Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Talcahuano, Cile, 10 Maggio 2019. Di fronte alla spiaggia l’Oceano, se decidi di farti una nuotata al largo sappi che il primo paese che incontri è Sidney. Alle spalle l’entroterra di uno dei Paesi più stretti e più lunghi del Pianeta, il meraviglioso, eccitato Cile per la prima assoluta delle World Rally Car. Attorno a Concepcion e alla sua Piazza del Bicentenario la Corsa che prende forma e denuncia il clima di sopraffazione che Ott Tanak ha imposto come una forma di vendetta sulla prima Tappa del Rally.
Volendo, avremo anche dovuto aspettarcelo. Dopo due battute a vuoto, e la retrocessione dal primo al terzo posto nella provvisoria Mondiale, l’ufficiale e numero 1 di Toyota non aveva scelta. Non tragga in inganno, dunque, la nuova onda di intransigenza con cui l’estone va travolgendo il Rally, perché non è uguale alle precedenti incursioni. Questa volta non c’è allegria, non disinvoltura o divertimento nell’imporre un ritmo insostenibile. Questa volta è un obbligo e un giubbetto di salvataggio. Tanak deve riprendersi il posto che aveva guadagnato all’inizio della stagione, e per farlo deve dare il meglio di sé e mandare in scena gli hilight del suo repertorio. C’è qualche rischio da correre, è inevitabile, ma non c’è altro modo per recuperare i ventotto punti di ritardo dal Neuville armato dal nuovo “armaiolo” dell’arsenale Hyundai, Andrea Adamo, e i 10 dall’altrettanto “inevitabile” Campione del Mondo Ogier con un’unica opzione contrattuale. In ogni caso non basterà un Rally per risolvere, eventualmente, il rebus del gap.
Prepariamoci, dunque, ad assistere a diverse repliche dello spettacolo Tanak.
Finite le speculazioni sulle novità del Copec Rally Chile, si riprende dunque né più né meno da dove si immaginava ci saremmo trovati, ovvero sull’autostrada a tre corsie del Mondiale. una per Neuville, una per Ogier, una Per Tanak. Il resto è un labirinto di proposte improvvisamente seducenti, come fiammate, ma di scarso contenuto e continuità, in parte dunque deludenti. Il Mondiale 2019 ha confermato la variabile Tanak, ma smentito qualsiasi altra tesi di alternativa, emergente o antologica. Non saranno Latvala o Loeb a lasciare un segno su questo Campionato, anche se i senatori continuano a stupire, non saranno Lappi, che ora invoca chilometri, Mikkelsen per quanto ce la metta tutta o le briscole basse di M-Sport, Evans o Suninen.
Il confronto che si delinea all’alba del Cile è su un livello stratosferico e vede tre diversi tipi di interpretazione per un cast d’eccezione su una trama difficilissima. Neuville, Ogier e Tanak stanno dando il massimo, e basta un niente perché la corrente venga deviata verso una esondazione di emozionanti cambi di scenario. Il primo giorno del Rally, poi, diventa cruciale e… terrificante. Chi è in testa interpreta un ruolo rischioso, chi è indietro recupera il vantaggio psicologico dell’inseguitore ma è minacciato dall’instabilità. Basta vedere come stanno le cose a ridosso dello scatenato Tanak. Ogier ha dato il massimo, non ha vinto niente ma proverà a dare di più. Neuville potrebbe essere contento, soprattutto in considerazione del fatto che ha aperto la strada, ma non gli sembra un obiettivo giustificato e sufficiente a stazionare in balia delle eventuali disgrazie altrui.
Sono i segni dell’insofferenza alla spietata leadership di Tanak e della Toyota, anche in una condizione di rischio non così imminente e al netto delle oggettive difficoltà del Rally, in particolare la scivolosità delle strade e il grande fastidio degli abbaglianti controluce nella foresta. E poi ci sono sempre quei famosi punti messi in palio dal power stage che hanno centrato perfettamente l’obiettivo di rendere incandescenti i finali di ogni Rally e che tengono altissimo il livello della tensione.
Sta di fatto che oggi, Tanak in fuga con oltre venti secondi di vantaggio, sono in tre in sette secondi a giocarsi i due gradini inferiori del podio, nell’ordine Ogier, Latvala e Neuville. Tutti e tre insoddisfatti se non della posizione almeno del fatto di non riuscire a replicare alla velocità del centravanti Toyota, tutti e tre fortemente motivati a dare un senso diverso al sabato del Cile.
Poi ci sono i tiratori franchi, Meeke e Loeb vincitori ciascuno di una frazione della prima tappa, nell’ordine la prima e l’ultima. Un bel diversivo, fuochi d’artificio sul cielo del Rally, potenziali alleati, guardaspalle o guastatori, sostanzialmente utili per l’altra faccia del Mondiale, il Campionato Costruttori.
Infine c’è la bella battaglia tra Ostberg e Rovanpera in WRC2 Pro, e anche chi non da segno di soffrire particolari pene di classifica o di Campionato, tipo Lorenzo Bertelli che, giustamente, non poteva perdersi la prima volta in Cile.
È la bella, seducente trama del thriller Campionato di cui il Cile è solo uno degli avvincenti capitoli e la prima Tappa solo un paragrafo.