo, esattamente come alla vigilia. La perla della perfetta condivisione di photofinish mancava al balletto dei due Equipaggi Gazoo Racing.
Serraglio 1. È la prova generale di Power Stage. Talvolta è palestra, talvolta banco di prova, talvolta economy run per tenere fresche le gomme in vista del gran finale che distribuisce gli ultimi extra punti. La discussione verte sulle differenti strategie. Le “testimonianze” dicono ancora Neuville, e tre i20 in cima alla lista, ci sono anche Sordo e Suninen. Ogier è quarto, prima del tempo di Evans ci sono anche gli exploit di Fourmaux e Solberg. Il piccolo colpo di scena. Evans ha “stallato” due volte, e perso quasi 17 secondi da Neuville. Ne concede altri 7 all’avversario diretto. È un segnale di alterazione della concentrazione che equivale a una resa? Probabilmente sì. Ogier si stacca ancora al comando del Rally. Se la precisione micrometrica di gestione della Gara è una delle caratteristiche vincenti del fuoriclasse sette volte certificato, Rally e Campionato sono chiusi con il registratore di cassa che scampanella ancora una volta all’impazzata, l’ottava, un attimo prima della chiusura della bottega.
Serraglio 2. I Punti del Power Stage. Interessano? Non come in altre occasioni, non a tutti. Cinque punti a inizio o metà stagione sono fieno in cascina, l’ultimo giorno possono essere solo una sirena. Prova corta e micidiale. Dieci minuti di mostruosa intensità. Asfalto, terra, muri, alberi, strettoie claustrofobiche e improvvisi spazi agorafobici, lanci a 200 all’ora per inchiodare a 20. Non c’è storia? Non direi. C’è un’ultima cosa che Ogier potrebbe volere, e sono proprio quei 5 punti per autografare la carriera già perfetta. Ma poi, no, Ogier ci rinuncia. Non è Evans alla rincorsa dell’ormai impossibile, non è Neuville che finirà per vincere l’ultimo strappo, né Katsuta e Sordo nell’ordine. L’apoteosi del week end è quel sorriso che esplode sul viso di Ogier sotto lo striscione d'arrivo. Con Evans al traguardo già era fissato il Titolo Marche, poi è stata sospensione assoluta per quei pochi minuti che separavano dallo spartiacque della Storia. Ogier è quinto e primo nel Mondo per l’ottava volta. È una doppietta Toyota seguita dal pokerino Hyundai. Nell’ordine Ogier, Evans, Sordo, Neuville, Solberg e Suninen.
Il finale di Monza si completa con il Titolo Costruttori, che va anch’esso a Toyota a coronamento di una stagione perfetta per la Macchina, per gli Equipaggi e i “ragazzi” del Team, e per Jari-Matti Latvala formidabile manager al debutto.
Voglio chiudere con una sottolineatura extra. Il 10° posto assoluto di Andrea Crugnola e Pietro Elia Ometto. La Hyundai i20 pluri-sfortunata nell’Italiano è eccellenza nel Mondiale WRC3, e batte i Campioni del Mondo WRC2, Mikkelsen, e WRC3, Rossel, più la pletora di assi della più bella serie “cadetta” del Mondo. Che voglia essere un suggerimento a voce talmente alta da non poter essere eluso?
Sébastien Ogier, 37 anni, di Gap, Francia. 201 Rally in carriera, 59 vittorie, un dieci per cento di ritiri contro il quasi 30% di successi, otto Titoli di Campione del Mondo. 4 con Volkswagen, dal 2013 al 2016, due con Ford M-Sport, 2017, l’anno del debutto del Regolamento WRC Plus, e 2018, due con Toyota Gazoo Racing Team, 2020 e quell’indimenticabile 2021 di oggi, ultimo delle WRC+ in attesa della svolta ibrida dell’anno prossimo. In precedenza un Titolo Junior, 2008, con Citroen. Quest’anno Ogier e Ingrassia hanno vinto 5 Rally, Monte-Carlo, Croazia, Italia Sardegna, Safari e Monza. Chiudono da Campioni con una vittoria e un altro Titolo! È la fine di un’era? Di un’epoca di impegno a tempo pieno nel WRC sembra proprio di sì, così ha “promesso” Ogier in persona, così come è la fine dell’unione con Julien Ingrassia, il Navigatore che ha accompagnato il Pilota dal 2006 raddoppiando i primati dell’incredibile carriera di un binomio invincibile. Il futuro prossimo di Ogier parla di impegno intermittente, di diversificazione, di un po’ più di sé stesso in famiglia. A dire tutto quel che penso, 8 Titoli sono il mirino perfetto che punta a quel nono che è il record assoluto, quindi vorrei non crederci. Anche perché in tutti questi anni Sébastien Ogier ci ha insegnato moltissimo e non vorrei rinunciare a questo privilegio che condivido allo stesso, credo identico modo con un oceano di appassionati.
Vediamo ora che succede, Monte-Carlo ‘22 è quasi dietro l’angolo! Arrivederci.
© Immagini -Toyota TGR-DAM - Red Bull Content Pool – Hyundai Motorsport