Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Ypres, Belgio. Il Club SuperStage, lo dice il nome, ha fatto un super lavoro e lavorato duramente due volte. La prima per organizzare il tradizionale Rally belga, poi per convertire la Corsa nella settima Prova del Mondiale 2020, la prima in Belgio del Campionato del Mondo WRC. Il Club ha dato prova di grande e affidabile impegno, ma ha lavorato inutilmente. Non è andata l’una e non andrà, adesso, neppure la seconda opzione.
Il Renties Ypres Rally Belgium è definitivamente cancellato.
Da qualche giorno volevo scrivere di questa possibilità, poi mi sembrava presunzione e comunque non mi piace tirare allo scoop o alla vociata clamorosa. Ora mi permetto di commentare la cronaca, tristemente consapevole, e questa volta mi preme sottolinearlo, che la decisione non deve sorprendere nemmeno un istante non solo il formidabile Club organizzatore, non solo il sindaco di Ypres Emmily Talpe, il governatore delle Fiandre dell’Ovest Carl Decaluwé o il Governo belga, bensì tutti gli appassionati che tiravano dalla parte dell’effettuazione del Rally, in programma dal 19 al 22 Novembre, con il cuore. I numeri del dramma primaverile sono adesso surclassati dalla paura di un inverno terribile di cui questo autunno è la peggiore premessa che si potesse immaginare. Il contesto diventa improvvisamente, tragicamente chiarissimo: dove vogliamo andare? Verso una difesa strenua della salute della gente o verso una sconsiderata sfida al gigante cattivo?
Era già stato cancellato il Rally Belgio Sud, una specie di prova generale e disposizione delle Squadre per testare il terreno, e ora la cancellazione del Rally Mondiale arriva come una conseguenza spiacevole ma semplicemente logica.
C’è da chiedersi cosa potrà essere del Rally Monza, l’ultimo ad essere stato inserito nel Calendario “variabile” del 2020 e ancora in programma per i giorni dal 4 al 6 Dicembre. Un giorno sugli asfalti del bergamasco – le strade del Rally Prealpi Orobiche? - e due sul circuito, s’è detto, poi viceversa, due incentrate sulla pista mito della velocità e uno sulle strade. Si pensi a come evolve la situazione CoViD-19 ormai -20, alle implicazioni internazionali, e si pensi alla logica aspettativa di un altro evento “a porte chiuse”, niente di meno e niente di più che il paradosso del Rally Monza che conosciamo o dell’evoluzione che abbiamo provato a immaginare. Si pensi a tutto questo e si provi a trarre delle conclusioni non emotive. Tutti gli auguri del Mondo, in ogni caso, noi abbiam prenotato.
Il WRC vive su due mondi paralleli che non possono incontrarsi che nelle fiabe. Da una parte ottimismo e lavoro smisurati alla ricerca dei Rally per completare il Calendario di Campionato del Mondo. Ammirevole, commovente. Anche molto “ufficiale”, diplomatico, tuttavia. Dall’altra la sequela di annunci di cancellazioni, rinvii, annullamenti, sospensioni. Una corsa drammatica sul traguardo della quale di solito vincono realismo e realtà e solo di rado la più bella immaginazione.
La domanda da porsi oggi è questa: bastano o no sei prove, le sei disputate sinora, per assegnare i Titoli messi in palio con il lancio del Campionato? A Primavera fu detto che sette Rally sarebbero stati sufficienti per omologare il Mondiale, pensando allora alla metà dei Rally in programma (senza alcuna ragione particolare), oggi chiacchiere di corridoio dicono che bastano anche le 6 attualmente in archivio. Valorizzazione della teoria del grasso che cola, insomma.
Penso che sia giusto così. Altrimenti dove metteremmo tutto il lavoro fatto quest’anno? Dove andrebbero a finire i 6 Rally disputati? Che senso avrebbero e in che contesto andrebbero archiviati?
Penso che Elfyn Evans sia stato il più lesto a entrare in sintonia con la sua nuova Macchina e soprattutto con un anno che sarebbe stato comunque a suo modo strano e particolare. Il gallese ha vinto in Svezia e in Turchia, ha un terzo posto, Monte-Carlo, e due quarti, Mexico e Estonia. Ha sbagliato pochissimo e buttato via nulla. Mi dispiace per Ogier, Neuville, Tanak. Tutti loro potrebbero teoricamente vincere il Mondiale con una settima, strana Prova, però alle spalle di Evans tutti hanno buttato alle ortiche almeno un Rally. Sia pure con qualcosa da recriminare c’è per tutti un “valido” motivo per cui sono indietro, ed è inutile cercare ragioni o, peggio, colpe, altrimenti che senso ha parlare di importanza del “pacchetto”?
So che c’è un fronte contrario all’assegnazione dei Titoli con 6 Rally soltanto nell’anno che alla fine conta ben 17 date di calendario passate poi al setaccio della sventura dell’anno. Vi propongo allora di fare come ho fatto io.
Provate e dire: “Elfyn Evans è Campione del Mondo!”
Vi suona poi così ingiusto o stonato? A me no!
© Immagini Toyota TGR-DAM, RedBull Content Pool, Hyundai Motorsport Media