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Torsby, Svezia, 15 Febbraio 2019. Beh, diventa sempre più difficile fare delle previsioni. Questo è naturale quando le circostanze si complicano, ma succede talvolta che lo scorrere degli eventi sembra impazzire e prendere delle direzioni senza senso o incredibilmente sorprendenti. In realtà quello che accade è che si corre sempre di più sul filo del rasoio, è il caso di dirlo, e basta una deviazione impercettibile dalla linea ideale, o una frazione di tempo sbagliato per mandare tutto nel purgatorio delle occasioni mancate. O sbagliate.
La prima tappa del Rally di Svezia ci viene incontro come un rullo compressore, e invece di perdonarci le previsioni diventate troppo approssimative per la mitragliatrice di sorprese che la 67ma Edizione del Rally tra le Meraviglie dell’Inverno sembra averci tenuto in serbo, mette giù la mannaia. Eccone alcuni esempi.
Il Teemu-tissimo Suninen è in testa al Rally. Lo avevamo detto, ma solo che poteva farsi notare, e in effetti non si arrivava a quanto di buono ha fatto il giovanotto, nemmeno con la migliore fantasia. Più coerentemente ci si poteva aspettare, e ce lo aspettavamo, che in determinate, difficili circostanze, la Fiesta di M-Sport è una Macchina eccezionale. Il Finlandese è cresciuto sulla neve mangiando ghiaccio, ok, e capita che si senta particolarmente a suo agio in queste prime, seppure importanti, battute della Corsa. Intelligentemente a suo agio, viene da dire. Nonostante stia volando, infatti, il venticinquenne in cui Malcom Wilson ha riposto fiducia e corretta visione di futuro, dimostra di avere la testa sulle spalle. Davvero. È eccitato dalla circostanza favorevole che lo vede protagonista, e si diverte un mondo, ma sembra sapere perfettamente che è braccato da un’accoppiata emotiva che può essergli fatale. Teemu non si scompone, sa quale è il punto di maggiore fragilità del suo Rally e si propone di stare comunque alla larga dai pericoli. Uno solo, in fondo, triviale: sbagliare.
Che poi l’asticella è posta così in alto che commettere un piccolo errore non saprebbe nemmeno un peccato mortale, non fosse appunto che con queste WRC Plus indiavolate sbagliare può facilmente costringere a vedere rami e frasche oltre il parabrezza incrinato, e magari con una percezione contraria, a testa in giù. Se né accorto il povero Marcus Gronholm, che del suo tardivo regalo di 50° compleanno ha conservato appena l’immagine felice e spensierata delle prime 4 Speciali, oltre le quali il suo Rally del ritorno dopo 9 anni si è fermato su un banco di neve.
Dici il caso inevitabile, dopo tanti anni un po’ di ruggine, come la chiama Lorenzo Bertelli di ritorno dopo due anni di assenza, eppure il banco di neve a lato, stop involontario e fatale, seppure non pericoloso, è il destino anche dell’esperto, aggiornato e presente Jari-Matti Latvala, proprio nel finale di Torsby quando Mister 197 era al secondo posto assoluto (era stato anche in testa), e addirittura di Mister Sei-Volte-Campione-Del-Mondo Sébastien Ogier, che in realtà sembrava avere un buon controllo sulla vicenda e che, invece, è finito out a metà giornata, proprio quando egli stesso si aspettava una recrudescenza dell’impegno a causa del disastro delle strade al secondo passaggio dei… barbari. Vuol dire che, quando corri su quelle lame di destino, probabilmente più che scusarti l’errore devi indispettirti per la sfortuna. Sfortuna, una dea troppo presto esclusa dal party del Rally. Vuol dire che il WRC+ diventa una roulette, dunque? No, non è questo. Specificamente il secondo giro delle prove norvegesi del Rally di… Svezia era diventato micidiale, ma più in generale c’è da dire che il margine di recupero dell’errore è diventato irrisorio, questo è certo.
Le sorti della Gara, tuttavia, restano nelle mani degli Equipaggi. È difficile stare al limite, e non è facile nemmeno stare in curva di sicurezza con… sicurezza. Lo dimostrano due dei Piloti tendenzialmente più irruenti del Campionato. Uno è Meeke, che non appena si è ripreso dallo spavento dello shakedown ha messo un freno al proprio ardore, forse un po’ troppo e ora naviga di rimessa. L’altro è l’”Unno” Otto Tanak, partito con la scimitarra tra i denti che, dopo un primo giro praticamente perfetto, si è dato una calmata nel secondo, anche lui forse un po’ troppo. Poco male, lo insegnano, il risultato va misurato solo alla fine. Tanak è secondo a un fischio da Suninen, Meeke ottavo, ha “stallato” qualche secondo nella penultima Speciale, si diverte in sicurezza e porta acqua al mulino Toyota, ottimo gioco di Squadra, dopo l’inaspettato stop di Latvala. Latvala, a proposito, davvero ci si rimane male. Il “senatore” confessa senza reticenze. Un errore di sopravvalutazione che poteva, che doveva evitare, e che non ha evitato perché si era fatto prendere dalla fresca, giovanile gioia del Rally perfetto. lo era, disdetta non lo è più. Un altro che allunga la lista di candidati allo show del Power Stage.
Resta da dire, non meno importante, di nuovo di Ford e di Hyundai. Delle Macchine di M-Sport perché hanno fatto salire anche Evans al quarto posto, della Hyundai perché dimostrano di essere la Macchina più avanti del momento.
La i20 Coupé è terza con Mikkelsen, settima con Neuville, ottava con Loeb. Senza dubbio il risultato più sorprendente è quello ottenuto, al termine della prima tappa, da Andreas Mikkelsen sul quale ci si cominciava ormai a fare delle domande un poco imbarazzanti, ma la gara più interessante è quella di Neuville. Il belga è partito forte, si è rilassato dopo il ritiro di Ogier, e ha commesso il suo “errorino” nella seconda Hof-Finnskog, sbattendo sulla neve e rovinando l’aerodinamica anteriore. Poi ha tirato a campare, è settimo a 50 secondi da Suninen e immediatamente alle spalle di Sébastien Loeb, che va pian piano trovando il ritmo e resta pur sempre uno dei temibili. Vuol dire che le sue carte Neuville intende giocarle sabato.
Il tempo resta “caldo”, il che vuol dire più “gravel” che neve e ghiaccio, e un po’ più di pericoli di “tenuta”. Quattro Piloti, e rispettive Auto, sono stati in testa al Rally nella prima Tappa. Sabato più corto, 126 chilometri tutti in Svezia, 8 Speciali, di cui due cortissimi sprint finali, programma apertissimo. Avvincente.
Photo Credits: Manrico Martella, Aurel Petitnicolas, Simone Calvelli, Fabrizio Buraglio, Claudio Cavion