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Leon, 9 Marzo 2018. Ce ne stavamo quasi per non accorgere, ma il fatto essenziale, importantissimo, è che con il leggendario, iconico appuntamento messicano del Campionato del Mondo Rally, il WRC finalmente ha messo mano sulle consolidate dinamiche agonistiche e cambia faccia proponendo qualcosa di nuovo. In aggiunta, anzi, d’antico. Finalmente un ordine di partenza che, dopo quasi un lustro, riconosce un nuovo leader o la possibilità di un cambio di vertice. Parliamo di Thierry Neuville. Finalmente un Campione in carica dell’evento che non è “il solito”. Parliamo di Kris Meeke e della sua vituperata Citroen. Finalmente il tanto chiacchierato ritorno della leggenda maxima del WRC diventa fatto reale. E parliamo di Sebastien Loeb. È già molto e abbastanza, ma non è tutto. Il Mondiale passa dal Messico, terzo appuntamento stagionale, per dire molto di più.
La prima cosa che salta alle… orecchie facendole drizzare, è che dopo lo shakedown ci sono quattro Marche in testa, ovvero tutte, ovvero rappresentando quell’equilibrio fenomenale tra i protagonisti che rende più interessante il confronto e il Campionato. Ovvero rendendo, se possibile, ancora più avvincente la Storia delle giovani WRC Plus. Il secondo hilight emotivo è che in Messico si confrontano per la prima volta da… grandi i due “pulcini” cresciuti anche nel nostro piccolo, onorevole Campionato, Kalle Rovampera dalle pianura finniche e Marquito Bulacia dall’altopiano boliviano, circa metà della mia età tutti e due messi insieme (e non sono poi troppo anziano!), e due fiammanti WRC2, Skoda e Ford per una annunciata nuova generazione di idoli delle R5. Il terzo hilight è, come sempre quando si parla di Messico, quella dannata altitudine dove si svolgono tutte le vicende, un fattore capace di cambiare molte carte in tavola e che, comunque, mette alla frusta l’intero “pacchetto”, Pilota, Macchina, centraline, gomme e tutto quello che si può regolare.
Comunque. Si inizia con la magia di Guanajuato, nell’incanto delle sue storiche gallerie, e si parte sul serio con la giornata di venerdì (notte per noi) con le tre Speciali da capogiro di Duarte, la mitica El Chocolate e Ortega, per un doppio giro di Prove che potrebbero già dire moltissimo, sicuramente esprimendo il concetto in modo avvincente.
Lo Shakedown è a favore di Kris Meeke, che ritrova quel sorriso espansivo e contagioso che gli viene quando si sente a suo agio, in Macchina e sulle strade. La sua vittoria del 2017, ormai leggendaria con quel fuoristrada da cardiopalmo, rischioso come niente altro per buttare all’aria una vittoria ormai certa, ma risolto con una manovra forse un po’ fortunosa ma impeccabile, da autentico fuoriclasse. La prima, il vernissage di Guanajuato, invece, è a favore di Thierry Neuville, nuovo leader provvisorio del Campionato. Al termine dello Shakedown erano tutte lì, nell’ordine Citroen, Hyundai, Ford e Toyota. Al termine del corto, spettacolare strappo cittadino in testa una i20 Coupé ma tre Yaris sono tra le prime cinque Macchine. Le WRC “assolute” sono 11 e solo per un pelo quella del rientrante Loeb non è nella posizione che l’Asso-Di-Tutti-I-Tempi non avrebbe accettato, l’ultima. Ora, bisognerebbe fare subito una serie di riflessioni sulle motivazioni e sulle aspettative del ritorno di Loeb nella trincea del WRC, ma rimandiamo ogni commento, non per rispetto ma per… “paura” del responso della prima giornata di Gara “vera”. Che poi è una forma di rispetto per la Storia del Fuoriclasse.
A chi e a che cosa bisogna stare attenti in Messico? Ci aiuta come sempre l’esperienza di Massimo Carriero, fenomenale responsabile del design di base delle Ford (e non solo) di M-Sport. Attenti alla particolarità delle strade innanzitutto. Sporche all’inizio, i primi passaggi, scivolose sempre, anche da “pulite”, in alcuni casi interminabili. Attenti alla scelta delle coperture, naturalmente, perché bisogna trovare un punto di compromesso in una mappatura “3D”, tenendo conto delle condizioni delle strade, prima e poi, delle temperature che cambiano propendendo verso quote elevate ma mai troppo e a seconda degli orari di transito. C’è voglia di scegliere morbido, ma che succede, poi, quando la strada diventa perfida o fa troppo caldo? Meglio andare sul sicuro con una gomma più dura, che offre anche una sicurezza “psicologica” non secondaria.
Un anno di esperienza in più aiuta a definire con maggiore precisione l’assetto delle ancora nuove WRC+, e l’esperienza del Guanajuato fornisce altri dati per regolare le geometrie delle Macchine, che quest’anno possono arrivare al via di ogni mezza giornata in una configurazione più efficiente. Affidabilità e robustezza sono tra i primi requisiti per strade come quelle messicane. Non è l’Argentina, d’accordo, ma non si scherza neanche qui.
In fin dei conti, tuttavia, in Messico c’è un fattore psicologico molto importante da tenere sempre bene in mente. È la terza prova della stagione, e dopo le Prove “particolari” si inizia a fare sul serio. Si deve fare sul serio, ma senza esagerare. Subito e molto aggressivi dopo aver attraversato l’Oceano, per fare bella figura? Meglio di no. Troppo apprensivi, troppo poco aggressivi e attendisti? C’è il rischio di perdere il treno già dal primo passaggio, dal primo giorno già così impegnativo. Equilibrio. Ecco quello che ci vuole. Magistrale gestione di un’infinità di parametri, dentro e fuori la Macchina, dentro e fuori la testa. Ecco il punto, così difficile da posizionare sulla mappa immaginaria del Guanajuato!
E naturalmente c’è quel particolare, indecifrabile equilibrio dei valori in campo offerti dai Piloti. Meeke vorrà riprendersi in “Casa” le quotazioni migliori, le Toyota tutte, al di là della frenesia calcolata di Tanak, vorranno riscattarsi proprio dove l’anno scorso hanno sofferto. Neuville, e in genere le Hyundai, vorranno solidificare l’immagine di leader che hanno acquisito dopo le prime due Prove. E poi c’è quel confronto, intrigante e diretto, tra due ere del WRC, tra la Storia e il presente, tra due Sébastien, il Maestro dell’equilibrio di oggi, Ogier, e l’inarrivabilità di ieri, Loeb.
Foto Credits:
Manrico Martella
Jacub Pojmicz
Gerardo Isoard
Marcin Raybak
Agency: PURE WRC