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Parliamoci chiaro, una volta per tutte. È la stagione del Motorsport più difficile della Storia. Forse anche peggio di una guerra. Di conseguenza fughe, rinunce, rese non devono essere prese come sorprese o delusioni. Sono conseguenze di una situazione difficilissima e di una considerazione obbligatoriamente diversa delle priorità. Il WRC, le Word Rally Car e le loro series mondiali non fanno eccezione. Anzi.
L’industria automobilistica ha già mandato in scena il suo dramma del secolo. Piagnucola, chiede soldi ai governi, licenzia e chiude botteghe, minaccia apocalissi. Il CoViD-19 ha indubbiamente accelerato ogni processo negativo e spento i focolai di ripresa. Non sarebbe stato un incendio di passione per l’Auto, ma neanche quello che oggi è dipinto come una tragedia.
Comunicare l’Auto attraverso il Motorport è diventato difficilissimo, scomodo. È il momento della massima discrezione, del profilo rasoterra. E quand’anche l’incidenza economica del Motosport fosse ininfluente, o quasi, strombazzarlo sarebbe un po’ come dare un segnale contrario. E allora profilo ancora più basso, se possibile.
Ecco come succede che Gare, Campionati, Team, categorie, tutti possono saltare scoppiettando come miniciccioli.
Questo è lo scenario nel quale è obbligato a muoversi il Mondiale WRC, e nella fattispecie il bravissimo promoter uscente Oliver Ciesla. Dopo il Cile sparito per i fatti suoi in momenti non sospetti, la raffica dei rinvii e delle cancellazioni è stata micidiale: Argentina, Portogallo, Italia Sardegna, Safari Kenya, oggi Finlandia. E non facciamoci illusioni su Nuova Zelanda e Giappone, il primo è già risucchiato in scia e il secondo si allinea alla “filosofia” del non-ci-voglio-andare e lasciamo i set overseas al porto di Rotterdam. Anzi riportiamo tutto a casa.
Promoter, Fabbriche, Teams e, soprattutto, FIA, si sono messi d’accordo: 7 Rally Mondiali (la metà di quelli in programma più 1), il Campionato è buono e i Titoli vengono assegnati.
Ma, stando così e cose, Monte-Carlo, Svezia e Messico disputati, e rimanendo a disposizione i soli Rally di Turchia, Germania e Galles, al “quorum” non ci si arriva.
E allora i casi sono due: o la FIA sposta la linea di confine in basso a sei Prove valide, o uno dei “rinvii” trova le risorse e la nuova data. RALLY ITALIA SARDEGNA! Noi le valigie non le avevamo mai sfatte, la data originale era proprio per questi giorni, e siamo pronti.
Eh sì, finisce che per il nostro completo e immenso piacere il Rally più bello del Mondiale, il Sardegna Italia, diventa l’ago della bilancia dell’intera stagione 2020 del WRC. Dove sono le risorse? ACI? La Sardegna? L’organismo per il Turismo? Tutti insieme? Non so, ma dico che dare alla Sardegna, allo Sport e al WRC il Rally Italia Sardegna è una missione che val bene la pena e ben più di una messa. Ora, io con Angelo Sticchi Damiani non ci parlo, non mi risponde, e sicuramente al Governatore Christian Solinas girano ancora le scatole per la bocciatura della sua linea di protezione e di promozione di una Sardegna CoViD-free. Parlate voi con tutti e due, per favore?
#RallyItaliaSardegnaSì!
© Immagini RedBull Content Pool