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Parigi, 26 Maggio 2018. Una giustizia medioevale. Condannato e già giustiziato. Non solo dal “tribunale” di Citroen, ma dalla solita, spessa fetta di opinione pubblica che si sveglia con le mani piene di sassi un attimo troppo tardi, e quindi li lancia tutti insieme e i più finiscono su bersagli a casaccio. Neanche l’ultimo desiderio. Kris Meeke è definitivamente il Pilota “falloso”, e “era ora” che qualcuno mettesse fine alle sue malefatte. Per quello che vale, pur cercando di tenere nella massima considerazione entrambe le parti e le loro esigenze, anche di posizione, non riesco a darmi pace e a considerare gestito e chiuso in maniera “normale” il caso Meeke, e quindi a chiuderlo a mia volta per ritornare alla… normalità.
Sul fatto che Meeke sia un pilota “falloso” non ci piove, ma trovo il termine “falloso” improprio e offensivo. Non sapesse tenere la palla e entrasse costantemente a gamba tesa polverizzando menischi e macchine, d’accordo, ma Meeke sa guidare e il suo “difetto” è, in fondo, un misto di coraggio e generosità, certamente esplosivo. Meeke ha fatto dei danni, anche piuttosto costosi, e non ha mai messo in fila cinque Gare utili, da dire “ecco, è diventato saggio!”. Neanche Citroen, d’altra parte, ha messo in fila troppi risultati davvero “utili”, magari anche solo al morale, per tante di quelle ragioni che, ripetendosi e cronicizzando, hanno inevitabilmente contribuito ad alzare la pressione. E la pressione nasce, nella filiera di una Marca, negli uffici della Direzione ma si esercita in massima parte nell’abitacolo della Macchina. Quindi, coraggio + generosità + pressione diventano una “chimica” che non è seconda nemmeno al tritolo, ma che ha bisogno di un detonatore. Ecco quindi l’orgoglio, che può essere un tratto caratteriale, Meeke, o indotto, Citroen, come richiamo ufficiale o raccomandazione a far bene. “Ma non hai un po’ di orgoglio? Tuo padre ingegnere e tu asino a matematica?” Ecco la “botta”. Comunque richiamato, all’orgoglio, all’ordine o alla causa della patria, Meeke, che ha già vissuto un diverso e povero siluramento Mini, non poteva che essere messo in difficoltà, sotto pressione. Il richiamo era comprensibile, una certa fame di vittorie, ma il risultato è stato quello dell’innesco del tritolo.
Anche Yves Matton, discusso manager Citroen Racing, era diventato matto con Meeke. Fino all’Argentina 2015, Rally che ha trasformato un lungo periodo di nulla-di-fatto a un passo dal fallimento in una vittoria della perseveranza. Poi, se Citroen ha vinto in Portogallo e Spagna, in Finlandia infilando l’unico non-nativo nell’albo d’oro di quel Rally e in Messico con un finale da leggenda che ha raccontato il Rally a tutto il mondo e oltre il suo mondo, lo deve a Kris Meeke, il Pilota sparaflashato qualche giorno fa. Ce lo ricordiamo anche da noi, Meeke, Meeke è stato pilota ufficiale Peugeot Italia per una gara. 2010. Al Rally Costa Smeralda, che vinse uccidendo tutti. Andreucci secondo. D’accordo, anche 15 ritiri in tre anni (fermi nel 2016) compreso quello dal Corsica dello scorso anno, in ascesa dopo l’exploit messicano e in testa, 281 soli punti mondiali e il 5° finale del 2015 come miglior risultato globale, molto lavoro per meccanici e carrozzieri.
Era chiaro sin dall’inizio che Pierre Budar ereditava una situazione non facile e un Pilota non facile. D’altra parte anche la Macchina non era “facile” e la caccia di Ogier al mercato invernale era andata buca. Anche volendo considerare Meeke uno scarpone, e non lo è, era quello che passava il convento. Non è facile pensare di tirare fuori il massimo da un temperamento come quello di Meeke, ma anche Colin McRae, il suo mentore, per molto tempo Pilota “difficile” e “Falloso”, poi è stato “trattato” ed è diventato Campione del Mondo. Servono punti? Per un bottino di piazzamenti basterebbe la figura di Breen ma alla C3 dell’era Budar è richiesto espressamente di vincere. Non tutto e non tutti, ma di vincere, e quest’anno, è vero, Meeke non aveva ancora vinto.
Che voglio dire con tutto questo? Che probabilmente mandar via Meeke non è stata una buona idea perché non è per questo che si inizierà automaticamente a vincere. Riportiamo Lefebvre in prima linea. Mettiamo pressione a Breen? Contiamo su un miracolo Ostberg? Facciamo una retata nella filiera finlandese cercando di pescare un Tidemand o un Rovanpera? Altra “operazione giovani” dopo il fallimento Ogier 1? Chi altri a guidare la Macchina? Loeb? Loeb in Spagna, per il resto non è dato sapere ma non è detto, anzi finora è stato detto di no. Qulcuno dice o Loeb a tempo pieno nel 2019 o tutti a casa. Ci mancherebbe! Meeke è stato mandato via perché associato irrimediabilmente all’immagine di una Macchina semi distrutta che ha fatto il giro del Mondo? Allora chiama un ingegnere e fai spiegare, miracolo a parte che magari ci sta, io non ne so certo abbastanza, che l’Equipaggio è uscito indenne perché la Macchina è collassata nella parte anteriore, busto e testa di Pilota e navigatore stanno più indietro (non è la posizione della C3 di serie), e le gambe sono rimaste protette. Meeke ha perso la testa e ha svalvolato? Michel Nandan ha da sempre un reparto-comunità per il recupero di casi davvero difficili, che si direbbe funzionare bene per metodo e risultati. Un attimo irreversibile di stizza, “hai rott ‘u cazz’, vattenne!”? No, troppo tempo dopo il fuoristrada.
Secondo me era meglio avere ancora un poco di pazienza, fermarsi e ragionare, magari prendere un po’ di tempo per resettare il morale e la psiche liberandola dagli eccessi
Ora che la C3 WRC va forte e si guida meglio, ed è quindi in grado di raccogliere i frutti della difficile evoluzione, chi si occuperà di quei risultati?
Secondo me era meglio avere ancora un poco di pazienza, fermarsi e ragionare, magari prendere un po’ di tempo per resettare il morale e la psiche liberandola dagli eccessi. Insomma, provare a fare come hanno fatto altri in altri casi analoghi e tentare il “recupero” di un Pilota che è comunque e indiscutibilmente capace di vincere.
A meno che non ci sia altro che abbia fatto precipitare la situazione. Non lo sapremo tanto presto, forse mai. Meeke non ha parlato, e questo vuol dire che è sospeso ma il suo “accordo” da qualche parte ancora vive.
Dai, proviamo a scommettere su una “sospensione terapeutica”!