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Italia, 31 Marzo 2020, 60° giorno. 31 gennaio, i due turisti cinesi risultati positivi al test del CoViD-19, 22 Febbraio, il giorno del primo Decreto per il Contenimento… sono passati al massimo due mesi, e di fatto è un disastro, una esperienza sulla propria pelle che segnerà la vita di ciascuno di noi più o meno profondamente, per tutti probabilmente in modo indelebile. Inutile stilare una classifica dei più o meno duramente colpiti, inverosimile elaborare statistiche su numeri che non hanno precedenti, arrogante profetizzare. Nessun ambito, ambiente, società, può chiamarsi veramente fuori per fortuna o migliore difesa. Ce ne sono di più importanti e di molto meno, ma lo schema di inesorabile falcidie è più o meno lo stesso.
Vale sempre la regola di un salutare ottimismo, di provare a configurare l’avvenire più bello, ma quando sento o leggo di “esperti” che si pronunciano sulla data di fine coronavirus, che fissano il giorno della ripresa, che definiscono i tempi del rilancio, prenderei a schiaffi che dice e scrive, e anche chi pubblica.
Io penso che l’ottimismo debba essere generato cercando quello che c’è di buono, dentro e accanto a noi, ritrovando azioni e rituali dimenticati o “impossibili”, di nuovo resi possibili dal tempo dilatato, dalla pazienza obbligata. Allora sì, sull’onda dell’introspettivo o anche per pura scaramanzia, va bene anche comprare un biglietto per una vacanza esotica fissata per il giorno ics.
Lungo preambolo per “giustificarmi” di parlare di WRC, di Rally e non, come ci si sente sempre più spesso ammonire, di “cose più importanti”. Beh, so che ci sono cose più importanti, sempre, ma so anche che l’importanza di queste, in questo momento, può abitare con la stessa intensità in una reggia e in una baracca. Mi limito a immaginare che non sappiamo quello che troveremo fuori quando potremo riaprire la porta di casa.
Una delle regole del progresso è non fermarsi mai, essere e andare sempre più avanti. Immaginare, configurare, progettare, realizzare oggi il successo di domani. Vale come magnifico esempio il Campionato del Mondo World Rally Car, lo Sport spesso dimostratosi buon “apripista” tra i ghiacci di questo momento.
Vediamo quanta carne c’è al fuoco. Il Regolamento WRC Plus è “vecchio di appena di appena tre anni, 2017, e già si lavora su quello successivo che dovrebbe entrare in vigore con la stagione 2022. Ci si avvicina a un’era di risparmio e di (parziale) rispetto ambientale. Le macchine dovrebbero costare meno e l’ibrido consentire un passaggio “pulito” in quelle zone sensibili, come l’attraversamento di un paese o di un pascolo. Si tratta di un “pacchetto” impegnativo, che vede al lavoro tutti i principali attori, Federazione, una commissione tecnica importante, le Case, con un piano di “rispetto” reciproco delle priorità, delle tabelle di marcia e di avvicinamento, di analisi e verifica delle soluzioni. Sì, perché in buona sostanza si tratta di mandare in campo delle Auto nuove, che non sono necessariamente lo sviluppo di quelle che ci fanno accapponare la pelle oggi.
Intanto si è provveduto a riorganizzare e rinominare le categorie del Mondiale. Si andrà dalle Rally1 alle Rally5 rispettando i criteri di qualità attuali, ci saranno aggiustamenti delle categorie e, soprattutto, ci sarà un Gruppo tutto nuovo, che rispetterebbe in modo concreto alcuni obiettivi chiave per il futuro: costi, propedeuticità e promozione. È la nuovissima categoria Rally3, evoluzione delle attuali R2 con l’aggiunta di pepe e sale, 200 cavalli e trazione integrale, e limitazione del costo a 100.000 euro/macchina.
Le R2 diventano Rally4, 80.000 euro, tricilindrico turbo da 200 cavalli, cambio sequenziale e differenziale LSD riservate agli Junior, e le auto del Gruppo Rally5, tre cilindri aspirato da 150 cavalli, possibilità di cambio sequenziale e ammortizzatori comp, saranno le macchine entry level del Mondiale.
Razionalizzato il panorama delle R5. Apparterranno tutte al Gruppo Rally2. La differenza sta nei sottogruppi: WRC2 per Team e Piloti Factory e privati insieme, ecco la differenza rispetto al passato, e WRC3 per tutti gli altri. Altre differenze, costi di iscrizione, numero di gare e di auto iscrivibili. Stesse specifiche: 1.6 litri turbo, differenziali meccanici semplificati rispetto alle Rally1, potenza massima 300 cavalli, flangia da 32.
E si arriva finalmente in cima allo schema piramidale elaborato dalla FIA, le auto del Gruppo Rally1. Le top.
Sulla massima espressione tecnica del Rally si lavora da tempo e su un campo molto esteso e parzialmente minato. Per ora si è immaginato soltanto che le nuove Rally1 continueranno ad assomigliare, pur nell’estetica aggressiva e nella “musica”, alle auto di serie da cui derivano, però con alcune limitazioni rispetto alle attuali WRC+. Sospensioni e altezze semplificate, niente raffreddamento a liquido per i freni e differenziale centrale attivo, cambio a cinque rapporti. È logico, quindi, immaginare che molto del tempo e del lavoro se lo mangi l’iter di ottenimento del “consenso” alle nuove regole. Al punto che si è reso necessario suddividere le operazioni in due step. Per adesso, al netto che le soluzioni previste favoriscano un maggiore livellamento delle auto passando la palla agli Equipaggi, e del fatto che le soluzioni siano a tutti gradite, è possibile avere un’idea più chiara dei contenuti tecnici che coinvolgono lo “chassis”, mentre per sospensioni e, soprattutto, motori, specifiche e applicativi della tecnologia dell’ibrido (Compact Dynamics per tutti) si è già rimandato alla discussione di Maggio e alla possibile “firma” prevista per il mese successivo.
Cioè domani!
Ma, la domanda sorge spontanea, si tratta di un domani davvero così vicino o potrebbe anch’esso, come tutto quanto in questo disgraziato momento, essere a sua volta… rinviato? Proprio come accade per eventi, leggi, tasse, scadenze, Olimpiadi, Formula 1 e Mondiali, non potrebbe essere tutto rimandato a data da destinare? E perché non dovremmo assistere addirittura a un nulla di fatto con un atteggiamento regolamentare ben più “conservatore”?
Oggi sembra sempre più strano parlare circostanziatamente del futuro. A meno di volerlo considerare un futuro remoto e, in questo caso, suscettibile di essere modellato dalla fantasia e ordinato su una nuova, più consapevole scala delle priorità.
Comunque lo sapremo, presto o tardi. Lo sapremo al termine di questa eccezionale, drammatica, inaspettata Era Glaciale.
Ma se tutto va in ibernazione, non sarebbe meglio pensare a come ripartire… da dove ci siamo fermati?
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