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Alghero, 10 Ottobre. È Dani Sordo l’Eroe del 17° Sardegna! Lo possiamo dire al netto di qualsiasi cosa possa accadere. Ora, che sia il Pilota (insieme al navigatore Carlos del Barrio) in stato di grazia, o che sia una Hyundai in particolare condizione di competitività e assetto a favorire la conferma del “Detentore”, non è stato sapere. Quindi è molto meglio, e opportuno, stabilire a priori che ognuno fa bene la sua parte e che il detonatore è il profumo di luce e di sole dell’Isola. L’alchimia vincente sono i piedi dello lo spagnolo nelle perfette calzature coreano-tedesche (con un briciolo di lucido italiano). Naturalmente la magia della Sardegna è lì per tutti indiscriminatamente, quindi è vero che bisogna saperla respirare da subito, da quando si scende dall’aereo o dalla nave e si è travolti dall’onda di bellezza e di luce di questa Terra.
Tra l’altro, fino a due terzi del suo svolgimento, il Rally Mondiale d’Italia trova in Sardegna il premio di quella mezza estate che altrove non c’è più, e questa è un’altra spoletta di piacere e incentivo.
C’è un contraltare, qui e ovunque ma qui si nota di più. C’è la tristezza del lungomare segregato al pubblico, della fila di assistenze isolate tra mare e terra nel luogo che è diritto della passeggiata, dell’ammirazione e del contatto. Ecco, ‘sto maledetto CoViD-19 (e ormai 20 e speriamo si fermi lì) ha creato questa situazione surreale, paradossale. Ha stabilito una nuova distanza tra le persone e gli eventi. È incredibile come pochi metri di troppo riescano a fare una differenza così violenta.
Bene, cioè male, ma intanto il Rally va avanti nella sua formula short, o compact che dir si voglia, con un risultato globale che fa pensare al fatto che il WRC possa voltare pagina definitivamente e affrontare una nuova era fatta di Gare diverse, di medialità spinta e di isolamento dell’evento in un contesto di diversa fruibilità. Un po’ come l’elettrico che ci priverà del rombo, tuttavia, il Rally in streaming ci toglie la vibrazione del passaggio di piloti e macchine. Badiamo a dove andiamo, dunque, o siamone consapevoli, almeno.
Torniamo a fatti più immediati, riattiviamo la risposta emotiva all’azione del Rally. L’Italia Sardegna per questo, ha saputo reinventarsi guadagnandoci. Antonio Turitto e la sua Band sono stati geniali. Prendi la maggiore “nervosità” della corsa che ormai non perdona più alcun tipo di errore, per esempio, o prendi il percorso e la sua struttura, prendi la Monte Lerno rimodellata su una doppia strategia. Una vincente che viene dalla fusione con la Monti di Alà, una deplorevole che, spostando la partenza troppo vicino al mitico Salto di Micky, la priva di una via d’accesso che sarebbe stata il salvacondotto del clandestino “normale” e che ora è privilegio di pochi scafati. Comunque sarebbero stati molti meno, parlo degli spettatori, e in ogni caso non sono pochi, solo che devono accontentarsi di briciole di spettacolo al di qua della rete di protezione che, al patetico grido di “porte chiuse”, separa la realtà possibile da un difficile presente.
Tutta questa manfrina per dire quanto è bello ritrovarsi in Sardegna comunque, Rally o non Rally, con Rally ancora di più.
I protagonisti della seconda Tappa, il sabato giorno più lungo del Rally, sono molti e per diversi motivi importanti. Il primo naturalmente è Dani Sordo, che si è dimostrato assai più consistente in una ritrovata velocità che gli riconoscevamo già l’anno scorso. Quindi la leadership dello spagnolo non è affatto casuale, e solo in parte determinata dalla distanza concessa dagli avversari.
Dietro se le danno di santa ragione. Ogier ha risposto per le rime alla fiammata conclusiva del venerdì di Neuville, e per tutto il giorno è un duello fantastico, dal vago sapore di altri tempi, tra il francese di Toyota e il belga di Hyundai. I due si alternano al secondo e terzo posto, si scrollano di dosso sia Suninen che Evans e fanno gara a sé in una luce di Campionato che vede entrambi rammaricarsi per i punti persi per strada nei precedenti cinque Rally della stagione. Ogier vince ben 4 delle 6 Speciali, le altre due vanno a Sordo e Neuville, e sul filo di lana della seconda tappa risulta il più veloce, appena 2 secondi meno del belga. In definitiva si va al gong dell’ultima ripresa con i due avversari “storici” pressoché appaiati. Na nota: Venerdì era doppietta Hyundai, sabato sono comunque due i20 sul podio. Vorrà pur dire qualcosa.
Suninen ha perso tempo per una combinazione sfortunata di problemi a differenziale centrale e freno a mano della Fiesta M-Sport, ed è progressivamente scaduto fino al 5° posto, e Evans ci racconta che ce l’ha messa tutta per un risultato di prestigio ma siamo più propensi a credere che ce la stia mettendo tutta per mettere fieno in cascina senza rischiare oltremodo. È quarto. Tanak non c’è. Non credo che i guai del venerdì e l’ordine di partenza di sabato siano tutto. Non è certamente una prova d’orgoglio, e meno che mai un passo avanti nella difesa del Titolo. L’estone ha qualcosa che non va, non puoi vederlo a quasi due minuti e mezzo dalla testa della corsa, quasi nell’ombra della bella prestazione del rookie Pierre-Louis Loubet.
Rovanpera ha sbagliato ancora ed è fuori, e così si sgancia dalla corsa al Mondiale, e chi, invece, sta facendo un Sardegna a dir poco bello è Umberto Scandola, che con Guido d’Amore e una delle Hyundai clienti R5 finalmente in assetto congeniale, si permette di essere competitivo in un ambiente particolarmente agguerrito come quello delle R5, o WRC 2, Oliver Solberg il più veloce con una Skoda.
Domenica del gran finale. È Cala Flumini e Sassari Argentiera, 41 chilometri in tutto. Bisogna assolutamente fare in modo di intrufolarsi nella polvere dell’ormai leggendario Power Stage per vedere come va a finire. Male che vada ci godremo la magica suggestione di un angolo di mare indimenticabile dalla vecchia miniera d’argento.
© Immagini RIS -Toyota TGR-DAM, RedBull Content Pool, Hyundai Motorsport Media