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Tartu, Estonia, 3 Settembre. Quasi non ci si crede. Anzi, non crediamoci sinché non saremo nel vivo della competizione. Incrociamo, invece, le dita, perché finalmente la storia riprende dopo aver seriamente rischiato di essere interrotta e di finire lì, dopo i soli Rally Monte-Carlo, Svezia e Messico (al pelo, monco del programma della domenica) disputati, ora è Rally Estonia.
Il Mondo si è fermato, il CoViD-19 l’ha fatta da spietato padrone, il Mondiale World Rally Car è andato in sospensione e ha affrontato la stagione organizzativa più difficile della sua storia. Ce l’ha fatta, ha ricostruito, pezzo dopo pezzo, un calendario praticamente inedito, più volte rimaneggiato, modellato su una situazione imprendibile e senza sosta mutevole. Tanto di cappello agli attori della difficilissima operazione. La Federazione Internazionale, il Promoter, gli organizzatori. Anche i Team. Dopo “Monte”, Svezia e Messico il castello del calendario si è sgretolato, come sabbia travolta da un’onda inarrestabile inghiottendo ben nove Prove, otto delle quali “due to Covid-19”, tra cui i rientri Rally di Kenya, Nuova Zelanda, Giappone.
Hanno tenuto duro il Turchia, e, soprattutto il Sardegna Italia che chiuderà la stagione a metà Ottobre, e si sono affacciati alla ribalta, per poi salire gli scalini del palcoscenico, l’Estonia e l’Ypres. Saranno, se il calendario tiene all’urto dell’imprevedibile, sette Rally in tutto. L’obiettivo di Oliver Ciesla, grande direttore del Promoter che ha lasciato per una nuova, ancora non conosciuta avventura, solo quando il Campionato è tornato ad essere credibile.
Dal Sabato di Guanajuato sono passati 173 giorni. 50 fine settimana, praticamente mezzo anno. Un’eternità che ha fatto rabbia e temere il peggio, mentre il peggio davvero imperversava per le strade, nelle case, tra la gente.
Finalmente si riprende. Dal Rally Estonia, sinora festa estemporanea e benedetta della disciplina, momento di celebrazione del Campione del Mondo in carica, Ott Tanak, e finalmente “tirato dentro” un calendario che sembrava proprio, a un certo punto, non s’avesse da fare.
Ma dove eravamo rimasti? Vediamo di ricordare. Neuville, Evans e Ogier avevano vinto un Rally a testa, Monte-Carlo, Svezia e Messico, rispettivamente. In testa al Mondiale dopo tre Prove è l’esa Campione del Mondo Ogier, con 62 Punti, tallonato dal più forte Evans di tutti i tempi e seguito dal Neuville che, invece, non è riuscito a concludere in Messico. Il Campione in carica, Tanak, ha rovinato se non tutto almeno molto con quella tremenda uscita si strada al Monte-Carlo. È quinto grazie a due piazzamenti che sommano 38 punti, ma dietro alla fenomenale rivelazione della stagione, il neanche ventenne Kalle Rovanpera che con il podio di Svezia è già leggenda.
Dal punto di vista “tecnico-meccanico”, al momento non c’è storia. La macchina da battere è la Toyota Yaris WRC, che ha vinto in Svezia e Messico, il Team da sconfiggere il Gazoo Racing diretto da Tommi Makinen. C’è un’alternativa forte rappresentata dalla Hyundai i20 Coupé WRC di Neuville, che ha vinto al Monte-Carlo e che, soprattutto, conta di gran lunga il maggior numero di Speciali vinte, 18! Le Toyota occupano due terzi del podio virtuale provvisorio, le Hyundai devono recuperare 20 punti, le Ford di M-Sport sono francamente fuori gioco, ma questo lo sapeva anche Malcolm Wilson ancora prima che la tormentata stagione avesse inizio.
Rally Estonia. È la prima volta, il CoViD-19 gli ha dato una mano ma solo per consentire al Rally del Paese natale di Tanak di entrare nel grande giro del Mondiale un anno o due prima della logica evoluzione che lo avrebbe portato comunque in prima fila. È anche il 600° Rally Mondiale WRC. Format compatto. A parte un piccolo strappo inaugurale, tutto si gioca tra sabato e domenica sulla distanza di 243 chilometri cronometrati sugli 870 totali e su ben 17 Prove Speciali, per lo più corte o di media lunghezza. Curiosamente, insieme alla prima Speciale, la Prangli, il Power Stage finale è tra le Prove più lunghe del Rally, 20 chilometri. Il Venerdì, che di solito è piena azione, ha un programma ridottissimo, Shakedown e la cortissima Tartu, un chilometro e duecento metri nella cittadina del Sud-Est dell’Estonia che è l’epicentro logistico del Rally. Misure di contenimento del contagio strettissime, basate su un protocollo “classico” di distanza sociale, mascherine e separazione dei gruppi-team. Pubblico a “numero chiuso”, al massimo 16.000 spettatori che devono registrarsi online.
11 WRC iscritte, promosso Pierre-Louis Loubet che sale per la prima volta su una i20 Coupé WRC, una marea di 28 R5 (o Rally 2), una dozzina di Junior tra i quali i nostri Pollara, Oldrati e Andolfi, Ott Tanak favorito, ma questa è un’altra storia, tutta da seguire!
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