WRC 2019 Germania. Rally da sicuri brividi! Buongiorno Tanak

WRC 2019 Germania. Rally da sicuri brividi! Buongiorno Tanak
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Rally decisivo? Si diceva così un anno fa, poi tutto è andato diversamente. Quest’anno, tuttavia, c’è qualcosa di nuovo che si sovrappone ai suggerimenti dello scorso anno. Tanak contro Ogier in Casa Hyundai = Scintille!
23 agosto 2019

Bostalsee, Germania, 22 Agosto 2019. Confessiamo. L’ADAC Rally di Germania non è il nostro favorito. Occupa un tempo inopportuno, è fuori dalle rotte della pace della vacanza, lontano dal mare e lontano dal cuore. Se si riesce, tuttavia, a mettere da parte il “rancore” di natura stagionale, si deve ammettere che, per sommatoria di caratteristiche e di circostanze specifiche, il Rally appena messo in moto è un frullatore di interesse e di aspettative.

Non staremo qui a fissarci sul fatto che Ott Tanak ha quasi due dozzine di punti di vantaggio su Ogier e Neuville, non ci importerà troppo di soffermarci sull’importanza dell’ultimo terzo di Campionato, e ce ne fregheremo altamente di trend e di imposizioni tattiche e strategiche che ci dovremmo aspettare.

Staremo, insomma, seduti e il più possibile calmi, accontentandoci di assorbire ogni più piccolo indizio di emozione, consapevoli che ogni minuto del Rally di Germania può avere in serbo un momento di esaltazione o un travaso di bile. Basti pensare che la tranquillità dello spettatore appassionato è già minata dalla minaccia di un cambiamento meteo cruciale e dal KO di uno di quei micidiali e irragionevoli hilkenstein, che solo a sfiorarli possono distruggere una Macchina. Ditemi voi, prego, se uno deve correre tra dei blocchi di cemento, 70 centimetri sopra e settanta sotto terra, che servono a “contenere” la rotta di un carrarmato ma che sono del tutto ridondanti e pericolosi per una WRC Plus lanciata a 200 all’ora. Certo, lì, su ognuno di quei “paracarro”, si misura la precisione e il coraggio del Pilota, ma lo spettacolo dell’arena Panzerplatte è subordinato dalla spada di Damocle dell’errore che non verrebbe perdonato.

Tre giorni di Germania, è il Rally su strade velocissime e strette, su strade velocissime, strette e con tornanti fulminei e magari in rapida e immediata successione, su strade velocissime, “asserpentate” e con qualche sasso assassino portato dentro dai tagli dei più intraprendenti. La Mosella, i suoi vigneti e i suoi tornanti traditori, la Palestra dei Panzern e gli hilkenstein, un bel sole promettente e un rovescio da non capire più niente di gomme e tattiche. Credete a me, arrivare alla domenica con le pastiglie dei freni, le aerodinamiche e i nervi in ordine non è davvero un gioco da ragazzi!

Comunque, l’anno scorso Neuville aveva 21 punti di vantaggio su Ogier, poi il Mondiale non si è concluso in quel modo che poteva sembrare in quel momento naturale. Quest’anno Tanak ha 22 punti di vantaggio su Ogier, una sorta di credito residuo ancora dal Sardegna Italia, una Toyota favolosamente competitiva e i favori del pronostico derivanti dalle due vittorie consecutive nelle ultime due edizioni. Tatticamente, per l’estone potrebbe essere un… gioco da ragazzi, da giocare con una strategia semplicissima. Per esempio, con una perfetta, simbiotica prima tappa d’attacco per prendere il largo godendo  in pieno degli asfalti puliti, e una tranquilla due giorni di controllo e di strategia al minuto per vedere come e dove arrivare evitando un week end di paura.

Altra musica per gli inseguitori del Mondiale. Sappiamo ormai bene che Ogier non si tirerà indietro fino all’ultimo chilometro dell’ultimo Rally, e che come un tennista non si scompone di fronte a una situazione difficile. Certamente l’ex Campione del Mondo ha messo alla frusta i tecnici di Citroen, che hanno già fatto un gran lavoro sulla C3 WRC che Lappi ha portato al secondo posto in Finlandia e che sarà ancora “inevitabilmente” più efficiente. La sua Gara è dunque “segnata”: all’attacco dell’en plein, vittoria e cinque punti di Power Stage per ridimensionare il momento complicato.

“Momentum” ancor più difficile per Neuville, che in un anno è passato dalla leadership del Mondiale WRC a un non certo facile terzo posto. C’è chi dice che il belga doveva “approfittare” dell’ultimo anno di Tanak comprimario per vincere il suo meritatissimo Mondiale, e che riuscirci quest’anno è un’impresa che rasenta l’impossibile. È facile “intuire” che Andrea Adamo non vorrà sentirsi dire una volta di più una cosa del genere, e che il fatto di correre a 200 chilometri dalla base operativa di Hyundai Motorsport, Alzenau, fa dell’”episodio” Germania un imperativo d’obbligo proprio per rendere più umana quell’“impresa” che resta obiettivo e ragion d’essere e di esserci. La i20? Migliorata, da ottimizzare, competitiva.

Capite benissimo che, a parte la possibilità certa che almeno un giorno o un’ora venga a piovere, che uno degli odiosi hilkenstein sventri una Vettura, o che il resto del repertorio dei colpi di scena entri nella sceneggiatura del Germania, la situazione generale è già abbastanza “tesa” perché uno si debba assumere la responsabilità di un pronostico. Senza parlare del ventaglio di “esigenze” che anima un bel numero di situazioni e ipotesi outsider, dall’incredulo Sordo di Sardegna alla riserva di pazienza di Makinen per il suo Meeke, dal sempre-in-sospeso Mikkelsen al ritrovato, ma da confermare Lappi, dal Latavala che insegue il suo successo stagionale a quel lampo oltre la sfortuna che comincia ad essere una necessità per la Banda di M-Sport.

E la storia delle ali? Tranquilli, sono tre anni che si discute avanti e indietro sulla legittimità di scelte di “design”. Personalmente mi sarei lasciato ispirare dalla sobrietà delle R5 per definire dei parametri precisi e ragionevoli, anche per l’estetica. Dal momento che questi paletti non sono così precisi, e che ciascuno ci prova e ci può provare, è logico anche pensare che la faccenda si sistemi anche questa volta fuori dalla luce dei riflettori.

Torniamo dunque ai pochi dati di fatto. Ogier non si è fatto pregare con un quarto lancio di shakedown vincente, e Tanak ha risposto al francese con una sciabolata secca sullo sfondo dello stesso scenario, St. Wendeleren Land.

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