WRC 2018 Portugal. Citroen C3 R5 all’attacco. Lefebvre alla prova della Terra

WRC 2018 Portugal. Citroen C3 R5 all’attacco. Lefebvre alla prova della Terra
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Dopo il debutto sugli asfalti della Corsica, la nuovissima Citroen C3 R5 è all’esordio anche sulla Terra. In Portogallo per rilanciare l’attacco al Mondiale. Operazione difficile, al primo tentativo, ma…
18 maggio 2018

Porto, 17 Maggio 2018. Non c’è dubbio che il Campionato più affollato, e di conseguenza con un coefficiente di confronti e di interesse elevatissimi, sia il WRC 2 riservato alle Vetture WRC nella declinazione R5. Per esempio, di queste Vetture della via (assai ragionevole) di mezzo, ce ne sono ben 36 sullo schieramento del 52° Vodafone del Portogallo. È anche la Categoria del WRC che anima un grande fermento di Case, ormai tutte e di più alla ricerca della Macchina che forse più di ogni altra rappresenti la grande via di accesso al Rally, una sorta di porta principale ma… più facilmente apribile. Le R5 sono Macchine modernissime e performanti, e fino a due stagioni fa, prima dell’avvento del Regolamento WRC+ 2017, sono state talmente spettacolari da riuscire a mettere in ombra, in alcuni casi naturalmente, anche le più performanti ma ormai “datate” WRC. In ogni caso alle WRC2 di ultima generazione va il merito di aver saputo attirare incondizionatamente la grande attenzione di tutti, Piloti, appassionati, “addetti” ai lavori”. Le R5, insomma, sono state e sono ancora ad un tempo vivaio e serbatoio, palestra e termine di paragone. Morale, il momento è particolarmente favorevole e le R5 crescono di giorno in giorno. Le scelgono i piloti, i Team, i preparatori e i “commerciali” del Rally e quindi, dall’altra parte della barricata, i Costruttori per i quali avere in “catalogo” una buona, competitiva R5 è diventato quasi un obbligo. Peugeot ha la Macchina che ha spopolato nei Campionati nazionali, Ford la creatura di M-Sport, Hyundai ha fatto seguire alla i20 WRC anche la versione R5, è indubbiamente il momento delle Skoda e l’ultima arrivata, modo di dire magari un po’ brutto ma cronologicamente corretto, è la Citroen C3 R5, sorellina della C3 WRC+, che ha messo subito in mostra un bel potenziale. È scesa per la prima volta sulle strade del Corsica e ha iniziato a vincere. Poi non è andata come ci si aspettava visti i presupposti, ricorderete Lefebvre fuori strada quando sembrava che potesse solo vincere, e quindi, errori e difetti di gioventù a parte, l’appuntamento del Portogallo sottolinea due obiettivi chiari. Uno, stabilire il livello di competitività della C3 R5 sulla terra, almeno in via preliminare. Due, possibilmente, riscattare almeno una parte del “maltolto” del Corsica, magari con un risultato.

La C3 R5 ha una bella storia di “doppia” paternità. È la prima Macchina, infatti, seguita sin dai primissimi “semi” dall’Ingegnere incaricato della Missione Citroen R5 e dal Pilota chiamato a svilupparla sulla strada. Il primo, l’Ingegnere, risponde al nome di Pierre Budar, che come sapete è anche il nuovo Direttore di Citroen Racing. Il secondo, il Pilota, è Stephane Lefebvre, “declassato” dal Team e sceso dal WRC per svolgere un compito importante e preciso. Sentiamo entrambi, al riguardo.

Un primo piano di Stephane Lefebvre
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Eravamo partiti all’attacco del Mondiale WRC2, ma poi hai messo la Macchina fuori strada. Niente di male, succede, ma adesso che cosa facciamo? Dobbiamo riconsiderare gli obiettivi?

Stephane Lefebvre. “Niente affatto, siamo all’attacco”!. In Corsica avevamo messo in mostra la velocità della C3 R5, e effettivamente alla fine non abbiamo concretizzato, ma non cambia molto. Bisogna forse solo modificare la linea d’attacco, ovvero non pretendere di vincere tutto e subito ma andare alla ricerca di una continuità di risultati che ci porti punti. Tanti punti. Maggiore “consistenza”, insomma. Non bisogna dimenticare che è un Campionato affollato, combattuto e nel quale bisogna andare a punti ogni volta. L’obiettivo, insomma, non cambia, forse un poco l’approccio, ma siamo all’attacco del Mondiale, delle Skoda e di tutti quanti!”

Abbiamo fatto due giorni di test sulla terra che mi hanno dato molta fiducia. Bisogna fare attenzione, tuttavia, il portogallo è un Rally “traditore”, soprattutto per quanto riguarda le forature

Vi siete preparati al Portogallo, immagino. Come?

SL. “Sì, ci siamo preparati, e specificamente abbiamo fatto due giorni di test sulla terra che mi hanno dato molta fiducia. Bisogna fare attenzione, tuttavia, il portogallo è un Rally “traditore”, soprattutto per quanto riguarda le forature. Bisogna fare moltissima attenzione a non bucare, e quindi attenti anche agli “svarioni” da troppo entusiasmo. Un Rally da prendere con le molle, insomma.”

In Corsica avevamo visto la velocità, cosa ci dobbiamo aspettare di vedere in Portogallo?

SL. “Sì, in Corsica abbiamo visto che la macchina va veloce, anche se nel finale abbiamo pagato un “difetto di gioventù”. I test sono stati incoraggianti e dunque per prima cosa ci aspettiamo di vedere confermata la velocità anche sulla terra. Nessun indizio, tuttavia, di come la Macchina potrà comportarsi. È tutto nuovo, ovviamente non abbiamo riferimenti specifici, e ci basiamo su una “biblioteca” standard di dati per iniziare. Poi vedremo, giorno per giorno.”

Una Macchina nuova è sempre in grande, continua evoluzione, diremmo in pieno sviluppo. Siamo ancora ai grandi passi o si migliora e si affina, per piccoli passi calibrati?

SL. “Direi che, naturalmente, il grosso del lavoro è stato fatto. Adesso si procede per piccoli passi cercando piccole soluzioni ottimali, anche e soprattutto di regolazione. C’è da dire, tuttavia, che i grandi passi si fanno velocemente, mentre i piccoli talvolta richiedono molto più tempo. Per esempio, due giorni di test per il Portogallo ci hanno solo detto che i set scelti possono andare, ma quanto non lo sappiamo e lo sapremo solo dopo qualche Speciale. Quindi possiamo solo dare un giudizio generale. Siamo avanti, questo è certo, ma di strada dobbiamo certamente farne ancora molta. Inoltre abbiamo ancora buona parte della gamma di situazioni da scoprire, vedi per esempio la Finlandia. Sono certo che alla fine della stagione saremo “buoni” su tutte le superfici, e questo è l’obiettivo giusto.”

Stephane Lefebvre con il nostro Piero Batini
Stephane Lefebvre con il nostro Piero Batini

Il WRC2 è un grande Campionato e una vera battaglia. Ti senti bene nonostante la necessità di essere sceso di livello rispetto al WRC?

SL. “Sì, mi sento bene e sono contento. È una nuova sfida e, soprattutto, ho avuto la fortuna di sviluppare una Macchina del tutto nuova. Dalla A alla Zeta la Citroen C3 R5 è anche una “mia creatura”, e se la Macchina va bene, un po’ è anche grazie a me. È un Campionato e un lavoro nel quale metto un grande entusiasmo.”

È una nuova sfida e, soprattutto, ho avuto la fortuna di sviluppare una Macchina del tutto nuova. Dalla A alla Zeta la Citroen C3 R5 è anche una “mia creatura”

Grazie, e in bocca al lupo! E sentiamo, al riguardo, anche l’”altro padre”, Pierre Budar.

Pierre Budar. “La Corsica era il primo Rally sull’asfalto, il Portogallo è il primo sulla terra. Abbiamo lavorato per un setup il più possibile adatto a questo Rally. Abbiamo integrato gli sviluppi asfalto e terra nello sviluppo della Macchina, e adesso siamo alla resa dei conti con il secondo elemento. Molto da scoprire, anche questo ci è chiaro. Diciamo che da qui alla fine della stagione il nostro obiettivo è lavorare sulle regolazioni specifiche per ogni Rally nel quale correremo, per raccogliere dati specifici da sviluppare poi più in generale e da riversare nella versatilità della Vettura e nel suo potenziale. Siamo al lavoro con degli obiettivi specifici, insomma, in vista di una raccolta dati più generale, e siamo all’attacco. La Macchina ha dimostrato di essere veloce, il risultato finale del Corsica non è certo un vantaggio, ma continuiamo in quella direzione stabilita all’inizio. È importante riuscire a fare un bel Rally sulla terra. Bisogna chiarire anche una cosa, una sfumatura importante. Non siamo all’attacco del Mondiale per sconfiggere gli avversari e conquistare un Titolo. Se ci riusciamo, certo, sarà bello e ideale, ma il concetto di partenza è dimostrare che la macchina può vincere. Se vinciamo qualche gara ci sarà sempre qualcuno che avrà da eccepire, se vincessimo il Mondiale non ci sarebbe niente di più incontestabile.

Foto: Manrico Martella

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