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Bostalsee, Germania, 24 Agosto 2019. Volano Neuville e Rovanpera, per esempio, e Sordo, suo malgrado vittima di un'intermittenza meccanica il primo giorno. Sempre in alta quota vola Tanak, naturalmente. Questa è la “sensazione” fresca e tedesca di primo mattino. Il resto è il lato oscuro dell'incertezza. Che prima o poi prende il sopravvento e guida le dinamiche del Rally verso orizzonti stravaganti.
Il Rally Germania 2019 è bello, emozioni chiare e forti in un clima di globale attenzione. Hilkenstein, pioggia improvvisa, “hairpins” e sbornia di incroci, sono le tre grazie di Baumholder, traditrici che incombono sul Rally di mezza estate (e di due terzi di Campionato ormai e solo urgente).
Sensazione persistente, e fastidiosa, che basti un nonnulla per stravolgere tutto, una specie di incubo sottopelle che sfuoca la bellezza della precisione, dell’esecuzione, del gesto del Rally. I Maestri del WRC insegnano. I Maestri, talvolta, subiscono.
Ogier non è riuscito a mettere completamente in “dima” il comportamento della C3 WRC, Neuville sfrutta l’effetto volano del venerdì perfetto. Sordo riparte dalla nona posizione ma con le idee chiarissime di chi ha un conto in sospeso, e infatti aggiunge altra incredulità al proprio curriculum e vince subito. Già che ci siamo si sveglia anche Suninen, magari richiamato all’opportuno extra dalla Scuderia. È la prima Freisen, un buongiorno perfetto.
Perfezionando e rendendo più chiaro il presupposto della prima giornata di Gara, quello che va al riposo è un Rally di grande equilibrio su un livello altissimo di agonismo. Neuville ha vinto più di Tanak ma l’estone conserva quei cinque secondi che rendono snervante l’attesa che le Macchine escano dall’Assistenza. Ogier si è staccato ulteriormente dalla coppia di testa in pieno duello, ma si è portati a credere che mantenga, oltre il terzo posto, anche le mani sul Rally.
Meeke e Latvala vanno il loro dovere, non si sa mai che Makinen perda la pazienza, e da Mikkelsen in poi le temperature sono basse o non pervenute, ad eccezione di quella di Takamoto Katsuta, per la prima volta sulla Toyota Yaris WRC e nei dieci. Rovanpera, che si era infilato tra le WRC con la R5 di Skoda, ha dato forfait, uscito di strada di mattina presto. Kopecky ne rileva la posizione.
Si passa alla palestra Panzerplatte. Due Speciali per due. L’Arena, di neanche 11 chilometri, e l’Original di oltre 41, la più lunga del Rally e una delle più inquietanti di tutta la stagione.
Tanak & Co. tornano al comando del vascello Deutchland. Neuville naufraga nella “lunga”, perde cinque posizioni e, verosimilmente, ogni speranza. Non è colpa di nessuno, tantomeno mia o vostra. Non importa, o poco importa, quindi se è sfortuna o errore. Tre Toyota passano al comando. Tanak, Meeke e Latvala. Bravissimi tutti, ma solo uno deve vincere, questo è chiaro.
Ultimo giro nel campo da gioco dei carrarmati tedeschi, Tanak inizia a chiudere i portelloni stagni e lascia andare i Ragazzi del Gazoo Racing. Latvala vince l’Arena, Meeke la Panzerplatte. L’irlandese non sta nella pelle dalla felicità. Si scusa. Non era nelle sue intenzioni, non è colpa sua se gli è venuta alla perfezione. La migliore Baumholder della sua vita.
La peggiore di Ogier, anche. Non bastava un week end alle prese con troppi e inopportuni problemi, non sono mai piccoli quando interferiscono su un programma i cui obiettivi non sono negoziabili, ci mancavano solo un paio di forature, un minuto e mezzo lasciato sull’infernale Panzerplatte e, pari e patta con la sorte toccata a Neuville, la ciliegina sulla torta che vale il saluto ad ogni velleità concreta.
La domenica del Rally di Germania è relativamente lunga. Ottanta chilometri sulle strade tra le vigne suddivisi in quattro Speciali, due volte la Grafschaft e due la Dhrontal, l’ultima in regime di Power Stage.
Non si può certo dire che i giochi siano fatti. Poi non saprei dirlo in tedesco. Certo, stando così le cose, siamo un passo avanti. Tanak è lanciato verso la vittoria che varrebbe il quinto successo stagionale e quaranta punti di vantaggio sul primo degli inseguitori, in quel caso Neuville. È una specie di match ball.
Sì, certo, e quelle tre Toyota in testa al Rally sembrano aver da dire qualcosa di molto importante.