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Villa Carlos Paz, 27 Aprile 2018. Argentina eccezionale. WRC eccellente. La quinta prova del Campionato del Mondo World Rally Car svela il canovaccio di un altro thriller ad altissima tensione e propone una nuova figura di dominatore implacabile, Ott Tanak. Terzo nella generale provvisoria in virtù di precedenti Prove dalle alterne fortune, l’estone arrivava in Argentina con il record di Prove Speciali vinte nel corso dei precedenti appuntamenti, e forte di un aggiornamento della Yaris che va nella direzione di prestazioni migliorate e, soprattutto, di affinamento dell’affiatamento Pilota-Vettura. È la circostanza di più piccoli, precisi passi in avanti che creano, d’un colpo, la grande differenza globale. Il risultato.
Eppure era iniziata male. Seconda Speciale, la prima del venerdì. Tanak si gira durante la Las Bajadas – Villa del Dique, 16 chilometri, e lascia sulla strada oltre venti secondi. Il vantaggio regalato per un’idiozia – la definirà così, senza animosità, il Pilota – viene raccolto principalmente da Sébastien Ogier che passa al comando dopo la inaugurale parentesi di Neuville vincitore del Super Special Stage del giovedì sera. È una dinamica che, in quel momento, sembra addirittura chiudere il discorso. Il Campione del Mondo, pur in condizioni svantaggiate, ha preso subito il volo e la reazione degli avversari può anche sembrare tardiva o inefficace. Come in Corsica, più che in Corsica. Solo che, cambiando completamente scenario, una nuova risoluzione Ogier vorrebbe dire chiudere anzitempo il match, e un KO alla quinta ripresa spegnerebbe anche l’interesse per il Campionato.
Il Campione del Mondo, pur in condizioni svantaggiate, ha preso subito il volo
Invece è solo apparenza, il paravento dietro al quale brucia la miccia di un’esplosione imminente. Ogier cala, Mikkelsen ne approfitta per portare la regolarità in testa al Rally, e in generale, fatta eccezione per due o tre casi, c’è grande prudenza. Soprattutto, ecco, Tanak inizia a vincere. All’inizio “piano”, poi l’estone dilaga e scuote profondamente lo sviluppo del Rally. A turno i “big” si incaricano di riorganizzare la resistenza, di tentare di mantenere il contatto. Speciale dopo Speciale Mikkelsen, Evans, Neuville, ancor di più Sordo e con grande generosità Meeke. Mikkelsen mantiene il comando fino all’ultima Speciale del giro, ma al termine della Fernet Branca Tanak lo passa e va in testa. Otto decimi di vantaggio, vista così è niente, ma in tre PS l’estone ha polverizzato un ritardo che in altre occasioni è stato sicurezza assoluta.
Poi Tanak rompe gli argini, vince tutto e, dopo il secondo passaggio sulle Las Bajadas, Amboy e Fernet, chiude la giornata con cinque vittorie su sette Speciali, venti secondi recuperati e altri venti rapinati agli avversari nel Rally più duro della stagione. Non è supremazia soltanto, è una specie di “violenza” che lascia, in generale, senza parole. A trovarle, a farsi interprete e a parlare di quello che sta succedendo è Kris Meeke, che con l’evoluta Citroen C3 WRC è il Pilota che più degli altri è riuscito a contenere la furia dell’estone: “Non c’è molto da dire, che non si veda. Ott oggi è una cannonata, imprendibile, e si potrebbe aggiungere che se non si fosse girato nella prima Speciale, stamani, ora sarebbe almeno quaranta secondi davanti a tutti. Così stando le cose, c’è solo da sperare nella… nebbia e nella pioggia, che possano sconvolgere una situazione che, al momento, appare senza via d’uscita!”
Ott oggi è una cannonata, imprendibile, e si potrebbe aggiungere che se non si fosse girato nella prima Speciale, stamani, ora sarebbe almeno quaranta secondi davanti a tutti
Dunque il 38° YPF Rally Argentina si divide in due tronconi. Da una parte l’estone ufficiale Toyota che corre da solo, contro le insidie del Rally con una sorta di “rabbia” che sembra renderlo invulnerabile. Dall’altra cinque Macchine ed altrettanti Equipaggi venti secondi più indietro, riuniti in un fazzoletto di venti secondi. È una situazione eccezionalmente equilibrata e interessante, che raccoglie e riunisce le velleità della corsa al Titolo che appartiene da cinque anni a Sébastien Ogier. Al momento il più in vista di tutti è Meeke, che deve scontare anche due forature lente, che conosce il Rally come le sue tasche, avendo vinto l’edizione 2015 e che potrebbe trarre un grande vantaggio dalla rinnovata competitività della Citroen. Neuville, terzo, non demorde e corre in maniera “ragionata” cercando di stare alla larga dai pericoli, Sordo, quarto, continua in qualche modo a stupire uscendo allo scoperto con inedità “grinta”, ricambiando con gli interessi, in questo modo, la fiducia accordatagli da Hyundai e Nandan. Sì, insieme a Craig Breen, sesto, esploso in Svezia e che va confermandosi in Argentina qualcosa di più che un estemporaneo outsider, Sordo è forse la “scoperta” del momento.
Manca all’appello il solo Latvala. Il finlandese, in gran forma con il primo tempo nello shakedown e in quel momento terzo assoluto con la stessa Yaris del “Macellaio” estone, ha toccato e danneggiato una sospensione nel corso della terza speciale. Il conseguente danno al circuito di lubrificazione è la ragione dell’inevitabile, più illustre ritiro di giornata.
Ecco, questa è la situazione fotografata al termine della prima tappa. Più che una foto un… photoshop che fissa nel reale uno straordinario guizzo di immaginazione. È bene fermarsi qui e ripensarci più avanti.
Il Rally Argentina non lo batti di forza. Ti aspetta ad ogni sasso, ad ogni spalletta di ponte troppo stretto, ad ogni cambiamento repentino di cielo e… di terra!
Photo Credits: Santi Monti, Federcio Baratella, jakub Pojmicz, Manrico Martella, Javier Leali