WRC 2020. Svezia D-2. È Elfyn Evans, Toyota

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Dominio delle Yaris che spingono in avanti Evans, Rovanpera, Ogier, nell’ordine. Tanak e Hyundai all’attacco in condizioni difficili, ritirato “prematuramente” Latvala, Lappi e Neuville in (leggero) ritardo
14 febbraio 2020

Torsby, Svezia, 15 Febbraio. Quando due o più eventi o condizioni positive si incrociano sulla medesima traiettoria, il prodotto è simile a un’esplosione. Clamoroso quanto inaspettato, il balzo in avanti della competitività di Elfyn Evans, già visto al Monte-Carlo, diventa l’argomento del giorno anche in Svezia. Evans ha convogliato la propria maturazione, la forma smagliante della Toyota Yaris e l’evidente buon feeling con la Macchina in obiettivi e ambizioni difficilmente negoziabili, e il resto è cronaca. Che Evans fosse nel cuore di Malcom Wilson, ma non più nel suo… portafogli, è cosa nota, meno note le condizioni che hanno consentito a Makinen di sottrarre il Pilota all’influenza del Mago di Dovenby Hall e di mettere a segno anche questo colpo strepitoso della sua campagna acquisti. L’efficacia del rinnovato Team Gazoo Racing pare evidente. Fiuto straordinario o fortuna sfacciata? Domanda imbarazzante, io direi il 100% di entrambi gli ingredienti. In una miscela esplosiva. Per queste ragioni sembra ora possibile parlare di vera e propria consacrazione di Evans, assurto agli onori della cronaca con un ingresso sul palcoscenico del Mondiale WRC 2020 che dire fragoroso è poco.

 

Rieccolo, dunque. In coda a terzo posto ottenuto al “Monte”, quattro Speciali vinte e per metà delle 16 Prove in testa all’assoluta, Evans mette ora un inizio di Svezia al fulmicotone chiudendo in testa la prima giornata di gara. Il gallese mette insieme due vittorie di giornata e due secondi posti, si porta in testa all’inizio della giornata e ci resta fino alla fine, tramonto anticipato dal programma, con un margine su Tanak e Rovanpera che non è l’abisso della certezza ma un’eloquente conferma della tesi già esposta in bozza al Rally Monte-Carlo.

 

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È interessante, addirittura fantascientifico in prospettiva, quello che sta succedendo alle spalle di Evans e che vede protagonista il Rovanpera che avresti voluto aspettarti. Il diciannovenne finlandese se la gioca con Tanak e Ogier, denunciando una disinvoltura di “rapporto” che lascia stupefatti. Non è, infatti, la cosa in sé che sconvolge, Kalle è un enfant prodige e non si deve discutere il suo giovane talento, bensì la strana situazione di imbarazzi a catena che si profila. Immaginate, infatti, che si scambino le carte in tavola, e che il giovanotto continui a disturbare Sua Maestà. Un altro colpaccio della campagna acquisti di Makinen, indubbiamente, ma come farà Orso Tommi a chiedere a Rovanpera di lasciar passare Ogier nella più prevedibile delle situazioni, ovvero quella in qui il fuoriclasse francese dovesse giocarsi il Mondiale? Sarebbe imbarazzante. Molto. Per il Manager, costretto a una richiesta al limite dell’ammissibile per un ragazzino ambizioso. E per il Re, a doversi inchinare davanti al più giovane dei sudditi per invocarne la grazia! E poi c’è questo Evans che improvvisamente si sveglia e veste la maglia dell’attaccante. No, non me lo voglio immaginare.

 

Così come non vorrei essere nei panni di Tanak in questo delicato momento. L’estone Campione del Mondo è chiamato, senza se e senza ma, a confermare la superiorità conquistata ripetendosi e portando il massimo Trofeo a Hyundai. Non ci sono scuse ammissibili. Andrea Adamo lo ha chiesto e ottenuto, e pagato profumatamente, solo per questo. Il premio-obiettivo è già nel contratto. Ecco, però, che lo squadrone Hyundai Motorsport si trova di fronte lo sbarramento della formazione Toyota Gazoo. Senza ordine di privilegio o di competitività tutti i suoi Equipaggi, Ogier, Evans, Rovanpera, sembrano essere perfettamente nella condizione di respingere l’attacco “nemico”, ed ecco che si rende necessario attingere a tutte le componenti della forza, ovvero all’esperienza, al coraggio, anche a un certo rischio da trasformare in buona fortuna pur di fare una differenza impercettibile che si proietti in un risultato importante.

 

Avanti Neuville!

Jari-Matti Latvala è sfortunatamente out per un cedimento meccanico, e Thierry Neuville è indietro. Non troppo, certo, ma indietro. Il primo leader del Mondiale paga l’onore del primato con il compito di aprire la pista e assume, in questo strano caso di Svezia senza neve, il ruolo di “rompighiaccio”. Letteralmente, poiché è proprio la Hyundai numero 11 che ha il compito di ripulire le strade dall’eventuale, sottile strato di ghiaccio che compare qua e là. L’altro aspetto della questione è che Neuville deve obbligatoriamente star lontano dai guai, ma è pur vero che tra compiti e attenzioni la i20 Coupé del belga viaggia con un ritardo di 4 decimi a chilometro, una tendenza da invertire subito se si vuole tornare a essere della partita.

 

Sabato corto al Rally di Svezia. Stesse quattro Prove speciali, stessi 60 chilometri, stesse condizioni, ora peggiorate. Meno avvincente del solito starsene ai margini delle foreste svedesi.

 

 

© Immagini Toyota TGR-DAM, RedBull Content Pool, Hyundai Motorsport Media

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