WRC 2018 Argentina. Alma de Tierra Infernal

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Piero Batini
  • di Piero Batini
Ogier al nono assalto, unico Rally non ancora nel suo palmares. Jolly tecnici Hyundai e Citroen, e soddisfazione Toyota dopo i test in Sardegna. Neuville, Tanak e Ogier dopo il Super Special Test inaugurale: spettacolo!
  • Piero Batini
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27 aprile 2018

Villa Carlos Paz, 26 Aprile 2018. Venti giorni e si cambia completamente scenario. Da un continente all’altro, Europa, Sud America, da un suolo all’altro, asfalto, terra, dal fondo compatto e liscio (o quasi) delle strade della Corsica al più accidentato, “impestato” dei terreni argentini, dalle infinite, strette curve agli ampi “volatoni”. Restano gli strapiombi da vertigine e il tempo, il meteo variabile, incerto, minaccioso, fastidioso da mezza stagione sudamericana. Trentottesimo YPF Rally Argentina, 5° Prova del Mondiale 2018, “Seb” Ogier in testa con 17 lunghezze di vantaggio su Neuville, e i primi di maggio si discute la… discutibile penalizzazione del Messico che ha tolto al Campione del Mondo i punti del Power Stage. Altri 22 punti e troviamo Ott Tanak, in netto ritardo nonostante il primato di Speciali vinte finora. Questo il Rally Argentina, una prova dura. Senza mezzi termini. Poi dipende, al solito ci sono Piloti che quando il gioco, o il terreno, si fa duro eccetera, eccetera, ma per le Macchine non c’è scelta né distinzione. È il Rally “Spaccamacchine” per definizione! Tornando all’Idolo di cui sopra, l’Argentina è il Rally che manca al record di Sebastien Ogier. Siamo al nono assalto, e il proposito di tutto l’entourage M-Sport, che per parte sua non vince dallo spettacolare Carlos Sainz del 2002, è che sia la volta buona. E se no al diavolo tutti i gauchos e le loro piste infernali. Inferno in terra, ma paradiso per il calore del tifo, per la passione smisurata degli appassionati che sono l’anima, e talvolta la spina nel fianco, dell’Evento e di organizzatori e “guardie” della Sicurezza.

1.300 chilometri, 358 cronometrati sulla distanza di 18 Prove Speciali. Una dozzina di WRC+ equamente distribuite, tre Macchine per ciascun Costruttore. Citroen presenta Meeke, riporta in pista, dopo due mesi di assenza, Svezia, Craig Breen, e fa debuttare Al Qassimi, più che Pilota ufficiale di fatto main sponsor dell’Operazione Abu Dhabi. Ford è Sebastien Ogier, Elfin Evans e Teemu Suninen “promosso”. Hyundai: ancora Neuville, Mikkelsen e Sordo, ancora a casa Hayden Paddon. Forse un po’ strano, perché il neozelandese ha ottenuto la sua unica vittoria proprio in Argentina, nel 2016. A proposito di successi, lo scorso anno vinse Neuville con un vantaggio irrisorio, 7 decimi su Evans, e nel 2015 Meeke centrando qui il risultato della consacrazione. Toyota è Latvala, Tanak e Lappi. Squadre ufficiali corte per Citroen, Ostberg è “clientone” e correrà anche Portogallo, Finlandia e Galles, e Ford che utilizza Suninen a mezzo servizio tra WRC e WRC2. Panchina lunga per Hyundai, e di misura Toyota, ma questa è una caratteristica che viene da più lontano, dalle scelte e dalla fortuna del Rally-Mercato.

Per contro, solo 10 WRC2, le R5 delle meraviglie. Strano ma vero, la trasferta oltre Oceano costa molto e il WRC2 è spesso un campionato a macchia di leopardo. Due Gare ha fatto Kopecky, due Tidemand, che ora gioca la terza carta della sua mano Skoda. Uno degli aspetti più+ interessanti del WRC2 in Argentina è il confronto tra i due enfant prodige neopatentati, il finlandese Kalle Rovanpera, in corsa con una Fabia, e il boliviano Marquito Bulacia Wilkinson, Ford Fiesta, entrambi classe 2000. Ancor più interessante, tuttavia, è il fatto che non siano state schierate le nuove Citroen C3 R5, che hanno bisogno di fare chilometri e che hanno già fatto vedere i muscoli in Corsica. La scelta era, comunque già regolata da un programma, quindi niente di strano, in effetti. E visto che si parla di R5, diramazione WRC che trovo particolarmente interessante e valida nella equilibrata spartizione dei favori con le WRC+, ricordiamo che un’altra R5 molto attesa e a priori interessantissima è la Polo GT, di cui proprio in questi giorni è stata disegnata la traiettoria di atterraggio sul Pianeta Rally. Giustamente, visto che la Vettura di Volkswagen è destinata a uno step ahead della clientela sportiva, la Macchina debutterà verso fine stagione, a ottobre al Rally Spagna. Ancora qualche mese di attesa, e di lavoro in modo che la VW arrivi alla linea di partenza della prossima stagione già “tonica”.

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E veniamo alla nota dolente. Non c’è introduzione che non sia incentrata su un pronostico. Non ci sperate. Però è interessante rimarcare che l’Argentina è banco di prova per una generale evoluzione delle WRC+. Toyota dichiara che le sue novità sono generali e di regolazione, ma che dovrebbero (condizionale fair play visto che nei test in Sardegna le Macchine di Makinen sono andate fortissimo) portare un significativo aumento del potenziale delle Yaris WRC. Hyundai avrebbe giocato un Jolly per migliorie ritenute sostanziali al motore, e Citroen gioca il Jolly dedicato al retrotreno, che poi è la parte incriminata per il low feeling 2017 dei Piloti. Con una rivisitazione della geometria del reparto ponte-sospensioni posteriori Citroen si dice pronta a rientrare di due crediti: competitività e facilità di guida, due elementi del “paniere” non certo secondari. E la velocità? Quella c’era già! E le Ford M-Sport? Niente di nuovo, la vera novità è che le migliorie, tutte di dettaglio per un quoziente sistematico di accresciuta competitività, vengono dall’inverno di Dovenby Hall. Anzi, se vogliamo, la grande novità di M-Sport è… filosofica. Ci pensa Ogier a descriverne i valori intellettuali, precisando che la condizione per la sua permanenza nel Team, a parte gli spiccioli di sterlina, era che la Macchina potesse essere sviluppata in senso World Champion. L’evoluzione c’è stata, il feeling (e dai con il termine anglosassone straripante di retorica del poco significato) è grande. Il risultato del Corsica, così schiacciante, è quello che si può definire come il miglior presupposto per una competitività di tipo “definitivo”, o ultimate, anche in Argentina. Dovesse avere di nuovo ragione, certo, questo signor Ogier avrebbe in mano ben più che una chance di refrain.

1.300 chilometri, 358 cronometrati sulla distanza di 18 Prove Speciali. Una dozzina di WRC+ equamente distribuite, tre Macchine per ciascun Costruttore

Shakedown. Non sperate di vedere confermati o smentiti i nostri “pronostici”. Latvala, in ombra per tutta la mattinata, ha staccato il “tempone nell’ultimo lancio. Le Citroen, veloci sin dall’alba, e allora in effetti più “confidenziali”, sono seconde e terze con Breen e Meeke tre o quattro secondi più “lente”. Mikkelsen, con la prima i20 Coupé, stacca il tempo all’ultimo tentativo e rientra nel preliminare, tanto teorico, gruppetto di testa. Tanak, Neuville o Ogier seguono senza scaldarsi molto. In fondo il trio rappresenta la migliore cultura del rispetto che il Rally e le sue micidiali strade esigono. A proposito, quest’anno Condor in salita.

Anche la disputa dell’unica PS, il Super Special Stage inaugurale spostato da Cordoba a Villa Carlos Paz, offre un indizio debole. Sono solo 1.900 metri, troppo poco per sparare sentenze. Allora citiamo freddamente: Neuville, Tanak, Ogier, Mikkelsen, Meeke.

Foto: Santi Monti, Federico Baratella, Jakub Pojmicz, Manrico Martellla

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