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Alghero, Sardegna, 13 Giugno 2019. 34 anni, 200 Rally di Campionato del Mondo, and counting, 18 vittorie dalla prima in Svezia nel 2008, ottenute con le tre diverse Marche di Auto con cui ha corso il Mondiale, Ford, Volkswagen e Toyota, qualcosa come più di 500 Speciali vinte. Se non proprio per “densità” (ci sono dei fenomeni soprannaturali che quasi non si spiegano e che sanno o hanno saputo fare di record routine), la carriera di Jari-Matti Latvala, finlandese di Toysa, è senza alcun dubbio una delle più belle della Storia del WRC, enormemente valorizzata dalle qualità del personaggio e dell’Uomo. Fantastico. Uno di quei nordici che si direbbero nati sulle rive del Mediterraneo e quindi immediatamente e per sempre adottati dalla passione più sanguigna.
18 vittorie, una almeno all’anno dalla prima, e tre volte vice Campione del Mondo. L’attualità al Rally Italia Sardegna dice che, oggi metà Giugno 2019, alla carriera di Latvala mancano quella vittoria “abituale” di ogni anno e un Titolo di assoluto. Probabilmente è tardi per pensare diventare Campione del Mondo Piloti quest’anno, ma è senz’altro attuale e cabalisticamente imminente la prima vittoria della corrente stagione. Che sia un appuntamento accuratamente studiato per rompere il ghiaccio stagionale proprio in corrispondenza con la vetrina più bella del Mondiale WRC? Non ci giureremmo, ma…
Buongiorno Jari-Matti. Stavamo dicendo che, non essendo ancora arrivata quella vittoria stagionale cui ci hai abituato da oltre dieci anni, forse e ben più che probabile che sia arrivato quel momento. Vorresti dirci, per favore, come hai programmato questa… vittoria?
Jari-Matti Latvala. “Parliamo di come si deve, si dovrebbe, arrivare all’appuntamento con il Rally per renderlo il più proficuo possibile. Bisogna arrivarci sereni, rilassati, e con la massima fiducia nella Macchina. Arrivarci con l’animo in grande condizione. Allora può succedere…”
Capisco che non si dovrebbe forzare, per scaramanzia, ma come ti sei preparato per questa vittoria?
J-ML. “Per me, per quanto riguarda me, ti dirò soltanto che la sensazione, conseguente alla realizzazione di quei presupposti di cui si diceva un attimo fa, è molto buona. Il lavoro fatto fino a qui è perfetto, abbiamo ripassato le note e abbiamo un roadbook che credo molto buono, e non abbiamo la necessità di essere particolarmente cauti e gentili con le sospensioni come avevamo dovuto essere lo scorso anno. Dovevamo essere troppo delicati…”
O forse dovevano essere più robuste le sospensioni, l’anno scorso?
J-ML. “… sì, ma questo era l’anno scorso e, bene, qualche brivido c’è stato anche quest’anno, ma di natura diversa, direi di materiali come in Portogallo. Crediamo di aver risolto definitivamente, e ora pagina girata, sono convinto per fortuna molto bene!”
Sardegna Italia come?
J-ML. “Rally Sardegna Italia 2019 con meno rocce pericolose, terreno più curato, ma allo stesso tempo anche gara più tecnica, rispetto all’anno scorso e, probabilmente, rispetto a sempre. Nuovi incroci, nuovi tratti più stretti e guidati tra le rocce che non perdonano. Tutti mi chiedono se il Sardegna è simile al Portogallo. Chiariamo. In Sardegna il fondo è più compatto, duro, in Portogallo è fondamentalmente più soffice, “morbido”. In Sardegna il fondo tiene di più ai passaggi, ma sono un rischio le rocce ai lati della strada, che possono essere portate dentro e rappresentare un problema.”
Bene, veniamo a noi. Basta parlare di polvere, basta di pietre, di gomme, adesso si parla, per favore, di Rally e di carriera. Di storia, la tua. Sei qui da centinaia di anni, centinaia di Rally, vittorie, successo. A che punto è la tua carriera oggi? Cosa senti?
J-ML. “Oggi, per quanto mi riguarda, ci sono due punti della mia carriera che sono abbastanza chiari. Ho accumulato una grande esperienza. Ritengo che l’esperienza sia sufficiente e di non averne bisogno di nuova, di ulteriore. Quel di più che sento che mi manca è una vittoria speciale di Campionato del Mondo. Esserlo, diventarlo io, Campione del Mondo. Non solo con la Marca, è un Titolo che ho già conquistato e che con Toyota è fresco di pochi mesi, parlo di un Titolo personale, naturalmente. Questo è quello che mi manca veramente e che continuo a volere. Ma. Certo. Vediamoci più da vicino. Se la stagione, sin dall’inizio, non comincia come mi aspetto, è in pericolo la motivazione. È successo l’anno scorso ed è quello che è successo anche quest’anno. Quando lo hai sognato per così tanto tempo, così tanto, e raccogli altro, diventa un problema. Qualche errore all’inizio di stagione, poi un Corsica veramente brutto, ecco che sono andato giù, e gli stimoli via, lontani. Devo dirlo, ho dovuto combattere davvero per tornare veloce in Argentina, e poi in Cile. Soprattutto ho dovuto capire e modificare il mio target. Non più il Campionato del Mondo Piloti, ma il Mondiale Marche per Toyota.”
È dura?
J-ML. “Vedi, quando ti vanno male due Rally di fila ma sei giovane, non è un problema: torni nel terzo, vuoi vincerlo, quello è il tuo obiettivo e sei rigenerato. Ma ora è difficile ricaricarsi, motivarsi dopo due Rally brutti. Non è affatto la stessa cosa, insomma, hai bisogno di più forza per riuscirci.”
Adesso hai un’esperienza “colosseum”, e quindi il tuo posto potrebbe essere in alto, a capo di una struttura, di un Team. Ci pensi mai, o pensi ancora che il tuo obiettivo sia quel Titolo di Campione del Mondo?
J-ML. “Sotto questo aspetto rassicuratevi. Conto di avere ancora, per i prossimi due o tre anni, la fortuna di poter combattere per il Titolo Piloti. Ma dopo questo, sì, può esserci qualcos’altro.”
Solo a livello di pensieri o stai già pianificando qualcosa?
J-ML. “Lasciami dire. Ho già cominciato a fare e a pensare a qualcosa per il mio futuro prossimo. Ho costruito il mio Museo dei Rally, per esempio, un grande workshop. Sono cose nelle quali ho messo energie e denaro, ma credo che non siano esattamente tutto quello che vorrò fare quando avrò smesso di guidare.”
Hai attraversato diverse ere dei Rally, differenti regolamenti, cosa impressiona di più dell’era attuale, quella delle Plus?
J-ML. “Per me l’era inaugurata nel 2017 è uno dei più grandi passi avanti nella storia dei Rally. La televisione live, certo, soprattutto Macchine velocissime, l’importanza dell’aerodinamica. In verità ho attraversato, abbiamo attraversato, anche momenti difficili, specialmente nel 2009, 2010, riduzioni di Case, di potenze. Era pur sempre bello, ma non il massimo, il Rally soffriva. Il 2017 ha rappresentato une vero “boost”. Per ritrovare una stagione del genere bisogna andare indietro, ancora più indietro e ritrovare un anno eccellente e bello come il 2003. Molti Team, Fabbriche, nomi grandissimi in quell’anno Solberg, quali Sainz, Makinen, Mitsubishi, Citroen, Ford. Un anno davvero speciale, qualcosa come 20 World Rally Cars ad ogni Prova di Mondiale. Oggi abbiamo le Marche, altre potrebbero arrivare, in rapporto soffriamo forse il numero di Piloti, una dozzina, rispetto a quei giorni.”
Forse comunque è un successo ancora più incredibile se lo si compara con il mercato, con l’aspetto commerciale di riferimento che non è quello di allora.
J-ML. “Certo, e torno a ricordare la grande spinta in avanti impressa su altri fronti, come i social media, la televisione, tra la gente stessa. Sì, un grande successo, ma continuo a pensare che dovremmo avere un po’ più di Macchine schierate, probabilmente un paio di altre Marche ingaggiate, e allora avremmo davvero una super era del Campionato del Mondo.”
Ti vedi di più in un futuro prossimo in cui sei parte, che so, di un Team con un diverso ruolo, per esempio quello del Team Manager, o magari più vicino a un ruolo istituzionale, di tipo federale, del promoter o dell’organizzatore?
J-ML. “Non mi vedo nella parte dell’organizzatore o del promoter, mi piace decidere e lavorare per me stesso e su me stesso. Probabilmente essere alla testa di un Team è qualcosa che potrebbe essere ugualmente eccitante, qualcosa che ha una similarità con il combattere al volante. In quel ruolo magari potrei vedermi.”
Probabilmente essere alla testa di un Team è qualcosa che potrebbe essere ugualmente eccitante, qualcosa che ha una similarità con il combattere al volante. In quel ruolo magari potrei vedermi
Non hai l’impressione che il tuo ruolo attuale nel Toyota Gazoo Racing sia già qualcosa di più o di più importante dello stare al volante della tua Yaris WRC?
J-ML: “Credi questo? Fammi pensare…”
Si direbbe, sì, che potresti essere paragonato un po’ alla mente, a una mente della Squadra…
J-ML. “Forse è che sono stato qui con Toyota sin dall’inizio dell’avventura, quando si può dire che tutto era… niente, e questo senza dubbio mi associa e mi fa sentire più legato al Team. Guarda Sébastien Loeb, una vita con Citroen. È difficile vederlo ora con la divisa di Hyundai. La verità più semplice è che ho sempre avuto una grande ammirazione per la Storia di Toyota. Si può dire che sono stato un tifoso e per me è stato un momento veramente speciale quando mi hanno chiamato e sono arrivato qui! Non è solo il Marchio, è anche l’eredità, la passione che Toyota ha per il Motorsport. In questo senso penso si possa dire che sono molto più nel Team di quanto lo fossi, per esempio, con Volkswagen o Ford.”
Un argomento più leggero su una pista più battuta. Chi ha maggiori chance, ad oggi, di conquistare il Titolo Piloti?
J-ML. “Al momento il Pilota più veloce è Ott Tanak. Questo è chiaro. Lui è il più veloce. Ma il Pilota più intelligente, abile, più “clever” è ancora Ogier. Anche Neuville ha fatto dei grossi passi in avanti, ma io credo che quest’anno la battaglia sarà tra Ogier e Tanak. Ma cosa sarà determinante per l’assegnazione del Titolo? La velocità o la consistenza? Ogier sa calcolare, sa come non prendere rischi non necessari, ecco come l’anno scorso e l’anno prima è arrivato all’ultima gara e ha vinto il Mondiale. Non il più veloce ma il più consistente. Questo sarà il dilemma della stagione, secondo me. Se Tanak saprà mantenere la velocità per tutta la stagione, allora… ma se commetterà anche un solo errore possiamo essere certi che Ogier saprà usarlo immediatamente.”
Pensi che l’anno che hanno corso insieme Tanak abbia potuto imparare molto da Ogier e di Ogier?
J-ML. “Sì, penso di sì. È l’anno in cui Tanak ha fatto il più grande passo avanti della sua carriera!”
Grazie, grazie mille.
Foto: Manrico Martella